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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

I colpi di Iaccarino, la morte di Nero e Ciavarella, il femminicidio Gentile, la speranza dei vaccini, le vittime della strada

I fatti di cronaca, attualità, salute, economia, sport e politica più rilevanti del mese di gennaio 2021 a Foggia e in provincia.

Ha dominato le cronache locali, nazionali e anche internazionali il ‘Caso Iaccarino’, ovvero le pistolettate (a salve) esplose dal presidente del Consiglio Comunale di Foggia, la notte di Capodanno, per salutare il 2021. Quel suo gesto ha, però, condizionato in negativo l’inizio del nuovo anno in città, aprendo ad una crisi politica a Palazzo di Città, ma anche e soprattutto ad una crisi di ‘identità sociale’. E' stata la stura per riflessioni ampie, in un mese denso di avvenimenti gravi, dolorosi, dagli esiti spesso non rimediabili.

PISTOLETTATE & DISONORE: GLI 'AUGURI ALLA MALAVITA

Quel suo gesto, infatti, ha richiamato alla memoria quello messo in pratica, più o meno in contemporanea, ma in un’altra zona della città. Ad impugnare la pistola, questa volta, tra il rione Candelaro e Borgo Croci, un uomo della 'batteria' dei Moretti-Pellegrino-Lanza, già arrestato lo scorso 16 novembre nell’ambito dell'operazione antimafia 'DecimaBis' e da poco tornato in libertà a seguito alla pronuncia del Tribunale del Riesame di Bari.

"Buon anno a tutta la malavita di Foggia" dice guardando dritto nella camera di uno smartphone. Poi esplode una sequenza di colpi per inneggiare al 2021. Quel video è diventato presto virale. Proprio come quello del consigliere Iaccarino. Alle forze di polizia sono bastate poche ore per individuare l’uomo e denunciarlo. Ma quelle pistolettate sono emblematiche della crisi dei tempi. E con altre pistolettate, questa volta reali, si è concluso il primo giorno di gennaio, con una sparatoria avvenuta alla periferia di San Severo, in via Mario Carli, con il ferimento di due persone; autori e movente dell'accaduto sono ancora ignoti.

IL CASO LEONARDO IACCARINO

Quattro colpi sparati a salve al grido di "Non è na barzellett" e la pistola che si inceppa. Come uno starter, il presidente del Consiglio comunale di Foggia Leonardo Iaccarino innesca una reazione a catena.

Dalle chat ai social, a girare inizialmente è il video del figlio minorenne, con le prime pistolettate derubricate dal papà a "gesto goliardico". Da lì a poche ore "la frittata", come la chiamerà l'ex forzista. Questa volta, nel video virale è immortalato proprio lui. L'opinione pubblica si indigna.

Si dice rammaricato, tramite un legale, "consapevole dell'immagine non edificante" emersa dal filmato. Ma non basta. Da più parti invocano le dimissioni. Lo convincono che sia la cosa migliore da fare e compie il gesto "doloroso ma inevitabile", salvo poi ritrattare. La Pec era arrivata solo all'ufficio di Gabinetto, mai protocollata. Nel frattempo le opposizioni alzano il tiro e gli chiedono di dimettersi anche da consigliere e alzano la fiamma di una pentola a pressione. Di lì a due giorni spiegherà che era soltanto la sua "disponibilità" a rimettere al Consiglio l'incarico, non già l'atto di dimissioni. Intanto, è già partito il toto nomi per sostituirlo.

La girandola di accadimenti ruota vorticosamente. In un video datato 5 gennaio Leonardo Iaccarino tira in ballo vicende personali e familiari di Franco Landella, rigira la frittata e rilancia proponendo una mozione di sfiducia nei confronti del sindaco. La sua reazione non si è fatta attendere. "Rattristato" ha tirato fuori le carte che provavano il dietrofront sulle dimissioni, nero su bianco, non prima di prendersela col Pd e con l'opposizione "imbarazzata" per il sostegno al centrosinistra alle Regionali.

Quella sera stessa 26 consiglieri di maggioranza si dicono favorevoli a presentare formale proposta di revoca dell'incarico di presidente del Consiglio comunale a Leonardo Iaccarino. Lavorano sulla bozza già preparata dai Cinquestelle. La proposta di deliberazione sarà depositata il 12 gennaio. La mozione finale è particolarmente circostanziata. I promotori mettono in fila "dichiarazioni, commenti e valutazioni disdicevoli e disonorevoli" risalenti al primo semestre del 2020; le pistolettate dal balcone e la risonanza del caso arrivato fino in Brasile; "parolacce e palesi minacce e intimidazioni" sui social in risposta ad alcuni utenti in un momento successivo alla diffusione del video, il clamoroso dietrofront sulle dimissioni e l'attacco frontale al sindaco.

Frattanto, Iaccarino preparava la sua arringa e l'11 gennaio si è presentato al cospetto della stampa. Ha cambiato registro e, con tono dimesso, ha fornito la sua versione dei fatti. "Non ho commesso alcun reato", ha ripetuto, assicurando che non avrebbe contattato alcun consigliere ("Ognuno deve essere libero di agire secondo coscienza") nelle more del Consiglio comunale che avrebbe trattato la proposta di revoca. Ma il 19 gennaio farà pervenire ai colleghi una lettera a firma del suo avvocato, Potito Marucci, che li invitava respingere la proposta, che "appare formalmente e sostanzialmente priva di fondamento giuridico".

L'opposizione, di tutta risposta, ha fatto sapere che non si sarebbe fatta intimorire. Nella maggioranza erano già spuntate le 'colombe', un gruppetto capeggiato dal consigliere comunale della Lega Consalvo Di Pasqua che ha provato a riportare la pace nel centrodestra e convincere un po' tutti a deporre le armi. Solo il 25 gennaio il presidente del Consiglio comunale ha convocato la conferenza dei capigruppo che avrebbe stabilito la data della successiva riunione per discutere la proposta di revoca a suo carico. In apertura, ha comunicato i suoi impegni che avrebbero costretto tutti a procrastinare la riunione al primo febbraio, ultima data utile per l'iscrizione all'ordine del giorno.

LA MORTE DEL SINDACO CIAVARELLA

Il 16 gennaio, il virus subdolo si è portato via il sindaco di San Nicandro Garganico Costantino Ciavarella. Il 27 dicembre, il vicesindaco Carmela Cataluddi e l'amministrazione comunale, in una comunicazione ai cittadini, avevano confermato la notizia del suo ricovero. Stava reagendo bene alla terapia. Era un medico di base e aveva contratto il Covid visitando un paziente poi risultato positivo. "Accorso come sempre con coraggio per aiutare, proteggere e donare seguendo il suo insopprimibile senso del dovere e di umanità", si leggeva nella nota dal Comune.

Poco prima di Natale, il tampone aveva confermato il contagio. Le sue condizioni sono precipitate, ha passato 11 giorni in terapia intensiva nell'ospedale Masselli-Mascia di San Severo. La notizia della sua morte ha sconvolto la provincia di Foggia.

Avrebbe compiuto 65 anni a febbraio. Era un uomo perbene, un sindaco buono, uno stimato professionista. Lascia moglie e figlio. Il suo nome è stampato nella lista nei 'camici bianchi' caduti sul lavoro in questa pandemia, uno stillicidio come l'ha definito il presidente nazionale dell'Ordine dei medici Filippo Anelli. Messaggi di cordoglio sono pervenuti da tutto il mondo politico e istituzionale. Commovente il ricordo alla Camera della deputata Marialuisa Faro che è intervenuta nelle concitate ore della crisi di Governo per un tributo alla memoria del sindaco: "Ciao Costantino, veglia sulla tua città", ha detto tra le lacrime.

DELITTO SENZA MOVENTE: IL FEMMINICIDIO DI TIZIANA GENTILE

Dolore, rabbia, sgomento e senso di impotenza sono invece i sentimenti che hanno chiuso questo gennaio 2021. Il Foggiano piange un’altra vittima di femminicidio, ancora una volta nel comune di Orta Nova. Lo scorso martedì, nella sua abitazione in via La Bellarte, è stata uccisa a coltellate la 48enne Tiziana Gentile, bracciante agricola del posto. Per l’assassinio della donna, separata e madre di due figlie, c’è un indiziato: è il compaesano Gerardo Tarantino, di due anni più giovane. L’uomo è stato indicato da più testimoni e, soprattutto, dalla vittima stessa, che ha annunciato il suo arrivo durante una telefonata con una amica. Pochi minuti dopo sarebbe stata assassinata. Tarantino nega ogni addebito; in carcere ha anche tentato il suicidio. Quello di Tiziana è il quinto femminicidio registrato ad Orta Nova in appena 15 mesi.

ADDIO A MARIO NERO, L'UOMO CHE FECE “LA COSA GIUSTA'

Lacrime amare sono anche quelle versate per Mario Nero, testimone di giustizia per l’omicidio di Giovanni Panunzio, l’imprenditore edile assassinato dalla mafia per essersi ribellato al pizzo. E’ morto a 57 anni, stroncato da un malore nella sua casa in una città ligure, dove si era ritirato dopo una vita di nomadismo.

La sua vicenda racchiude in sé tutte le falle e le storture di un primordiale sistema di protezione (oggi esiste una legge per la tutela dei testimoni di giustizia) per lungo tempo privo di tutele e di sussidi. Negli ultimi anni, Mario Nero - ormai fuori dal programma di protezione - tornava sempre più spesso nel Foggiano.

Rientrato a casa, in più occasioni ha raccontato la sua storia, rivendicando il suo coraggioso gesto e denunciando gli affronti subiti. "Oltre al dolore c'è tanta rabbia", dichiara a FoggiaToday Dimitri Cavallaro Lioi, presidente dell'associazione 'Giovanni Panunzio' di cui Mario Nero era socio onorario. "La comunità foggiana e di Capitanata non ha saputo proteggere questo uomo nella sua forte sofferenza, Mario era un uomo spezzato in due, dalla mafia ma anche dallo Stato".

LA PRIMA FASE DEI VACCINI

Il primo mese del 2021 è stato caratterizzato da diversi eventi significativi, ma il più importante, in tempi di pandemia, è senza dubbio quello della campagna di vaccinazione. Dopo il V-day del 27 dicembre, sin dai primi giorni del nuovo anno, si è proceduto alla prima fase della campagna, con la vaccinazione degli operatori sanitari e degli ospiti delle rsa, come la signora Concetta, centenaria ospite della Casa Padre Pio Residenza, una delle più anziane ad aver ricevuto il vaccino nel Foggiano.

Secondo i dati comunicati dal Policlinico Riuniti lo scorso 25 gennaio, ben 3.021 tra medici, infermieri e operatori sanitari sono stati coinvolti nella fase 1. Sono 176 quelli che hanno effettuato il ‘richiamo’ cominciato il 18 gennaio. Il 90% degli operatori del ‘Riuniti’ è coperto da Vaccino e a oggi non sono state riscontrate reazioni avverse.

La fase 1 procede seppur con l’intoppo rappresentato dalla riduzione della distribuzione delle dosi previste, da parte di Pfizer. Un taglio che ha penalizzato pesantemente alcune regioni, tra cui la stessa Puglia. Tuttavia, nella giornata di lunedì, in Puglia sono giunti 23 box di vaccino, pari a 27mila dosi. Un numero che compensa in parte il differenziale negativo ricevuto la scorsa settimana: “Grazie alla scorta del 30% che prudentemente è stata accantonata nei nostri magazzini e con questo parziale ristoro, le vaccinazioni della ‘fase 1’, sia pur con qualche rallentamento, comunque continueranno nonostante il taglio nelle consegne”, ha dichiarato l’assessore alla Sanità Pier Luigi Lopalco. A San Giovanni Rotondo (dato aggiornato al 25 gennaio) oltre 2mila persone hanno ricevuto il vaccino. Un buon punto di partenza per la comunità alla quale il sindaco Crisetti ha rivolto un appello: “Quando sarà il nostro turno, facciamolo tutti”.

Gli ultimi giorni di gennaio sono stati caratterizzati anche da un botta e risposta tra il Policlinico Riuniti e i tirocinanti Oss, che ai microfoni di FoggiaToday avevano denunciato la loro esclusione dal piano vaccinale oltre alla mancanza di fornitura dei dispositivi dpi. Accuse rigettate al mittente dal Policlinico, che ha anche dichiarato di aver eseguito test molecolari preliminari per l’accesso ai reparti ospedalieri. E sui vaccini ha spiegato: “Sono distribuiti secondo precise priorità e indicazioni concordate e disposte a livello regionale e nazionale”.

I primi giorni dell’anno hanno visto anche la Puglia alle prese con la famosa ‘variante inglese’ del virus. Ben 7 i cittadini pugliesi trovati positivi a inizio mese. Durante l’attività di sequenziamento genomico, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Puglia e Basilicata, ha individuato ben 5 varianti virali, tra le quali quella ‘Spagnola’ dominante in gran parte della Puglia, Italia e Europa oltre a una variante ancora non rilevata in Italia.

CRISI GOVERNO, EMILIANO E BARONE

Il 2021, secondo anno della pandemia, è stato già segnato dalle turbolenze che hanno aperto la crisi politica in Italia. Tra le prime dimissioni nella truppa di Italia Viva c'erano anche quelle di un foggiano, il sottosegretario agli Affari Esteri Ivan Scalfarotto, candidato alla presidenza della Regione Puglia alle ultime elezioni. È stato lui a rispondere a chi diceva che non bisogna far cader il Governo in una fase delicata: "Proprio in questa fase se c'è un problema bisogna affrontarlo, altrimenti si resta in una fase delicata che non viene gestita da nessuno".

Due settimane dopo, un altro foggiano, il Premier di Volturara Appula Giuseppe Conte, è salito al Colle e ha rassegnato le sue dimissioni, aprendo la fase delle consultazioni. Intanto, i costruttori lavoravano per soccorrerlo e rimediare una maggioranza numerica al Senato.

Tra i più 'responsabili' c'è il manfredoniano Antonio Tasso, capogruppo alla Camera del Maie, il Movimento Associativo Italiani all'Estero, che ha fattivamente contribuito alle interlocuzioni, anche nell'ottica di un futuro partito di Conte.

Lo stesso progetto filo-contiano che appassionerebbe anche Michele Emiliano. A giudicare dalle manovre del governatore, potrebbe mettere le radici proprio nella terra del presidente del Consiglio. Le nomine di Rosario Cusmai a consigliere del presidente per le Autonomie Locali e di Angelo Riccardi (che ha scatenato il veto del PD di Manfredonia e di Paolo Campo), oltre a rimediare alla mancata elezione nel primo caso e a restituire il favore dell'appoggio in entrambi, potrebbero inscriversi in questo disegno. Se nel laboratorio politico ci metti anche i Cinquestelle, il gioco è fatto.

E Michele Emiliano si era già portato avanti col lavoro, completando l'opera con la nomina al Welfare della portavoce foggiana M5S Rosa Barone. Dopo i tiremolla grillini, alla fine hanno ceduto anche il capo politico e i vertici romani che hanno acceso il semaforo verde, con riserva, perché Rousseau avrà l'ultima parola. Postuma. Gli attivisti potranno confermare o meno la scelta. Il voto della base sarà insindacabile. A dicembre, dagli Stati Generali era arrivato già il primo sì alle alleanze con altre forze politiche prima o dopo le votazioni (l'intervista in esclusiva qui).

LE GRANDI OPERE COMMISSARIATE

Con l'inizio del nuovo anno parte la corsa alle grandi opere, le agognate infrastrutture di cui la Capitanata ha bisogno come il pane. Il Recovery Fund è considerata un po' da tutti un'occasione ghiotta e la provincia di Foggia prova a fiondarsi sulla progettazione.

Il presidente dell'ente Provincia Nicola Gatta a metà mese ha riattivato la cabina di regia che aveva lavorato al Cis Capitanata e al Patto della Puglia. È riuscito a mettere su una videoconferenza con 24 partecipanti per avviare la concertazione. Una delle idee è di ripescare i progetti del Contratto Istituzionale di Sviluppo che non hanno trovato copertura finanziaria. I Cinquestelle hanno suggerito, sommessamente, di concentrarsi su due o tre progetti e puntare compatti su quelli.

Da lì a pochi giorni, proprio mentre si ragionava di cantieri bloccati, è arrivata la lista degli interventi infrastrutturali considerati strategici dal governo che con un Dpcm, ancora in versione bozza, saranno commissariati applicando il cosiddetto Modello Genova, che grazie a deroghe e poteri straordinari consente di velocizzare le grandi opere. In provincia di Foggia sono quattro gli interventi selezionati e inseriti nell'elenco: la SS16 Adriatica, la SS89 Garganica, la realizzazione delle opere relative alla tratta ferroviaria Napoli-Bari e il completamento del raddoppio Pescara-Bari. Con lo zampino del premier foggiano i grossi cantieri, attesi da anni in provincia di Foggia, potrebbero presto partire.

LA VICENDA DI PARCO SAN FELICE

Già a ottobre 2020, quando il Pd al gran completo battagliava per la proroga tecnica della gestione di Parcocittà, la recinzione di una grossa porzione di Parco San Felice, attorno ai campetti, aveva destato qualche sospetto e fatto drizzare le antenne ai Dem, che all'epoca non ne sapevano molto ma si erano riservati di approfondire il caso. I cittadini iniziavano allora, davanti a quelle grate e ai primi timidi interventi, a mostrare segni di insofferenza per uno spazio pubblico usurpato.

A gennaio, La Società Civile ha fatto richiesta di accesso agli atti, per conoscere i dettagli del progetto e verificarne l'iter, senza ottenere risposta, ma ne sapeva già abbastanza e lo ha denunciato: il Comune di Foggia tramite una manifestazione di interesse ha affidato la gestione del campetto a un'associazione sportiva dilettantistica, l'Asd Rovelli, a un canone di 4.139 euro all'anno.

L'impianto sportivo, come ha evidenziato il Wwf, comporta la perdita di un ettaro di area pubblica.

Sono tante le opacità riscontrate nell'affidamento diretto, a cominciare dalla carenza di alcuni requisiti richiesti passando per le caratteristiche del progetto proposto che prevede la realizzazione di una tribunetta, spogliatoi, un'area fitness, un'area giochi per bambini e un bar, ben oltre la rifunzionalizzazione del campo di calcetto esistente.

L'assessore al Legale e Contenzioso Sergio Cangelli ha bollato dubbi e perplessità di coloro che ha definito 'novelli detrattori' come polemiche strumentali: "Non si tratta né di una cementificazione né tantomeno di una limitazione della fruizione pubblica della zona, come subdolamente si è voluto far credere".

L'operazione verità del Pd, che è riuscito ad accedere agli atti, ha portato ad una formale diffida inviata al sindaco di Foggia Franco Landella, al prefetto, alla Corte dei Conti, all'Anac e al presidente del Consiglio comunale: "La procedura è illegittima", hanno concluso i consiglieri comunali del gruppo consiliare del Partito Democratico, che fanno rilevare "evidenti vizi procedurali e più di qualche stranezza nel carteggio tra i diversi uffici competenti per materia". 

LA RISTORAZIONE IN CRISI DA COVID

A dicembre la protesta dei ristoratori era diventata sempre più vibrante. Lo sconforto aveva preso il sopravvento nella categoria quando la Puglia aveva assunto una colorazione a chiazze, con 14 comuni della provincia di Foggia arancioni nella regione gialla.

Il 15 gennaio, i ristoratori dei Cinque Reali Siti, si sono presentati davanti al Comune di Orta Nova e hanno consegnato le chiavi dei loro locali. "Il mio locale è un posto sicuro" hanno scritto sui cartelli appesi al collo e sugli striscioni. Non ne possono più. Hanno chiesto perlomeno la sospensione delle tasse comunali.

A Ordona, sempre nei Cinque Reali Siti, in un bar il titolare ha scelto un'originale forma di protesta: ha fatto accomodare ai suoi tavoli tanti peluche, "un modo per calmierare la rabbia".

A Lucera, invece, Sabino Stingone ha gettato la spugna: la pizzeria I Gastronauti chiude per sempre. Ha detto addio alla sua creatura con una struggente lettera d'amore prima di partire per Lubiana. I soldi sono finiti e i sogni tornano nel cassetto: "È una scelta obbligata".

LA POLEMICA DEL PARCO DEL GARGANO

Respinto il ricorso di Maria Villani, ex direttrice del Parco Nazionale del Gargano che per il presidente Pasquale Pazienza non aveva superato il periodo di prova, le polemiche non si sono sopite. E non si è placato lo scontro a distanza tra i Cinquestelle che hanno da ridire sul management e la Lega che difende la posizione del numero uno dell'ente.

"La questione è ancora aperta e tutta da chiarire", è stato il messaggio di avvertimento di Rosa Barone, Marialuisa Faro, Mario Furore, Carla Giuliano, Gisella Naturale e Marco Pellegrini prima di scrivere di nuovo al ministro dell'Ambiente. La vicenda della direzione, dopo aver condizionato il 2020, promette di tenere banco anche quest'anno.

Sui grillini, in un'intervista rilasciata al direttore di FoggiaToday, Pazienza ha tagliato corto: "Dei Cinquestelle sottolineerei la scarsa capacità di approfondimento di temi e soprattutto la scarsa capacità di buoni comportamenti politico-istituzionali“.

LE ORDINANZE SULLA SCUOLA

Con l’inizio del 2021 è tornato in cima alle priorità del Governo nazionale e della Regione, il tema della riapertura delle scuole e del ritorno alla didattica in presenza. Con la prima ordinanza del 2021, il Governatore Emiliano ha disposto fino al 15 gennaio (poi prorogata al 16) la didattica digitale integrata con la possibilità per il primo ciclo, di effettuare l’attività in presenza, previa richiesta delle famiglie. Una nuova ordinanza, in vigore dal 18 al 23 gennaio, ha stabilito il ritorno alla didattica in presenza per elementari e medie (con possibilità di scelta della ddi), e la didattica digitale integrata al 100% per le scuole superiori. Provvedimento confermato con l’ultima ordinanza, datata 22 gennaio, con la quale ha stabilito la didattica in presenza per le scuole del primo ciclo di istruzione e la didattica a distanza per le superiori dal 25 al 30 gennaio. Dal 1° febbraio, invece, anche i ragazzi delle superiori potranno tornare in classe, ma “l’attività didattica in presenza dovrà essere svolta nel limite del 50% della popolazione scolastica”. Al ‘Marconi’, come ha spiegato la dirigente scolastica Piera Fattibene, l’orientamento dei genitori è verso la didattica a distanza, soprattutto per i ragazzi delle quarte e delle quinte. Meno richieste da parte delle prime e delle seconde. Un provvedimento che è piaciuto poco al sindacato Flc Cgil Puglia che ha ritenuto la misura “seriamente lesiva del lavoro e della dignità di tutto il personale scolastico che quotidianamente si impegna per arginare gli effetti nefasti della didattica mista sui livelli di apprendimento delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi”.

Per una riapertura in piena sicurezza, la Giunta regionale ha approvato, due giorni fa, il Piano per la ripartenza, che prevede tre linee di azione fondamentali: l’istituzione del team degli operatori sanitari nelle scuole, un programma di esecuzione sistematica di tamponi antigenici rapidi negli operatori scolastici e un piano strategico per la vaccinazione anticovid degli stessi operatori, in base a un criterio di età e presenza di fragilità. E a proposito di rientro in sicurezza, a Foggia, intanto, due istituti sono stati coinvolti nel progetto ideato dalla Società Italiana di Medicina Ambientale, una iniziativa che mira a controllare, attraverso la concentrazione della CO₂, l'areazione in classe per conoscere e ridurre il rischio di trasmissione da Covid-19.

LACRIME E SANGUE SULLE STRADE: QUATTRO VITTIME

Purtroppo, non sono mancate le lacrime in queste quattro settimane dense di avvenimenti. Soprattutto quelle versate per giovanissime vittime della strada. Tre le giovani spezzate in due terribili incidenti stradali. Il primo, sabato 23 gennaio, è avvenuto sulla Statale 89 Garganica. Un terribile frontale che è costato la vita alla 27enne di Manfredonia Lidia Giuliani, ragazza brillante e dal sorriso contagioso.

Lidia Giuliani aveva conseguito la laurea presso l'Università di Foggia nell'estate 2020. Dopo poco più di 24 ore, altro sangue è stato versato sull’asfalto del Foggiano. Sulla Statale 109 per San Severo, domenica 24, si è registrato un violento frontale tra la Fiat Punto sulla quale viaggiavano due giovani e una Opel Mokka proveniente dalla direzione opposta. L’impatto è stato devastante: morti sul colpo i due ragazzi, entrambi di Lucera; ferito il conducente dell’altro mezzo. Le vittime sono Michele Di Canio, 18 anni fra qualche mese, un pizzaiolo apprezzato in quel di Lucera, e Michele Sgueo di 20, parte integrante del gruppo ultras 'Teste Matte' del Lucera Calcio. 

Un incidente stradale, questa volta autonomo, ha strappato alla vita anche Alfredo Caposeno, 35 anni, di Foggia. E' successo la sera dello scorso 18 gennaio, dopo un volo di una decina di metri con l'auto. Alfredo, per gli amici Dino, è precipitato giù da un ponte sulla Statale 655 Bradanica, al km 27,300, in agro di Ascoli Satriano direzione Foggia. L'auto, una Audi A4, ha sfondato il guardrail ed è volata giù senza lasciare scampo al conducente, che ha lasciato moglie e due figli piccoli. 

FOGGIA COL FIATO SOSPESO PER MARCO FERRAZZANO

Giorni di apprensione in città per la scomparsa di Marco Ferrazzano, 29enne di Foggia scomparso dallo scorso 22 gennaio. I familiari del ragazzo hanno sporto denuncia ai carabinieri ed è stata allertata anche la polizia per le ricerche del caso. Della vicenda si è occupata anche la trasmissione Rai 'Chi l'ha visto?' ma al momento senza esiti sostanziali. In rete sono 'spuntate' sporadiche segnalazioni, ma che al momento si sono tradotte in un nulla di fatto. 

Intanto, i familiari del giovane sono divorati da un atroce dubbio: "Per sapere la verità bisogna che le autorità facciano al più presto l'esame del Dna sul corpo investito da un treno sulla linea Foggia-Bari il giorno 22 gennaio. Bisogna capire se quel corpo è il nostro amato Marco oppure qualcun altro, a cui pure bisogna dare un nome e avvisare i cari". Il giorno della scomparsa del ragazzo, infatti, si verificò un investimento sui binari della tratta ferrata foggiana. La vittima dell'incidente non è riconoscibile; serve l'esame del dna per sciogliere l'atroce dubbio della famiglia Ferrazzano: è Marco?

QUALE FUTURO PER IL FOGGIA?

Francesco Di Silvio è il nome balzato agli onori della cronaca. L’imprenditore cinematografico è a capo della cordata interessata a rilevare le quote di maggioranza del Foggia Calcio. Una trattativa approvata e condotta in prima persona da Davide Pelusi, con il beneplacito del presidente Felleca, come testimonia il brindisi immortalato nel corso di una cena svoltasi a Milano. Con Di Silvio, c’è anche l’imprenditore Francesco Marrocchino, impegnato nell’ambito della produzione e distribuzione di cucine professionali. Ma l’arrivo di Di Silvio, forte anche dell’endorsement di Luciano Moggi, è bloccato da Maria Assunta Pintus. L’imprenditrice sarda e co-titolare della Corporate detentrice dell’80% del Foggia, ha deciso di esercitare il diritto di prelazione (che le spettava secondo lo statuto) sulle quote di Felleca. Una decisione che ha congelato anche la trattativa per il passaggio delle quote di minoranza (il 20% appartenente a Davide Pelusi) a Francesco Marrocchino.

“Sono pronto a lasciare anche domani”, ha dichiarato a FoggiaToday il presidente Felleca lo scorso 22 gennaio. Eppure, la svolta ancora non c’è stata. Perché la battaglia a colpi di dichiarazioni e comunicati è lontana da una conclusione definitiva. L’imprenditrice ha infatti accusato Felleca di rallentare la trattativa per il passaggio delle quote. Pronta la replica del presidente, che con un lungo comunicato ha ricostruito tutta la vicenda legata alla trattativa con la Matera Production srl (la società di Di Silvio), rinnovando poi la disponibilità ad andare dal notaio quanto prima. Nel frattempo, il mercato di riparazione del Foggia si è impantanato, non andando oltre (per ora) trattative poco altisonanti. Dopo la partenza di Gentile, in Capitanata sono arrivati il difensore Turi, il portiere under Jorio (annunciato oggi, ndr) e il centrocampista Said. Dopo mesi di silenzio, anche l’Amministrazione Comunale è tornata a parlare di Calcio Foggia, con l’assessore Cangelli che ha annunciato l’intenzione di contattare a breve i due soci per conoscere i programmi sportivi.

LE STORIE E LA SPERANZA

La speranza del 2021 si chiama Loris Cordisco, il primo nato del 2021 a Foggia. Secondogenito di una famiglia residente ad Ascoli Satriano, Loris è nato venti minuti dopo la mezzanotte. 2,760 kg di dolcezza, per la gioia di mamma Giovanna e papà Antonio. Quella di Loris è la prima di alcune belle storie raccontate in questo mese. Come quella del parto trigemellare di Paola, foggiana sposata con Umberto, entrambi emigrati in Canada otto anni fa. Tornati a Foggia lo scorso luglio per far visita ai propri cari, ne approfittano per effettuare una visita ginecologica dall’incredibile esito: Paola aspetta tre gemelli, che col marito decide di far nascere proprio a Foggia. Il 15 gennaio, assistiti dal prof. Luigi Nappi, direttore del reparto di Ginecologia e ostetricia universitaria del Policlinico Riuniti, a 33 settimane di gestazione, nascono Anna Clara, Nicola e Giulia tutti intorno ai 2 kg e in buona salute.

Sta bene anche Severino, 70enne titolare di una concessionaria d’auto, che dopo essere stato colpito dal Covid, ha trascorso ben 6 giorni intubato in terapia intensiva tra la vita e la morte: “In quei reparti mi hanno curato come se fossi un loro figlio. Mi hanno letteralmente strappato alla morte”. Un calvario durato quasi un mese dal quale Severino è uscito nei primi di gennaio, quando ha potuto riabbracciare i suoi cari. L’abbraccio, un gesto divenuto così complicato e pericoloso dalla pandemia.

A Serracapriola, però, grazie a una raccolta fondi lanciata sul sito GofundMe, è stata installata la stanza degli abbracci presso la Rsa ‘San Mercurio Martire’. Una iniziativa alla quale hanno risposto con grande generosità e disponibilità la Fondazione Monti Uniti, il Rotary Club ‘Umberto Giordano’ e tanti cittadini.

Due belle storie da ricordare, sono quelle della piccola Angelica e di Karim, entrambe rese possibili grazie al progetto Siproimi. Angelica, figlia di due giovani genitori originari della Nigeria, è nata alla fine del 2019, ed è stata accolta dalla comunità di Rocchetta Sant’Antonio, dove i suoi genitori hanno avuto l’opportunità di integrazione socio-lavorativa grazie al progetto Siproimi, promosso dal Comune e gestito dalla cooperativa sociale Medtraining.

Accoglienza e solidarietà che ha ricevuto anche Karim, 35enne iracheno, che a Manfredonia ha ritrovato una ragione per vivere: ricongiungersi a moglie e figlio, rimasti in Iraq, da dove Karim è fuggito dopo aver vissuto 18 giorni di prigionia e torture per mano dell’Isis. Il 27 gennaio, in occasione della Giornata della Memoria, la Presidenza della Repubblica ha omaggiato due cittadini della provincia di Foggia, Giuseppe Ruberto e Antonio Petrella deportati e internati nei lager nazisti. A ritirare l’onorificenza, i figli Rocco Petrella e Teresa Ruberto.

Infine, nel mese che volge al termine, come non citare la storia di Marco Corvino, 28enne foggiano che, in seguito all’ennesima delusione lavorativa, ha deciso di mollare tutto e di partire per l’Australia. Marco alterna momenti di lavoro a momenti di svago. Ne ha già cambiati diversi e nel frattempo ha girato l'Australia con il suo fuoristrada, che ha acquistato con i soldi guadagnati sul posto.

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