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Cronaca Orta Nova

Le ultime telefonate e gli spostamenti 'strani' di Tarantino. Il pm: "Ha cercato disperatamente di costruirsi un alibi"

Numerosi gli indizi contro Gerardo Tarantino. E’ lui, allo stato, l’unico indiziato per l’omicidio volontario di Tiziana Gentile, la bracciante agricola di 48 anni, uccisa lo scorso martedì sera, nel suo appartamento alla periferia di Orta Nova

I carabinieri lo hanno trovato sulle scale del condominio, un piano sotto a quello dell’appartamento di Tiziana Gentile. Le mani ricoperte di sangue, una profonda ferita ad un dito e diverse escoriazioni al volto e al collo: Gerardo Tarantino, ai militari è apparso in pieno stato di agitazione e farneticante. Al punto da spacciarsi - come riportato nel decreto di fermo - per “un collega”.

“Sono venuto dalla mia amica per questioni relative alla busta paga” ha detto loro. Ma tra la vittima e il suo presunto assassino non c’erano rapporti di amicizia. O meglio non più. In passato, come spiega la figlia più grande della donna, le due coppie avevano avuto un rapporto di tipo sia lavorativo (le due mogli e i due mariti hanno lavorato rispettivamente insieme, seppure per brevi periodi) che personale. Ma la frequentazione si era interrotta da circa un anno. E non è chiaro, al momento, il motivo.

E’ lui, allo stato, l’unico indiziato per l’omicidio volontario di Tiziana Gentile. La donna, bracciante agricola di 48 anni, è stata uccisa lo scorso martedì sera, nel suo appartamento alla periferia di Orta Nova, in via La Bellarte, con un coltello da campagna. "L'indagato continua a dichiararsi innocente e si dispera per essere stato arrestato, a suo dire, ingiustamente. Però gli indizi sono gravi, ci sono diversi testimoni che lo hanno visto sul luogo del delitto proprio all'ora in cui la povera Tiziana veniva assassinata", spiega il suo difensore, l'avvocato Michele Sodrio.

Sono le testimonianze dei condomini dello stabile che, dopo aver udito le urla e le richieste di aiuto della vittima, hanno dichiarato di aver visto - chi tra le scale, chi in strada, chi nell’androne del portone - il 46enne, riconoscendolo per nome e cognome. L'uomo è stato visto da più persone con un appariscente giubbotto con il logo dell'Associazione Nazionale Carabinieri; ma al suo ritorno, pochi minuti dopo, indossava solo una tuta (nonostante il freddo pungente). 

Soprattutto, ad indicarne l’arrivo sul suo pianerottolo, è stata la stessa Tiziana. Lei, chiusa in casa per l’isolamento da Covid-19, era al telefono con una sua amica quando Tarantino ha bussato alla sua porta. “Sta bussando Gerardo Tarantino”, le ha detto. Poi è caduta la linea. La sua amica ha telefonato nuovamente a Tiziana che ha confermato: “Sto parlando con Gerardo, tutto ok”. Ma non sapeva che quella sarebbe stata l’ultima telefonata.

Resta da chiarire anche il motivo di un'altra telefonata, quella che l’uomo avrebbe fatto alla figlia maggiore della vittima, dicendole di precipitarsi a casa della madre. “Non conosco Tarantino, ha chiesto il mio numero nel tabacchi dove lavoro”, ha dichiarato la ragazza. L’uomo dall’altro capo del telefono, presentatosi con quel nome e cognome, le diceva di aver visto l’ambulanza sotto casa della madre e di non aver ricevuto alcuna risposta al citofono.

Circostanza inusuale in quanto, come confermato dalla ragazza agli inquirenti, "Gerardo non è mai andato a casa mia a trovare mia madre". Impossibile per lei individuare un possibile motivo di astio nei confronti della madre da parte di qualcuno. Tiziana lavorava tutto il giorno in una azienda agricola, rientrava per pranzo a casa della madre e poi seguiva i lavori di ristrutturazione nell'appartamento di famiglia. Nessuna relazione dopo la separazione dal marito: "Non faceva molta vita sociale", si legge nel decreto di fermo a carico dell'uomo.

"Forse mia madre ha potuto pubblicare qualcosa che gli abbia dato fastidio", continua la ragazza riferendosi a Tarantino, specificando che l'uomo "è un tipo molto presente sui social, dove spesso esterna sentimenti di rabbia e odio verso terzi, senza specificarne però i nomi. Ha più volte pubblicato post sui miei genitori",  continua la ragazza. Post che il giorno seguente qualcuno cancellava.

"Comparando le dichiarazioni della figlia della vittima con quelle delle altre persone informate sui fatti - conclude nella sua relazione il sostituto procuratore Roberto Galli - è ben evidente come  il Tarantino, subito dopo aver commesso l'omicidio di Tiziana Gentile, in preda al panico, abbia tentato disperatamente di costruirsi un alibi, contattando ripetutamente la figlia della vittima, di cui aveva reperito il numero, chiedendole confusamente di giungere in soccorso di sua madre". "Lo spostamento dell'indagato da Orta Nova e Carapelle è assoluitamente compatibile con l'orario dell'omicidio ipotizzato sulla scorsa delle dichiarazioni rese dalle persone informate sui fatti", conclude.

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