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La nuova versione della mozione non dà scampo a Iaccarino: tra le 'gravi violazioni' le minacce sui social e il video contro Landella

Stamattina doveva essere depositata ma, al momento delle firme, a seguito delle osservazioni di alcuni consiglieri è stata ritirata e rimaneggiata nel pomeriggio. Sono state inserite tutte le fattispecie considerate pregiudizievoli

La proposta di revoca del presidente del Consiglio comunale di Foggia, nella versione riveduta e corretta, non lascia scampo a Leonardo Iaccarino: lo inchioda alle sue responsabilità annoverando tutte le condotte considerate contrarie al Regolamento.

Rispetto alla prima bozza formulata dai Cinquestelle Giovanni Quarato e Giuseppe Fatigato, oltre all'aggiunta di alcune fonti normative, il documento è stato integrato citando tutti gli episodi che costituirebbero "gravi e reiterate violazioni di legge o di regolamento" che devono motivare una proposta di revoca, come sancito dal regolamento. E rispetto alla prima stesura è decisamente più pesante.

Leonardo Iaccarino è accusato di aver "violato il ruolo di garante della massima assise Comunale, assumendo comportamenti censurabili sotto il profilo morale ed etico". Ne deriva una "lesione grave, attuale, irreversibile al prestigio e all’immagine dell’Ente locale"

Nella mozione si ricorda che già in numerose e precedenti occasioni il presidente del Consiglio ha rilasciato "dichiarazioni, commenti e valutazioni disdicevoli e disonorevoli", senza trascurare alcuni epiteti pubblicati sui social, comportamenti discussi e censurati in occasione della seduta del Consiglio comunale del 5 giugno 2020, quando il sindaco Franco Landella e Iaccarino erano ai ferri corti e si votava la modifica al regolamento per la 'sfiducia facile' del presidente.

Naturalmente viene menzionata anche la circostanza degli spari di Capodanno, l'episodio scatenante: "Si è lasciato filmare mentre esplodeva, dal balcone della propria abitazione ed in presenza di minori, alcuni colpi di una arma (dallo stesso definita pistola 'giocattolo') pronunciando nel momento dei ripetuti spari la frase 'nun è na barzllett', assumendo così un contegno sguaiato, privo di freni inibitori, e, quindi, dando un esempio poco edificante per tutti i cittadini e, in particolare, per le nuove generazioni".

Si tiene conto, peraltro, dell'alto contenuto simbolico della scena che contrasta con l'immagine di una città che combatte contro la forza pervasiva della criminalità organizzata.

A riprova della eco generata dalla diffusione del video si cita anche il titolo della notizia pubblicata dall'Ansa brasiliana. Si parla di un crollo vertiginoso della credibilità delle istituzioni.

Sono citate tutte le circostanze che configurerebbero condotte pregiudizievoli. Le pistolettate di Capodanno non bastano. Nella lista degli elementi probatori sono compresi i commenti sui social "a suon di parolacce e palesi minacce e intimidazioni" successivi alla diffusione del video. E da ultimo "l'inaspettato attacco frontale rivolto al sindaco di Foggia con la diffusione, diventata virale, di un video pubblicato sui social network".

Tra i capi di accusa, è contemplata l'inosservanza del ruolo di terzietà e imparzialità rispetto al dibattito politico e istituzionale, dedotta anche dal video in questione. "Le motivazioni sottese al comportamento nei confronti dell'amministrazione comunale, lungi dal limitarsi ad una diversa veduta politica, si sono tradotte in dichiarazioni capziose, faziose, allusive".

Il documento così redatto metterebbe al riparo anche da probabili ricorsi.

I margini del regolamento che disciplina funzionamento e organizzazione della massima assise erano piuttosto ampi: l'articolo 4 (Compiti e prerogative del presidente) sancisce che "nell'esercizio delle sue funzioni ed in attuazione dei principi fissati dal vigente 'Codice Etico per la buona politica', il presidente si ispira a criteri di diligenza, lealtà, integrità, trasparenza, correttezza, obiettività ed imparzialità, impegnandosi ad esercitare il proprio mandato evitando situazioni e comportamenti che possano nuocere agli interessi o all'immagine dell'amministrazione".

Tempo 48 ore dal tavolo politico istituzionale sulla 'Questione Iaccarino' e la bozza proposta dai consiglieri pentastellati, considerata dai 26 partecipanti una valida base, è stata rimaneggiata. Stamattina, dalle 10 circa, la mozione di sfiducia è stata messa a disposizione dei consiglieri all'Ufficio di Gabinetto del sindaco per la firma. La prima, visto che la proposta partiva da lì, era proprio quella del sindaco Franco Landella, a seguire l'avevano sottoscritta i consiglieri Cinquestelle Giuseppe Fatigato e Giovanni Quarato. Una nota del Gabinetto del sindaco sollecitava le sottoscrizioni entro le 12 di oggi, anche perché i promotori erano consapevoli della necessita di fornire una risposta immediata alla città. Non si può più tergiversare.

Eppure, al fotofinish è arrivata la richiesta di modificare alcuni punti della proposta. Così la mozione è stata congelata per qualche ora, ritirata e sottoposta a una ulteriore revisione. Nel pomeriggio è stata convocata una riunione e la proposta è stata riformulata con alcune correzioni, accogliendo le osservazioni pervenute da consiglieri indistintamente di maggioranza e opposizione. Vietato sbagliare. Diversi passaggi avevano generato perplessità, a cominciare dal promotore della mozione - a presentarla è la minoranza non il sindaco - e da alcune aggravanti considerate piuttosto fatti personali, successivamente limitati.

Saltata la casella degli imprevisti si torna a quella precedente. La proposta di revoca va presentata e sottoscritta da almeno un quinto dei consiglieri assegnati. Il Consiglio comunale è composto da 32 Consiglieri oltre il sindaco. In base alla modifica al regolamento deliberata dal Consiglio il 5 giugno dell'anno scorso, poi, per essere approvata, nel caso di Leonardo Iaccarino che non è stato eletto con la maggioranza dei quattro quinti dell’assise consiliare (26 consiglieri) ma alla terza votazione di ballottaggio, basta il voto favorevole della maggioranza assoluta dei consiglieri, dunque 17 voti, computando anche il sindaco (con eventuale arrotondamento all'unità superiore).

Leonardo Iaccarino è stato eletto presidente del Consiglio comunale di Foggia il 30 luglio 2019. Il consigliere M5S Giovanni Quarato all'epoca chiese "un atto di coraggio" per eleggere una figura esterna alla maggioranza e si candidò. La Lega propose Massimiliano Di Fonso, il consigliere più suffragato. Forza Italia (che poi lo ha scaricato) indicò Leonardo Iaccarino. Le minoranze candidarono anche Pippo Cavaliere. Alla terza votazione risultarono 16 voti per Iaccarino e 12 per Anna Rita Palmieri, nome subentrato nella seconda votazione, in contrapposizione alle indicazioni della maggioranza.  

Dalla presidenza del Consiglio, intanto, stamattina è partita la convocazione di una conferenza stampa indetta da Leonardo Iaccarino per lunedì 11 gennaio nell'aula consiliare di Palazzo di Città. Qualche collega nutre vagamente la speranza - ultima a morire - che voglia in quell'occasione annunciare le dimissioni, possibilità che appare alquanto remota. Con tutta probabilità, affiderà ai giornalista la sua personalissima operazione verità, sequel del video "due pesi e due misure".

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