"Revoca priva di fondamento giuridico". Iaccarino sfodera l'artiglieria pesante. Il legale ai consiglieri: "Respingetela"
Il presidente del Consiglio comunale di Foggia ha nominato suo difensore l'avvocato Potito Marucci che avverte: "Non ha posto in essere alcuna condotta illecita, alcun reato, alcuna violazione nell'esercizio delle sue funzioni"
"La proposta di revoca appare formalmente e sostanzialmente priva di fondamento giuridico: non vi è violazione dei doveri che derivano dalla titolarità del munus pubblico del presidente del Consiglio comunale, indefettibilmente connotata dalla terzietà ed imparzialità rispetto al dibattito politico e istituzionale". Leonardo Iaccarino sfodera l'artiglieria pesante e, tramite il suo avvocato, manda a dire a tutti i consiglieri del Comune di Foggia che "alla luce della giurisprudenza amministrativa, non può trovare spazio la paventata violazione del ruolo di garante della massima assise comunale in connotati di profili morali ed etici tali da ledere - secondo la proposta presentata - il prestigio e l'immagine dell'Ente locale".
Il presidente del Consiglio comunale in carica ha nominato l'avvocato Potito Marucci del foro di Foggia suo difensore nel procedimento in merito alla proposta di revoca depositata in data 12 gennaio 2021.
In premessa, nella lettera di tre pagine inviata dal suo studio legale e protocollata oggi, l'avvocato Marucci consegna ai membri della massima assise alcune considerazioni sulla natura della figura del presidente del Consiglio, a partire dal suo carattere istituzionale e non politico, e "sull'orientamento consolidato della giurisprudenza amministrativa, in particolar modo sulle ragioni giustificatrici della revoca della carica".
Chiaramente, ogni affermazione è confortata da sentenze e pronunciamenti. "La revoca non può essere causata che dal cattivo esercizio della funzione - scrive - in quanto ne sia viziata la neutralità e deve essere motivata, perciò con esclusivo riferimento a tale parametro e non ad un rapporto di fiducia. Non può quindi prescindere da fatti specifici inerenti la carica, ancorché gli stessi non siano commessi nell'esercizio delle funzioni presidenziali e dalla conseguente valutazione che i componenti dell'organo da tali fatti traggono in ordine alla persistente validità dell'iniziale investitura".
Il ruolo del presidente del Consiglio comunale, poi, in quanto strumentale al corretto funzionamento dell'organo stesso, "non può essere soggetto al mutevole atteggiamento fiduciario della maggioranza, di guisa che non può essere attivata per motivazioni politiche, ma solo istituzionali, quali la ripetuta e ingiustificata omissione della convocazione del Consiglio o le ripetute violazioni dello statuto o dei regolamenti comunali".
Il legale si è premurato di indicare sommariamente la casistica giurisprudenziale che ha ritenuto legittima la revoca del presidente, con almeno cinque fattispecie elencate.
La missiva si conclude con l'invito rivolto ai consiglieri a "respingere la proposta in esame, tenendo conto dell'impeccabilità dell'attuale presidente nel ruolo istituzionale all'interno dei lavori consiliari o delle commissioni, da molti di voi condivisa ed esternata pubblicamente, e che lo stesso non ha posto in essere alcuna condotta illecita, alcun reato, alcuna violazione - nell'esercizio delle sue funzioni - di leggi e regolamenti tali da poter esser revocato dalla carica istituzionale che rappresenta".