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Emiliano resuscita Riccardi, ma il Pd di Manfredonia mette la croce. Avvertimento al presidente: "Ripensaci o è rottura"

Paolo Campo scrive a Michele Emiliano sulla nomina a consigliere politico di Angelo Riccardi. Anche il PD di Manfredonia contro. "Mi creano un problema politico che rischia di diventare irrimediabile"

Che tra i dem di Manfredonia e nello specifico tra Michele Bordo, Paolo Campo ed Angelo Riccardi, sia ormai divorzio, umano e politico, è cosa risaputa. 

Pertanto, che la nomina di Angelo Riccardi a consigliere politico del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano sulle materie ambientali non sarebbe andata giù agli ex compagni dello storico 'Fattore M', anche.  

Tanto da spingerli, in queste ore, a vergare nero su bianco un feroce dissenso nei confronti della scelta del governatore.  La missiva porta la firma del consigliere regionale e presidente della commissione Ambiente in Regione, Paolo Campo. Perentori i toni.

Angelo Riccardi pagherebbe a caro prezzo la strada percorsa alle scorse elezioni Regionali. Ergo, la scelta dell'ex sindaco di Manfredonia di appoggiare Rino Pezzano, contribuendo a portare in dote alla lista 'Con' 2300 preferenze. Uno sgarro che l'esponente del Partito Democratico si sarebbe legato al dito.

Nelle ultime ore nelle chat dei dem non si parlerebbe d'altro. Squilla, dall'altroieri, anche il telefono di Emiliano. Sono davvero lontani i tempi in cui il trio Bordo, Campo, Riccardi, gestiva i destini di Manfredonia. Ora l'ex sindaco deve "morire" (politicamente, s'intende).  È questo che restituisce la nota stampa di oggi, filtrata dal politichese. Il consigliere regionale, infatti, bolla come "errore gravissimo, di metodo e di merito", la decisione di Emiliano di nominare Angelo Riccardi suo consigliere politico. 

Secondo Paolo Campo, "il sostegno politico e istituzionale a Michele Emiliano non può essere interpretato come accondiscendenza acritica ad ogni sua decisione o scelta. Per questo occorre affermare che è un errore gravissimo la nomina dell’ex sindaco di Manfredonia a consigliere del presidente sulle materie ambientali". 

Aggiunge che la scelta non convince nel metodo "perché appare più funzionale al mantenimento di chissà quali equilibri politici che all'incremento della qualità dell'azione di governo della Puglia". 

E non convince nel merito "giacché il prescelto non risulta essere un esperto in materia ambientale" E ancora, aggiunge, "non è assolutamente opportuna e largamente incomprensibile". 

Per Paolo Campo, Emiliano, "che è stato un valente magistrato, dovrebbe mostrare una diversa prudenza rispetto al profilo delle personalità da coinvolgere nel suo staff, al di là delle dispute giudiziarie". 

Il riferimento è allo scioglimento del Comune di Manfredonia per presunte infiltrazioni mafiose, misura preventiva per il quale Riccardi, tuttavia, non risulterebbe né indagato, men che meno condannato. 

E che Emiliano sul punto abbia mantenuto sempre un profilo garantista lo dimostra la cooptazione dello stesso Pezzano nella sua lista Con in campagna elettorale, anch'egli proveniente da un'esperienza uguale in quel di Cerignola. 

Non risultano, in quella circostanza, rigurgiti giustizialisti e di imbarazzo di Campo e del PD in genere. Nè risultano imbarazzi per le nomine dem di profili indagati nella giunta Emiliano. 

Ma Riccardi proprio no. Campo spinge a invitare Emiliano a rimeditare la sua decisione, perché, aggiunge, "rischia di apparire come una provocazione politica nei confronti del Partito Democrato e di larga parte dell’elettorato che ha votato questa maggioranza consiliare".

"Viviamo in una fase molto delicata - conclude- e il governo regionale deve garantire ai cittadini il massimo di credibilità ed autorevolezza per condividere scelte difficili e diffondere fiducia. Decisioni di questo tipo minano alla radice il rapporto con gli elettori e creano, per quanto mi riguarda, un problema politico che, senza un ripensamento da parte di Emiliano, rischia di diventare irrecuperabile". 

Parole di fuoco insomma, figlie di quei veleni e di quella rottura umana e politica mai sanata, dicevamo. A cui si aggiungono quelle demandate al PD di Manfredonia: "Il Partito Democratico di Manfredonia esprime tutta la propria contrarietà alla nomina dell'ex sindaco di Manfredonia, Angelo Riccardi, a consigliere politico in materia ambientale del presidente Michele Emiliano" è scritto in un'altra nota. "È un errore politico gravissimo ed una scelta inopportuna, che genera un corto circuito tra i cittadini e la politica. A partire dalle primarie per la scelta del candidato Presidente, abbiamo sostenuto convintamente il progetto politico di un centro sinistra ampio che individuava in Michele Emiliano la persona che meglio potesse guidare la coalizione e proseguire nella stagione di buon governo del centro sinistra pugliese. Ma la condivisione di un progetto politico, la lealtà istituzionale non devono mai tramutarsi in obbedienza ed accettazione passiva di decisioni, scelte, atti che contraddicono i valori del nostro Partito". 

E ancora: "La nomina di Riccardi rappresenta un grave errore politico, che non ricerca alcun equilibrio, premiando anzi le azioni ondivaghe di Riccardi, il quale, nel solco del peggiore trasformismo politico, in occasione della recente tornata elettorale regionale ha tentato più volte di strappare una candidatura nel centro-destra; sia dal punto dello slancio in termini di qualità dell'azione politica che tale scelta comporta. Abbiamo apprezzato e condiviso la coerenza della scelta politica che ha portato a non candidare Riccardi in nessuna delle liste a sostegno di Emiliano. Tuttavia, questa virata lascia attonita e sgomenta l'intera comunità del PD di Manfredonia, che ha fatto del rinnovamento e della discontinuità, anche nei metodi e nelle logiche, l’obiettivo primario del rilancio della propria azione politica.

Scelte così incomprensibili rischiano di minare il rapporto politico, fiduciario con lo stesso Michele Emiliano. Ma soprattutto è un atto che crea imbarazzo per tutta la città di Manfredonia, che  tenta di anestetizzare con un colpo di spugna gli ultimi accadimenti e l'epilogo della recente esperienza amministrativa.

In un momento storico come questo, specie per le vicende che hanno attraversato un Comune come il nostro, una scelta del genere va nel senso opposto a quello di rinsaldare il legame tra politica e cittadini, nel solco del rispetto delle istituzioni, della trasparenza, della legalità; valori alla base di ogni agire politico. Manfredonia non merita questo!". Si conclude: "Per riallacciare il rapporto con la città di Manfredonia e con il Partito Democratico al Presidente Emiliano non  resta che fare un passo indietro deciso e tornare sui suoi passi. Non vi è spazio per altri ragionamenti ed alchimie politiche. È il momento della nettezza dei  comportamenti e della trasparenza.

Confidiamo che Emiliano prenda atto della volontà di un intero territorio". 

Dal fronte del governatore, sino a questo momento, nessuna parola. D'altro canto, le reazioni, Emiliano, le aveva previste tutte. In particolar modo quelle del PD di Manfredonia. E tuttavia il progetto del presidente, come scrivevamo su queste colonne, non si ferma alla nomina di Riccardi nel suo staff, ma va oltre. Oltre lo stesso PD. E mira a costruire un movimento politico sul territorio che intercetti, supporti e strutturi il movimento di Giuseppe Conte qui in Puglia.

Obiettivo che parte, appunto, da Riccardi e da tutti i candidati della lista Con. Un'ambizione forte, la Puglia laboratorio. Ed è proprio per sfuggire e andare oltre i condizionamenti PD che ha proceduto anche all'allargamento della maggioranza ai 5stelle. I conflitti con i dem, insomma, rischiano di essere solo al primo stadio.

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