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Incandidabilità Landella e 9 ex consiglieri comunali: i giudici si riservano di decidere

La richiesta era stata formulata dal ministero dell'Interno e dalla prefettura di Foggia il 29 ottobre scorso in seguito allo scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune di Foggia

Sulla richiesta di incandidabilità dell'ex sindaco di Foggia, Franco Landella, e di altri nove ex consiglieri comunali tra cui anche l'ex presidente del Consiglio comunale, Leonardo Iaccarino, formulata dal ministero dell'Interno e dalla prefettura di Foggia il 29 ottobre scorso in seguito allo scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune - inizialmente prevista il 14 dicembre scorso (poi rinviata a data odierna) - i giudici della prima sezione civile del Tribunale di Foggia si sono riservati di prendere una decisione.

Gli ex amministratori avevano presentato, attraverso i loro legali, memorie scritte. Tutti - secondo la richiesta avanzata dal Ministero - sono ritenuti responsabili dello scioglimento per mafia del comune di Foggia avvenuto il 6 agosto scorso. Ci sono anche Antonio Capotosto, Dario Iacovangelo, Consalvo Di Pasqua, Liliana Iadarola, Erminia Roberto, Bruno Longo, Pasquale Rignanese e Lucio Ventura. I loro nomi erano comparsi nella relazione che aveva accompagnato lo scioglimento avvenuto ad agosto, "un intreccio di sangue e interessi" (leggi qui).

Con decreto di fissazione dell’udienza con modalità “cartolare” del 7 dicembre le parti erano state autorizzate al deposito telematico di brevi memorie scritte, contenenti le sole istanze e conclusioni in relazione agli adempimenti processuali previsti, entro e non oltre l'11 dello stesso mese, con facoltà di presentare “motivata” istanza di trattazione orale entro e non oltre il 13 dicembre.

In virtù del fatto che alcuna istanza di trattazione orale è stata presentata dagli interessati nel termine previsto e che nessuna delle parti del giudizio si sono costituite successivamente rispetto al termine indicato nel decreto -  "il che rende opportuno, anche alla luce del protocollo intercorso con l’Ordine degli Avvocati di Foggia, un rinvio della causa in prosieguo, a salvaguardia del diritto al contraddittorio delle parti e, segnatamente, di parte ricorrente, che non è stata messa in condizione di contraddire, soprattutto in ordine alle eccezioni, anche di carattere preliminare, sollevate da alcuni resistenti" - era stato autorizzato il deposito di brevi note scritte entro il 18 gennaio prossimo in occasione dell’udienza fissata per il 25 dello stesso mese, "riservando all’esito, dopo aver correttamente instaurato il contraddittorio tra tutte le parti del giudizio, ogni altro adempimento".

Erano state accolte le istanze di rinvio proposte da Liliana Iadarola e da Franco Landella. A novembre l'ex sindaco ha impugnato la sentenza dello scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose ricorrendo al Tar "per ripristinare l'interesse morale della città e degli amministratori" (leggi qui).

Il 14 gennaio scorso il tribunale del Riesame di Bari aveva rigettato gli appelli presentati dalla Procura di Foggia che chiedeva l’arresto bis dell’ex sindaco tornato in libertà dopo l’arresto eseguito nei suoi confronti il 21 maggio dello scorso anno con l’accusa di corruzione e tentata concussione nell’ambito di una inchiesta in cui sono coinvolte 14 persone. Il sindaco di Foggia è difeso dagli avvocati Roberto Sisto e Michele Curtotti.

La Procura di Foggia aveva contestato la decisione di aver optato per la misura dei domiciliari anziché per quella del carcere, oltre all'ordinanza con la quale il gip titolare delle indagini, dieci giorni dopo, aveva rimesso l'ex sindaco e i due consiglieri comunali in libertà (leggi qui). Era stato chiesto l'arresto anche per altri quattro indagati che il 21 maggio scorso erano stati raggiunti dalle ordinanze cautelari nell'ambito dell'inchiesta sul presunto giro di mazzette a Palazzo di Città

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