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Domenica, 28 Aprile 2024
Calcio

Da fuori rosa a leader della mediana: ecco il vero Odjer, il simbolo della rinascita rossonera

Dalla sfida con il Monopoli, Cudini gli ha affidato le chiavi del centrocampo e lui ha risposto a suon di prestazioni sontuose

In pochi pensavano che la stagione di Moses Odjer avrebbe subito una metamorfosi così netta. Sicuramente, era difficile pensarlo durante il mese di gennaio quando il calciatore ghanese è stato per settimane accostato al Brindisi e ad altri club interessati alle sue prestazioni più di quanto lo fosse stato il Foggia dall’estate 2022 a gennaio 2024. Un anno e mezzo in cui è successo un po’ di tutto. Arrivato per essere il perno del Foggia di Boscaglia, Odjer si è poi trovato incastrato nell’imbuto tattico di un sistema di gioco (il 3-5-2 di Gallo) che prevedeva l’impiego di un altro tipo di giocatore al centro della mediana (Petermann). Le cose non sono cambiate né durante il breve interregno di Somma, né con Delio Rossi. Odjer ha alternato titolarità a esclusioni, generando talvolta anche delle discettazioni tattiche circa la sua collocazione. Poi, l’inizio della nuova stagione, con l’esclusione iniziale dal gruppo squadra partito per il ritiro alle dipendenze di Cudini e il successivo reintegro in rosa, seppur mantenendo un minutaggio risicato. Per arrivare al gennaio scorso, trascorso con un piede e mezzo lontano da Foggia, fino a un colloquio con il rientrante Cudini e i vertici societari che ha cambiato il corso della storia: “Ho parlato con il mister, con il diesse e il presidente che mi hanno comunicato la volontà di tenermi in rosa”, racconta Odjer, il quale non lesina anche critiche a se stesso: “Forse la colpa è mia perché non mi allenavo bene. Dopo aver sentito la fiducia della società ho iniziato ad allenarmi meglio”. Si concede anche una battuta legata alla sua famiglia: “Mi hanno minacciato di cacciarmi di casa se non avessi iniziato a giocare bene come a Salerno (ride, ndr)”.

La svolta, in effetti, è arrivata. Un segnale è giunto nella trasferta di Francavilla: il Foggia perse, ma la prestazione di Odjer, subentrato nella ripresa, fu la bozza del risveglio. Poi, dopo il tonfo di Torre del Greco, Cudini ha deciso per il cambio di modulo e consegnando le chiavi del centrocampo all’ex Palermo e Salernitana. Da allora sono arrivati 4 successi, un pareggio e la sconfitta a Benevento dove però il contributo di Odjer è stato ridotto per un colpo alla testa che lo tirò fuori dalla contesa dopo pochi minuti, segno tangibile dell’importanza tecnico-tattica del calciatore, al quale Cudini ormai non rinuncia più.

Odjer è diventato il simbolo della rinascita rossonera, iniziata proprio a margine della brutta sconfitta con la Turris: “Dopo quella partita abbiamo capito che non potevamo permetterci di scendere ancora più giù. Abbiamo cercato tutti di dare qualcosa in più e con il Monopoli abbiamo ottenuto un risultato positivo”.

Il quid in più garantito da Odjer sta avendo un peso specifico notevole, a giudicare anche dall’acclamazione ricevuta durante la gara con il Picerno. Fa poi chiarezza anche su un aspetto tattico più volte dibattuto: “Per me i sistemi di gioco sono tutti uguali. Con Delio Rossi ho giocato in una mediana a tre, a Salerno e Palermo ho giocato spesso a tre. Anche con Boscaglia è capitato di giocare così. Non cambia niente, l’importante è come prepari le partite”.

Domenica, intanto, arriva la capolista Juve Stabia, sempre più vicina alla vittoria del campionato. Le ‘vespe’ cercheranno allo ‘Zac’ punti ulteriori per accorciare la distanza dal traguardo. Ma sarà una sfida importante anche per il Foggia che, nei dieci minuti trascorsi avanti di un gol con il Sorrento, ha occupato una casella in zona playoff: “Stiamo lavorando bene, se ci concentriamo sulla prestazione, il risultato uscirà. Abbiamo passato un momento difficile, ci siamo ripresi, ma pensiamo prima alla salvezza, poi vediamo che cosa succede”.

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