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L'ultimo saluto di Foggia a Franco Di Giuseppe. Il ricordo struggente dell'amico De Leonardis: "Non ti dimenticherò mai amico mio"

I funerali di Franco Di Giuseppe nella Cattedrale di Foggia. L'ultimo saluto all'ex parlamentare della Repubblica e coordinatore provinciale dei Fratelli d'Italia. Il ricordo di Giannicola De Leonardis

Ieri pomeriggio nella Cattedrale di Foggia si sono svolti i funerali di Franco Di Giuseppe, deputato della Democrazia Cristiana dal 1992 al 1994 e figura di spicco del partito di Fratelli d'Italia, deceduto il 25 settembre scorso all'ospedale di Chieti per le gravi ferite riportate nell'incidente stradale avvenuto due mesi prima, il 27 luglio, sulla strada per San Paolo di Civitate, in cui era deceduto sul colpo il fratello Egidio.

Tra i massimi esponenti della Prima Repubblica della provincia di Foggia, Di Giuseppe non ha mai smesso di fare politica, che aveva lasciato a dicembre dello scorso anno quando si era congedato rassegnando le dimissioni da coordinatore provinciale del partito di Meloni. "Sento di aver dato tutto" scrisse nella lettera. (leggi). Nella sua lunga carriera politica aveva ricoperto anche l'incarico di assessore ai Lavori Pubblici della Regione Puglia.

Durante le esequie il figlio e avvocato Oreste, ha letto una lettera dedicata al padre. Un momento toccante culminato con un lungo applauso. Unica nota stonata, rimarcata anche dal parroco, la mancanza del Gonfalone del Comune di Foggia. C'era quello della Regione Puglia.

Uno dei suoi amici fraterni, Giannicola De Leonardis, ha affidato il ricordo di Di Giuseppe a Facebook: "Ciao amico mio, è difficile per me, e per tutti noi, pensare che questo sia l'ultimo saluto a Franco

Lo conoscevo praticamente da sempre, da quando ero un ragazzo con la passione per la politica. Dalla fine degli anni Novanta il nostro rapporto, fatto di quotidiane telefonate, continui confronti, tantissimi viaggi e percorsi politici condivisi insieme, scelte difficili e delicate, si è consolidato ed è diventato sempre più profondo e vero. Franco era sincero, leale, generoso.

Non aveva lati oscuri, non fingeva, non recitava mai un copione, come spesso accade in politica: era sempre se stesso. Mai mosso da interessi personali, mai malato di protagonismo, mai interessato alla propria carriera, innamorato piuttosto della politica vera, quella fatta di passione, progetti, visioni, a servizio della comunità e delle persone più fragili. Io sono uno dei giovani di allora che lo hanno seguito, e l'aver riscosso la sua fiducia mi rende orgoglioso, oggi ancora di più.

Ho imparato tanto da lui, semplicemente seguendo il suo esempio: sempre rispettoso degli avversari politici, mai trattati come nemici, sempre schivo rispetto alle polemiche gratuite e ai toni volutamente esagerati per avere più visibilità, sempre disponibile e pronto a prestare attenzione alle istanze e sollecitazioni di chiunque, sempre aperto al dialogo, al confronto.

Un moderato fiero ed orgoglioso di esserlo, anche quando essere moderato voleva dire andare controcorrente, in anni di opposti estremismi, lontano da slogan e da quello che la politica è poi diventata. Un continuo esempio di equilibrio e saggezza anche nei frangenti in cui perdere l'equilibrio era facile. E anche quando ha vissuto, suo malgrado, un momento delicato sul piano personale, nemmeno in quell'occasione ha alzato i toni, mostrando ancora una volta la sua personalità, la sua compostezza, la sua dignità, lo spessore umano straordinario quanto quello politico.

Franco era diventato il mio riferimento, il riferimento di un gruppo di amici prima ancora che dirigenti o iscritti e simpatizzanti, che si ritrovava insieme a farsi gli auguri in sede alla vigilia di Natale, o sul Gargano in questo stesso periodo per tre giorni intensi che lui organizzava personalmente dopo mesi trascorsi al telefono, curando qualsiasi dettaglio e convincendo ministri a viaggi impossibili pur di garantire la loro presenza e partecipazione, anche solo per poche decine di minuti. Era impossibile dirgli di no, come era impossibile non volergli bene.

Così come è impossibile per me adesso continuare, perché i ricordi e le emozioni che affiorano sono troppe e troppo dolorose. Ciao Franco, buon viaggio lassù. E grazie, semplicemente grazie per tutto quello che hai fatto e per come lo hai fatto. Non ti dimenticherò mai, amico mio".

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