Cosenza-Foggia, le pagelle: i disastri della difesa e il sacrificio dei fantasisti
L'errore di D'Angelo, e l'espulsione di Pambianchi pesano sull'andamento del match. Agnelli e Giglio propiziano il rigore, Cavallaro, Venitucci e Agostinone encomiabili
Un pareggio che vale una vittoria. Perché rimontare in 10 in casa della capolista, non è impresa facile per nessuno. Grande Foggia, che ancora una volta ha dimostrato un carattere fuori dal comune, oltre ad una grande organizzazione tattica, che ha consentito ai rossoneri di non sprofondare quando il punteggio sorrideva ai padroni di casa, e di colpire nel momento opportuno.
Foggia: Narciso 6,5; Loiacono 6 D’Angelo 4,5 Pambianchi 4; Agostinone 7 Agnelli 6,5 Quinto 5,5 D’Allocco 6,5; Venitucci 6,5 (32’st′ Grea 6) Giglio 6,5 Cavallaro 7 (47’st′ Licata s.v.). A disposizione: Monaco, Filosa, Sciannamè, Leonetti, Zizzari. All. Pasquale Padalino 6,5
Narciso 6,5 – Avrà fatto affidamento al corposo campionario di improperi tranesi, per commentare l’erroraccio di D’Angelo. La confusione difensiva non lo risparmia, come testimoniano un paio di interventi difettosi, e la palese difficoltà sui rilanci di piede. Si riscatta nella ripresa con tre interventi importanti con i quali congela il risultato
Loiacono 6 – Anche nella gara di oggi, in cui non gioca la partita del secolo, riesce ad essere il più positivo del pacchetto arretrato. Si arrangia come può nei momenti in cui la squadra sfiora il crollo. Rischia nel finale con quella trattenuta, che l’arbitro (per fortuna) giudica veniale
D’Angelo 4,5 – Dopo tanti episodi in cui ha sfidato la buona sorte, stavolta gli va male. Il controllo sbagliato che regala il gol al Cosenza, suggerisce un approfondito ripasso dei fondamentali, perché se si vuol fare il difensore che imposta, bisogna che al pallone si dia del tu
Pambianchi 4 – Il fallaccio con il quale archivia la sua prestazione, meritava il rosso diretto. L’arbitro sceglie il più mite colore, che in ogni caso gli costa gli spogliatoi. Basta e avanza per meritare un votaccio, che fotografa al meglio un errore che stravolge (in negativo) il match della sua squadra
Agostinone 7 – Già nella prima mezz’ora, dà l’impressione di essere uno dei più propositivi e positivi. Pur con qualche imprecisione, è l’unico a creare pericoli nella retroguardia cosentina. Il sacrificio a cui è chiamato dopo l’espulsione di Pambianchi, e il ruolo di terzino destro ricoperto con grande personalità, fotografano alla perfezione lo spirito battagliero della formazione rossonera
Agnelli 6,5 – Anche lui viene fagocitato dal grigiore collettivo che caratterizza la prima frazione di gioco. Lento e impacciato, si risveglia con il passare dei minuti, ed è determinante nell’azione che porta alla conquista del rigore
Quinto 5,5 – Bissa la prova tutt’altro che esaltante di domenica scorsa. La lentezza di gambe non viene compensata dalla velocità di pensiero. Nel primo tempo soprattutto, sono evidenti le sue difficoltà. Si riscatta parzialmente nella ripresa
D’Allocco 6,5 – Tuttofare della squadra. Spende almeno 3 dei 7 (sempre che non ne abbia di più) polmoni nel tappare buchi e rincorrere gli avversari. E chi se ne frega se la qualità ogni tanto latita
Venitucci 6,5 – Partenza un po’ così, non esaltante. Sua però è la prima conclusione che scalda i guanti al portiere avversario. Poi sale in cattedra il Venitucci che non ti aspetti, quello che ripone nel fodero l’elegante fioretto impugnando il più rude piccone. Esce dopo oltre un’ora senza dopo aver speso tutto
Giglio 6,5 – Nervoso, quasi irritante, per la continuità con cui si lamenta e manda a quel paese i compagni di squadra. Ha però il merito di tenere impegnata da solo l’intera retroguardia rossoblu, poi mette lo zampino (e che zampino) sull’azione che genera il rigore. Gladiatore, un po’ incazzoso
Cavallaro 7 – Vale per lui lo stesso discorso fatto per Venitucci. La realizzazione del penalty, che gli vale il primo posto temporaneo nella classifica cannonieri, gli porta in dote mezzo voto in più
Grea 6 – Entra per lo sfinito Venitucci, per proteggere la corsia di destra
Padalino 7 – Se il difensore regala il gol agli avversari, se un altro difensore si fa cacciare dopo manco mezz’ora, puoi dirgli ben poco, già il dover fronteggiare la costante emergenza, gli vale una “chilata” di attenuanti. Ma se la squadra è riuscita a raddrizzare un match che sembrava perso, grande merito è del suo tecnico, perché l’atteggiamento, l’organizzazione tattica, e il carattere non si costruiscono da soli. Bravo, Mister