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Martedì, 30 Aprile 2024
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Marilisa Magno lascia, il saluto di Foggia senza troppi rimpianti: sulla sostituzione decide il Ministro dell’Interno

La procedura di nomina è la stessa prevista al primo affidamento della gestione ad una commissione straordinaria

Foggia sfida le leggi della probabilità e capita che, seppure per motivi strettamente personali, si ritrovi nella rara casistica delle dimissioni di uno dei tre membri della commissione straordinaria che gestisce il Comune dopo lo scioglimento.

Se ne va Marilisa Magno, prefetto a riposo. Il 16 febbraio ha partecipato per l’ultima volta a una riunione in cui è stato approvato, tra le altre cose, il protocollo di intesa per l’ampliamento del Palazzo di Giustizia, poi ha messo nero su bianco la sua volontà.

Al loro insediamento, lei, Rachele Grandolfo, vice prefetto della Bat, e Sebastiano Giangrande, dirigente della Prefettura di Potenza, avevano stabilito che le funzioni del sindaco, comprese quelle relative all’adozione dei provvedimenti contingibili e urgenti, sarebbero state esercitate indistintamente sia in forma collegiale sia da ciascuno dei singoli componenti. Eppure, agli occhi dell’opinione pubblica a gestire il Comune di Foggia era proprio la commissaria che ha lasciato l’incarico.

A norma di un regolamento del ministero dell’Interno risalente al 1995, del resto, è il componente più anziano a convocare e presiedere le sedute della commissione straordinaria. Per di più, Marilisa Magno era stata dapprima nominata commissario prefettizio, il 25 maggio 2021, a seguito delle dimissioni rassegnate dal sindaco e non revocate entro il termine di venti giorni. Di lì a poco, sono arrivati i decreti di nomina di tre sub-commissari, Rachele Grandolfo, Sebastiano Giangrande, con funzioni vicarie, e Francesco Fasano.

Il 6 agosto 2021, è intervenuto lo scioglimento per infiltrazioni mafiose, e il Comune è stato affidato alla commissione straordinaria. In tre sono rimasti a Palazzo di Città e hanno preso in mano le redini dell’amministrazione.

Nonostante il ruolo alla pari, Marilisa Magno è stata sempre chiamata in causa nelle questioni più spinose. Il rapporto con la stampa, inizialmente, non è stato dei più idilliaci. “Parlano gli atti”, era il suo mantra. Solo a distanza di un anno dal suo arrivo a Foggia ha cambiato registro. Lo scorso 16 dicembre aveva annunciato con entusiasmo che il Comune avrebbe avuto presto un addetto stampa: “Forse abbiamo una nostra incapacità – aveva ammesso - siamo un po’ troppo burocrati, fermi sulle carte, non riusciamo a comunicare molto”.

I motivi di salute che giustificano il disimpegno ammorbidiscono il giudizio dell’opinione pubblica che la saluta augurandole ogni bene, ma sull’operato non sembra rimpiangerla. Sconta, con tutta probabilità, lunghi mesi di chiusura e diffidenza, ma anche scelte impopolari, come il taglio delle scuole comunali dell’infanzia, la decisione politica di affidare per altri nove anni ad Amiu la raccolta dei rifiuti o la gestione dell’emergenza abitativa con l’incubo container che si era materializzato di nuovo.

La commissione, per legge, è composta da tre membri scelti tra funzionari dello Stato, in servizio o in quiescenza, e tra magistrati della giurisdizione ordinaria o amministrativa in quiescenza, e dovrà essere ricostituita. La procedura non è abituale, ma esistono diversi precedenti. Nel Comune di Pagani, in provincia di Salerno, nel 2013 furono sostituiti ben due componenti della commissione straordinaria, e così nel comune di Cirò Marina, in provincia di Crotone, dove tra il 2018 e il 2020 erano stati rimpiazzati due membri impossibilitati a proseguire nell’incarico perché destinati a svolgere le funzioni di prefetto. Nel 2018 è successo anche a Lavagna, in provincia di Genova.

La nomina di un nuovo componente avviene su proposta del ministro dell’Interno con decreto del presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri. Stesso iter dell'affidamento della gestione alla commissione straordinaria.

Di norma, il sostituto è un 'pari grado', quindi potrebbe arrivare un altro prefetto in quiescienza. 

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