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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Lesina

Il dramma annunciato di Varano e Lesina, due laghi morenti tra inerzie e scaricabarile

Riflettori accesi sul Lago di Varano, ma anche nella Laguna di Lesina c’è il forte rischio di proliferazione di un’alga tossica, quindi, di una nuova ecatombe di pesci. Silenzi, inerzie e scaricabarile dietro lo stato di salute dei due laghi

I riflettori sono puntati tutti sul Lago di Varano, lo specchio d’acqua costiero più esteso d’Italia, oggi tristemente marrone. 

A riaccenderli, con una protesta d’altri tempi, è stato il sindaco di Cagnano Varano, Michele Di Pumpo. Tuttavia, sulla vicenda, la Regione lo accusa di essersi fatto sfuggire un finanziamento da 6 milioni di euro. Per di più, nella giornata di ieri, il primo cittadino è finito nel mirino dei colleghi sindaci Rocco di Brina di Carpino e Alessandro Nobiletti di Ischitella, entrambi del Pd e filo Piemontesi (per i dettagli cliccare su questo link).

Ebbene sì, dicevamo che oggi amministratori locali, ma soprattutto Regione Puglia e Arpa, sono concentrati sul pessimo stato di salute della Laguna di Varano. L’energica dimostrazione di Michele Di Pumpo, se non altro, ha consentito di avviare il monitoraggio delle acque, mentre da Bari sono state annunciate anche le somme straordinarie per i primissimi interventi, urgenti e non più rimandabili. Venerdì, alle 10, si terrà un tavolo in Prefettura.

Nel frattempo sui social c'è chi non dimentica di ricordare che la ‘Terra dei Laghi’ comprende anche la Laguna di Lesina

"Varano e Lesina due laghi asfittici ormai in agonia. Solidarietà al sindaco di Cagnano, l'unica voce di protesta che si solleva, isolata, dal centro del lago a difesa di un'economia ittica che muore, devastanti le ripercussioni sul turismo che si potrebbero verificare. Non trascurabile la completa assenza di fauna migrante e stanziale. Latitanza dell'ente gestore, i due laghi ricadono nel Parco Nazionale del Gargano. Nessun intervento da parte della Regione Puglia per il dragaggio dei canali artificiali di Foce Varano, Capoiale, Schiapparo e Acquarotta. Intervenire su queste vie d'acqua che collegano i laghi al mare è urgentissimo, ridarebbero ossigeno alle acque ormai cianotiche e nuova vita a due preziose risorse del nostro territorio"

Lo scorso autunno – come ampiamente documentato su queste colonne – il Comune di Lesina aveva chiesto alla Regione Puglia il riconoscimento dello stato di calamità naturale a seguito della moria di pesci che lasciava presagire “un possibile disastro ambientale”, esattamente così come aveva fatto, mettendo nero su bianco, la Giunta guidata da Primiano Di Mauro. Era il 28 ottobre 2022.

In quello stesso giorno, in una conferenza di servizi, era stata acclarata l’estrema gravità della situazione nella laguna. Tutti i partecipanti - Comune di Lesina, Parco nazionale del Gargano, Cnr di Lesina e Arpa Puglia intervenuta per delega delle strutture regionali invitate - avevano riconosciuto “l'effettiva sussistenza del particolare e preoccupante fenomeno, pur non potendo con sicurezza indicare la causa o le concause, essendo certi solo i devastanti effetti, visibili ictu oculi”.

Era stato ipotizzato che il fenomeno fosse dovuto all’assenza di piogge e al protrarsi delle elevate temperature ben oltre la stagione estiva. E ancora, in una terza conferenza di servizi che si svolse l’8 novembre, il dott. Ungaro dell’Arpa, aveva anticipato alcuni dati parziali delle analisi dei campioni prelevati il 3 novembre, in prossimità della foce Schiapparo, del Canale Acquarotta e della zona centrale della Laguna. L’esito? Ipossia molto diffusa e ben poche situazioni con valori normali.

La situazione più critica era stata segnalata presso la foce del canale Schiapparo, quando durante il sopralluogo del 24 ottobre, l'amministrazione, insieme ai tecnici comunali, alla Polizia Municipale e agli esperti, avevano rilevato la “completa ostruzione delle griglie della chiusa, un avanzato stato di fatiscenza del sistema idraulico di sollevamento, con particolare riferimento alle parti meccaniche ed elettriche, l’assenza del generatore e di ogni altra apparecchiatura necessaria al funzionamento dell’impianto”.

Essendo le morie di pesci, “allarmanti per quantità e per diffusione lungo il perimetro della Laguna”, il Comune aveva considerato necessari interventi tecnici urgenti e straordinari per fronteggiare l’emergenza, oltre a interventi di più lungo periodo a tutela della laguna. Dunque, aveva chiesto alla Regione Puglia di attivare le misure previste per lavori pubblici in via d’urgenza e gli aiuti alle imprese locali della pesca e dell’acquacoltura per i danni subiti a causa della distruzione della materia ittica.

Chi si era fatto promotore di coordinare il tavolo di lavoro così da poter intervenire con provvedimenti urgenti ed immediati, era stato il Parco del Gargano. La proposta includeva anche il Lago di Varano.

A distanza di alcuni mesi, vien da chiedersi che fine abbiano fatto le buone intenzioni dell’Ente guidato da Pasquale Pazienza (qui le precisazioni dell'Ente Parco Nazionale del Gargano), atteso che, con le temperature elevate e la mancanza di piogge, nella Laguna di Lesina c’è il forte rischio di proliferazione di un'alga tossica. Ergo, di una nuova ecatombe di pesci. Della situazione di Varano sappiamo già. 

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