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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca Apricena

Femminicidio Frino, in aula la deposizione della figlia maggiore della vittima

A giudizio, dinanzi alla Corte d'Assise, vi è il marito della donna, Angelo Di Lella. Le domande delle parti si sarebbero concentrate sulla ricostruzione dei momenti che hanno preceduto e seguito il delitto

Un racconto lucido nella ricostruzione e forte nei toni e nei contenuti. E’ quello reso quest’oggi, dinanzi alla Corte d’Assise di Foggia, dalla figlia maggiore di Giovanna Frino, uccisa dal marito a colpi di pistola nel dicembre 2022, ad Apricena.

Nel corso della deposizione - che si è tenuta 'a porte chiuse', su richiesta del pubblico ministero Mongielli - sono stati ripercorsi i momenti salienti della mattinata in cui l’ex guardia giurata Angelo Di Lella ha, secondo l'accusa, premuto tre volte il grilletto contro la moglie, uccidendola tra le mura domestiche. Per il fatto, l’uomo è in attesa di giudizio dinanzi alla Corte d’Assise di Foggia con l’accusa di omicidio aggravato dalla premeditazione e maltrattamenti.

La ragazza ha risposto a tutte le domande di pubblica accusa, difesa e parti civili; la ricostruzione fornita in aula ha ricalcato sostanzialmente quanto già dichiarato all'epoca agli investigatori, i cui verbali - insieme a quelli di altri due testi, entrambi familiari della vittima e per i quali c’è stata rinuncia all’ascolto - sono stati acquisiti nel fascicolo.

Le domande poste dalle parti si sarebbero concentrate sulla ricostruzione dei momenti che hanno preceduto e seguito il delitto, cui - lo ricordiamo - assistette un’altra figlia della coppia (qui la deposizione), presente in casa in quel momento. Tutte le figlie si sono costituite parte civile nel procedimento, rappresentate dall’avvocato Ermenegildo Russo, insieme ad altri familiari di Giovanna (con l’avvocato Nicola Marro) e alle associazioni di tutela e difesa delle donne, Impegno Donna e Filo d’Arianna. In aula era presente l’imputato, difeso dall’avvocato Antonio Gabrieli. 

LA VICENDA | Il fatto di sangue è avvenuto lo scorso 16 dicembre, intorno alle 12, nell’appartamento di via Saragat, dove la coppia - sposata da circa 20 anni - viveva con le tre figlie, una delle quali presente in casa perché influenzata. La donna è stata uccisa con tre colpi di pistola al petto, esplosi con una calibro 9, legalmente detenuta dall'uomo. Subito dopo il fatto, l’uomo si è barricato in casa, arrendendosi solo dopo una ‘trattativa’ durata circa 15 minuti, ingaggiata con il maresciallo della stazione di Apricena, che ha convinto l’uomo ad aprire la porta. Di Lella non ha mai confessato l'omicidio Dinanzi al gip per l'interrogatorio di garanzia, l'uomo si avvalse della facoltà di non rispondere. 

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