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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

Uccisa dal marito in casa: in aula la ricostruzione della figlia-testimone dell'omicidio di Giovanna

L'udienza si è svolta a porte chiuse, su espressa richiesta delle parti. Il processo proseguirà ad aprile, con l’ascolto di altri tre testi indicati dalla pubblica accusa

Una testimonianza emotivamente forte, ma lucida e precisa. E’ quella resa oggi, davanti alla Corte d’Assise del Tribunale di Foggia, dalla figlia, oggi 19enne, di Giovanna Frino, la donna uccisa a colpi di pistola dal marito Angelo Di Lella, nel dicembre 2022, ad Apricena. L’uomo, ex guardia giurata, è ora a giudizio per omicidio aggravato dalla premeditazione e maltrattamenti.

Un testimonianza-chiave, quella della ragazza, all’epoca dei fatti minorenne, che assistette al femminicidio della madre (quella mattina era in casa, e non a scuola, perché influenzata) e fu la prima a chiedere aiuto. La ragazza ha risposto alle domande della pubblica accusa (pm Mongielli), difesa e parti civili, ma le sue dichiarazioni sono state rese 'a porte chiuse', su esplicita richiesta delle parti, accolta dopo una breve Camera di Consiglio.

Al termine dell’udienza, seguita da legali e tutori, la 19enne è sembrata provata dall’aver ripercorso e rivissuto quei drammatici momenti, ma anche determinata ad essere parte attiva nel processo, come già dimostrato dalla volontà di costituirsi parte civile, insieme alle sorelle, tutte rappresentate dall’avvocato Ermenegildo Russo, ai familiari di Giovanna (con l’avvocato Nicola Marro) e alle associazioni di tutela e difesa delle donne, Impegno Donna e Filo d’Arianna.

La ricostruzione fornita dalla ragazza ha ricalcato sostanzialmente quanto già dichiarato all'epoca agli investigatori; le domande poste dalle parti si sarebbero concentrate sulla ricostruzione e sulla dinamica del delitto, al fine di appurare - come riportato nel capo di imputazione - aspetti della vicenda quali la premeditazione del femminicidio e precedenti maltrattamenti.

All’intera deposizione ha assistito l’imputato (difeso dall’avvocato Antonio Gabrieli), presente in aula. Il processo proseguirà ad aprile, con l’ascolto di altri tre testi indicati dalla pubblica accusa: si tratta dell’altra figlia della vittima e di due sorelle.

LA VICENDA | Il fatto di sangue è avvenuto lo scorso 16 dicembre, intorno alle 12, nell’appartamento di via Saragat, dove la coppia - sposata da circa 20 anni - viveva con le tre figlie, una delle quali presente in casa perché influenzata. La donna è stata uccisa con tre colpi di pistola al petto, esplosi con una calibro 9, legalmente detenuta dall'uomo. Subito dopo il fatto, l’uomo si è barricato in casa, arrendendosi solo dopo una ‘trattativa’ durata circa 15 minuti, ingaggiata con il maresciallo della stazione di Apricena, che ha convinto l’uomo ad aprire la porta. Di Lella non ha mai confessato l'omicidio Dinanzi al gip per l'interrogatorio di garanzia, l'uomo si avvalse della facoltà di non rispondere. 

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