rotate-mobile
Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

Salvatore Prencipe, chi era il pezzo grosso della 'Società Foggiana' libero dal 2015 ucciso sotto casa

Il 21 settembre 1999 fu vittima di un agguato presso un bar di via Giuseppe Fania a Foggia. Perse la vita Matteo De Candia, vittima innocente della sanguinosa guerra di mafia tra i clan

L'omicidio di Salvatore Prencipe, ritenuto una delle tre figure apicali del clan a tre, con Federico Trisciuoglio e Raffaele Tolonese, ha riportato i foggiani indietro di 23 anni, alla sera del 21 settembre 1999 quando davanti al bar Elia di via Giuseppe Fania, mentre Prencipe era in compagnia di Federico Trisciuoglio (deceduto nell'ottobre 2022) e di Leonardo Piserchia (scampato alla strage di Bacardi e assassinato il 24 ottobre dello stesso anno), fu vittima di un agguato in stile mafioso.

Due soggetti giunti in moto nei pressi del locale, esplosero una quarantina di colpi di kalashnikov ferendo di striscio Prencipe e Trisciuoglio.

La sventagliata di proiettili provocò però la morte di Matteo Di Candia, pensionato 62enne che in quel momento festeggiava con gli amici il suo onomastico.

Nella sparatoria rimase ferito anche un altro avventore del bar, un pensionato di 65 anni.

Quattro anni fa e a 20 anni dall'omicidio, a Matteo, vittima innocente di mafia, è stata intitolata la sede dell'Auser.

"Non esiste un posto sbagliato o un momento sbagliato per le persone vittime delle mafie: al posto sbagliato ci sono sempre i mafiosi”

In quella occasione, ai microfoni di FoggiaToday, una delle persone presenti aveva rilasciato una testimonianza di quei drammatici istanti: "Io e un collega di lavoro eravamo in macchina quando a un tratto ci è passata questa motocicletta con due persone davanti nella curva dove c'è il bar all'angolo si sono fermati perché cercavano, diciamo, chi dovevano...A un certo punto hanno cominciato a mitragliare con le mitragliette. Non c'era più un vetro intero nel bar. Di Candia era accasciato sul tavolino. Il cagnolino, ferito, sembrava perdesse sangue. Evidentemente, diciamo, quello che doveva...ha cominciato a scappare tra le macchine e loro lo hanno rincorso a piedi..."

Apparve subito evidente che l'azione criminosa avesse come obiettivo l'eliminazione di Trisciuoglio e di Prencipe, verosimilmente per conto della batteria opposta dei Sinesi (come riporta il pm Antonio Laronga nel libro 'Quarta Mafia'). 

In carcere dal 2004, Salvatore Prencipe era tornato in libertà nel 2015 dopo aver scontato una condanna per associazione mafiosa, traffico e spaccio di stupefacenti.

Negli ultimi tempi pare si fosse allontanato dal mondo della malavita organizzata. Nei primi anni Duemila era stato titolare insieme ad altre due persone dell'impresa di onoranze funebri denominata 'La nuova funeraria', nella cui sede, il 19 aprile 2003, fu compiuto un omicidio. 

Assassinato il 20 maggio in viale Kennedy al Cep con due colpi di fucile al volto e al torace mentre era fermo in auto nei pressi dell'appartamento in cui viveva con la madre, Prencipe era stato arrestato durante le operazioni Double Edge del 2002 (condannato a tre anni) e Poseidon del 2004 (condannato a 13 anni e sei mesi). 

Gli inquirenti avrebbero acquisito i filmati delle telecamere della zona, che potrebbero rivelarsi fondamentali così come le testimonianze di chi avrebbe visto il killer del 59enne arrivare a piedi da una strada adiacente.

Sono in corso anche le indagini sull’auto ritrovata in via Sprecacenere poco dopo l’agguato, una Fiat Grande Punto data alle fiamme in un terreno agricolo.


 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Salvatore Prencipe, chi era il pezzo grosso della 'Società Foggiana' libero dal 2015 ucciso sotto casa

FoggiaToday è in caricamento