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Cronaca

Tra doping e stimolatori ormonali per cani, l'altra faccia del body-building: quattro arresti

E’ quanto scoperto da polizia e guardia di finanza nel corso delle indagini, coordinate dalla Procura di Foggia, scaturite dalla morte del giovane Giovanni Racano, culturista foggiano di 30 anni. In quattro finiscono ai domiciliari

Un vasto giro di sostanze dopanti di dubbia provenienza e di stabilizzatori ormonali per animali diffusi in totale clandestinità nelle palestre di Capitanata, e destinati ad atleti e body builder della zona. E’ quanto scoperto da polizia e guardia di finanza nel corso delle indagini, coordinate dalla Procura di Foggia, scaturite dalla morte del giovane Giovanni Racano, culturista foggiano di 30 anni. All’esito dell’operazione “Spartacus”, quattro persone sono finite ai domiciliari per violazioni della normativa antidoping e commercio di farmaci attraverso canali diversi dalle farmacie aperte al pubblico. Si tratta di Maurizio Caricchia, 48enne foggiano con precedenti specifici, Domenico Bruno di 29 anni, Jonata Rinaldi, 26enne di Manfredonia dove è titolare di una palestra e di Gianfranco Abazia, foggiano di 47 anni.

"Attenti a non cadere nella trappola di presunti preparatori atletici" | VIDEO

"Indagine maturata in condizioni di estrema omertà" 

Un’indagine complessa, maturata in condizioni di estrema omertà a seguito della denuncia presentata dal padre di Racano, mentre il figlio era ricoverato in gravissime condizioni di salute, nel policlinico foggiano e poi in quello barese, prima di morire il 17 aprile dello scorso anno. Più di 20 i body-builder agonisti ascoltati da polizia e fiamme gialle, ma nessuno ha collaborato nelle indagini. Nonostante le resistenze del settore, gli inquirenti sono riusciti, nel tempo, a tratteggiare un quadro di grave allarme sociale, basato su taciti accordi clandestini tra preparatori atletici e body-builder che, in vista delle gare, sono disposti ad assumersi ed iniettarsi farmaci e integratori di dubbia provenienza e dai costi elevatissimi. Nel corso delle indagini, infatti, si è proceduto al sequestro di oltre 1.500 confezioni di farmaci dopanti, la maggior parte prodotti in Cina e in India, altri ad uso veterinario, come stimolatori di crescita e stabilizzatori ormonali per animali. Difficile stabilire al momento il giro d’affari stimato: si tratta di prodotti immessi sul territorio in totale clandestinità e, quindi, a caro prezzo.

Perquisizioni a tappeto, sequestrate 1500 confezioni di farmaci

Nel corso delle indagini, polizia e guardia di finanza sono riusciti ad individuare i luoghi in cui gli indagati nascondevano le sostanze che commercializzavano: il 4 maggio 2016 è stato scoperto un immobile in via Polare, a Foggia, ad uso di Claudio Imperio, dove erano presenti farmaci dopante e si constatava l’utilizzo e la somministrazione degli stessi in quel luogo. Un mese dopo, il 10 giugno, blitz in due palestre di Cassano allo Ionio (CS), di proprietà di Vincenzo Dattoli, dove presumibilmente si andava a rifornire di farmaci dopanti l’indagato Caricchia, che utilizzava anche utilizzava un garage di famiglia in via Ruggiero Grieco a Foggia, dove - ben occultati in alcuni cartoni - erano presenti altri farmaci di natura dopante. Stessa cosa per Domenico Bruno che utilizzava, invece, un locale interrato in via Natola. Ancora farmaci e integratori di dubbia provenienza sono stati sequestrati a carico di Abazia e Rinaldi, nelle rispettive abitazioni o palestre.

Maxi-sequestro di anabolizzanti | FOTO R. D'AGOSTINO

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