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Cronaca

Sostanze dopanti e farmaci per cani: il lato oscuro dei body-builder di Capitanata

Oltre 1500 farmaci dopanti sono stati sequestrati da polizia e guardia di finanza, che hanno proceduto all'arresto di un calabrese di 43 anni e alla denuncia di sei persone, tra atleti assuntori e titolari di palestre

Oltre 1500 confezioni di farmaci e sostanze dopanti e anabolizzanti, tra cui anche medicinali per cani: è quanto sequestrato da polizia e Guardia di Finanza, tra Foggia e Cosenza, nell’ambito delle indagini scaturite dopo la morte di un body-builder foggiano, morto dopo essersi iniettato anabolizzante in una gamba. Si continuano a setacciare palestre e abitazioni di preparatori atletici e body-builder, per ricostruire la “filiera” del traffico di sostanze dopanti e anabolizzanti utilizzate in questo segmento sportivo.

Maxi-sequestro di anabolizzanti | FOTO R. D'AGOSTINO

Un mercato sommerso venuto prepotentemente a galla lo scorso aprile, con la morte del body-builder foggiano Gianni Racano ed il ricovero d’urgenza di un altro atleta per complicanze dovute all’assunzione di sostanze dopanti. Dopo i primi controlli, gli agenti della squadra mobile di Foggia e gli uomini delle fiamme gialle hanno eseguito ulteriori tredici perquisizioni in abitazioni e palestre frequentate da vari body builder della provincia di Foggia, scoprendo contatti anche con la provincia di Cosenza.

I controlli hanno portato al sequestro di oltre 1500 medicinali contenenti principi attivi dopanti (tra compresse, fiale, boccette e bustine), 69 documenti attestanti la commercializzazione illecita di medicinali dopanti, 97 siringhe, telefoni cellulari e pc. Tra i farmaci, vi erano anche medicinali per uso veterinario i cui principi attivi venivano sfruttati per migliorare le prestazioni fisiche e “gonfiare” i muscoli. Oltre al mercato del web, dunque, la vendita di questi prodotti passava anche attraverso l’asse Calabri-Puglia.

Per il fatto, la polizia ha arrestato Vincenzo Dattoli, 43enne di Cassano Ionio, titolare di due palestre in Calabria, nelle quali è stato trovato gran parte del materiale sequestrato (il resto nelle palestre di Manfredonia e Cerignola), e ha denunciato altre sei persone. Di queste, tre - i titolari di due palestre di Manfredonia e Cerignola e un atleta foggiano - sono state denunciate per commercializzazione di sostanze dopanti, altre tre sono state denunciate in quanto consumatori.

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