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Lucia Abruzzese, la guardalinee foggiana alla corte della Fifa

Intervista alla guardalinee 36enne inserita dalla Fifa nell'elenco dei nuovi assistenti internazionali. Al quarto anno in Lega Pro. Mamma di due bimbi, durante la settimana gestisce anche una palestra

In principio fu la toscana Cristina Cini a rompere gli schemi e ad interrompere il monopolio maschile in tema di giacchette nere, diventando la prima guardalinee donna in Italia. Correva l'anno 2003 e la signora Cini fu designata come una degli assistenti dell'arbitro Pieri nella gara tra gli allora campioni d'Italia della Juve e il Chievo di Del Neri.

L'ascesa  si completerà con la nomina ad internazionale l'anno successivo  e l'esordio in Champions League nel 2007. Ma quella partita di campionato rappresentò una svolta per la categoria degli arbitri, l'inizio di una nuova era, in cui la presenza di donne in giacchetta nera non sarà più utopia, né desterà sorprese.

Dall'inizio del 2012. anche una foggiana è entrata a far parte del gruppo degli assistenti internazionali. Lucia Abruzzese, trentasei anni, della sezione di Foggia, al quarto anno in C.A.N. PRO, si aggiunge alla succitata Cini, a Giuliana Guarino e a Romina Santuari. Un traguardo che inorgoglisce la diretta interessata.

Lucia Abruzzese, assistente internazionale. Quale è stata la sua prima reazione dopo aver saputo che il proprio nome era stato inserito dalla Fifa nell'elenco dei nuovi assistenti internazionali?

E' senz'altro una nomina di particolare prestigio, certifica l'aspirazione maggiore che noi arbitri e assistenti coltiviamo una volta che si inizia questo percorso. Diventare internazionale è il traguardo a cui aspiriamo un pò tutti.

Com'è nata  questa passione per la giacchetta nera?

Diciamo che sono stata trascinata da alcuni amici, poi la passione cresce giorno dopo giorno, e una volta che ci sei dentro ci rimani e ne sei felice. A questo si aggiunge che sono sempre stata una sportiva e amante del calcio.

C'è un collega che sei solita individuare come punto di riferimento?

Da pugliese posso dire che la nostra regione può vantare un numero considerevole di arbitri e assistenti che hanno fatto la storia della categoria. Senza allontanarmi dalla Puglia, posso dire che Flaviano Lanciano e Stefano Ayroldi sono due assoluti punti di riferimento e due esempi da seguire. La loro carriera parla da sé.

Arbitro nel weekend, durante la settimana gestore di una palestra e mamma di due bimbi. Come riesce a conciliare la "doppia vita"?

Per fortuna gli impegni come assistente si riducono quasi esclusivamente al fine settimana. Forse qualche piccolo disagio potrà sorgere il prossimo mese quando andrò ad Oslo per otto giorni per gli impegni internazionali. Però per conciliare le varie attività serve una famiglia unita e fortunatamente posso contare sul sostegno di tutti. Ormai sono tutti abituati al mio modo diverso di fare sport, ma confesso che senza il giusto supporto e l'unità di intenti sarebbe impossibile andare avanti.

Concludendo, come prossimo traguardo c'è la massima serie...

Ogni sportivo deve sempre porsi un obiettivo da raggiungere, anche dopo aver conquistato un traguardo. Se non si possiedono ambizioni non puoi scendere in campo. Ora sono in Lega Pro, quindi il prossimo step è la serie B e a quella categoria miro, con la consapevolezza però della grande concorrenza esistente, essendo tanti i colleghi bravi che si stanno distinguendo per le proprie ottime prestazioni. Ad oggi penso che la mia stagione sia stata positiva. Non sono l'unica, però mi gioco le mie carte.
 

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