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Foggia-Virtus Francavilla 0-0: le pagelle dei rossoneri

Brutta prestazione dei rossoneri. Solo Nobile strappa un voto altamente positivo. Male la difesa, a parte Salines. Beretta ancora fuori condizione e le scelte a centrocampo di Cudini non convincono

FOGGIA (3-4-1-2) Nobile 7; Salines 6 (38’st Idrissou) Marzupio 5 (9’st Vezzoni 5,5) Carillo 5,5; Garattoni 5 Marino 5 (1’st Schenetti 5,5) Di Noia 6 Rizzo 5,5; Martini 5,5 (32’st Fiorini 6); Peralta 5,5 Beretta 4,5 (1’st Tonin 5,5). A disposizione: Cucchietti, De Simone, Vacca, Pazienza, Antonacci, Agnelli, Fiorini, Papazov, Rossi, Brancato, Embalo. Allenatore: Cudini 5,5

VIRTUS FRANCAVILLA (3-5-2) Forte 6; Accardi 6 Montagudo 6 De Marino 6,5; Di Marco 6,5 Izzillo 6,5 (38’st Elimelech s.v.) Fornito 6,5 (29’st Risolo 6) Macca 6 Biondi 6,5; Artistico 6,5 (29’st Polidori 5,5) Giovinco 5,5 (20’st Zuppel 6). A disposizione: Carretta, Lucatelli, Carella, Lo Duca, Serio, Yakubiv, Elimelech, Fekete, Latagliata. Allenatore: Villa 6,5

Arbitro: Castellone 6

Assistenti: Minafra 6 - D’Ascanio 6

Nobile 7 – Il vero miracolo lo compie sul colpo di testa di Izzillo. Gli altri interventi rientrano nell’alveo della normale amministrazione, che comunque non è cosa scontata a giudicare da certe topiche che si vedono anche ad alti livelli. Rispetto all’esordio, trasmette sempre più sicurezza. E piazza la terza gara di fila senza beccare gol. 

Salines 6 – A parte il mezzo svarione sul contropiede che porta Giovinco a un passo dal gol, è il più positivo nel terzetto arretrato. Trova pure il tempo di lanciarsi in qualche sortita offensiva. Ma la cosa migliore la fa quando con una pregevole chiusura in scivolata scongiura una potenziale grossa occasione per gli osptiti (38’st Idrissou s.v. – Pochi minuti per meritare un voto, ma se le premesse sono queste, non c’è da sperare molto. Nei dieci minuti e poco più che disputa è una centrifuga di falli ed errori tecnici). 

Marzupio 5 – Senza le adeguate protezioni, con il campo che si allarga e allunga, va in palese affanno. La fortuna è che gli avanti della Virtus non sono due marpioni dell’area di rigore. Chiude con un infortunio, dopo aver beccato il terzo giallo in quattro gare (9’st Vezzoni 5,5 – Dà la sensazione di poter creare qualcosa di interessante da un momento all’altro, ma resta solo la sensazione. Non è neanche fortunato a metà ripresa, quando trova l’inserimento giusto, ma Schenetti preferisce ignorarlo e calciare). 

Carillo 5,5 – Per dirla alla Gadda, rischia di combinare un pasticciaccio quando con Rizzo si fa buggerare in velocità da Artistico. A quel punto, si era già compiuto il passaggio dal centrosinistra a guida della retroguardia. Ma in entrambe le posizioni non trasmette mai grossa sicurezza. 

Garattoni 5 – Brutta partita, poco da dire. Spinge poco nella prima frazione anche perché poco sollecitato. Lo si vede di più nella ripresa, senza tuttavia prodursi nei proverbiali e devastanti inserimenti. Dietro, si balla e parecchio. Rischia il patatrac (rigore) su una percussione di Biondi, poi interrotta da Salines. 

Marino 5 – Agnello sacrificale di un primo tempo al termine del quale sarebbe stato opportuno cambiare quasi tutto l’undici. Ma nel calcio non si può e allora Cudini richiama in panchina lui. Piazzato nella mediana a due, fa fatica a trovare riferimenti e distanze. A lui che piace giocare tanto la palla, tocca più un lavoro di corsa e contenimento che non è nelle sue corde. A fine frazione Cudini lo avanza sulla trequarti, con risultati modesti (1’st Schenetti 5,5 – Il voto non è alla prestazione, ma alla ‘cattiveria’ delle scelte. Parte bene con una giocata super conclusa con un tiro fuori dallo specchio. La riga con la matita blu va posta sulle due conclusioni dal limite preferite allo scarico sull’accorrente Vezzoni – in particolare la prima – che avrebbero potuto cambiare le sorti del match). 

Di Noia 6 – La sensazione è che lì nel mezzo – per dirla alla Ligabue – sia l’unico realmente imprescindibile. Tuttavia, il modulo col trequartista rischia di penalizzare anche lui, che per tutta la gara è costretto a fare il regista, la mezzala e il mediano. E quando si fanno così tante cose, la percentuale di errori tende logicamente ad aumentare. Alterna grandi intuizioni a errori banali. Sfortunato sul corner di Peralta al 26’, quando trova il tempo dell’inzuccata, non la precisione per bucare Forte. 

Rizzo 5 – A inizio ripresa, con il forfait di Marzupio, ritrova il suo ruolo di braccetto. Eppure, strano a dirsi, in quel momento cominciano gli affanni. Due volte in campo aperto la Virtus rischia di far male proprio sul suo versante e in entrambe le occasioni è protagonista in negativo. 

Martini 5,5 – Ha l’umiltà, nel post gara, di non cercare scuse e ammettere la mediocrità della prestazione. Eppure, gli alibi non gli mancherebbero. Perché sì, ha i tempi giusti nell’attacco della profondità, come si chiede spesso alle mezzali moderne, ma giocare da trequartista assaltatore è un’altra cosa. Tirando le somme, finisce più per fare il segugio di Fornito. Nella ripresa torna in mezzo, senza che le cose cambino molto (32’st Fiorini 6 – Poche cose, ma apprezzabili. Entra col cipiglio di chi sa che cosa fare, cioè, dare un po’ di ordine a un centrocampo che ordine non ne ha).

Peralta 5,5 – Ritrova la titolarità: non accadeva dalla finale di Lecco. Fluttua sulla trequarti, prediligendo il lato destro dove però le invenzioni restano progetti abbozzati senza alcun brevetto. Con l’ingresso di Schenetti beneficia del fatto di avere una persona che parla una lingua affine e migliora leggermente. Ma da lui ci si aspetta ben altro. 

Beretta 4,5 – Atleticamente non ne ha e la cosa è palese. Cudini, però, fa bene a mandarlo in campo, anche perché un giocatore come lui ha bisogno di giocare per entrare in condizione. Sempre che il fisico lo voglia. Per un tempo è quasi un fantasma. Una sola giocata di qualità, chiusa con un passaggio al centro oratoriale. Poi, la luce – già piuttosto fioca – si spegne definitivamente (1’st Tonin 5,5 – Sue le due conclusioni sullo specchio della ripresa. Forte c’è, anche perché sono entrambe abbastanza centrali. È il plus che garantisce rispetto a Beretta, ma per il resto non è che la sua prova sia indimenticabile. Mette in fila svariati errori tecnici – come un banale controllo che spegne sul nascere una potenziale ripartenza nei minuti finali – che farebbero storcere il naso anche in Eccellenza, figuriamoci in serie C). 

Cudini 5,5 – I tanti impegni ravvicinati giustificano le rotazioni, un po’ meno certe scelte apparse piuttosto cervellotiche. Martini trequartista con Marino nella mediana a due, snatura totalmente il centrocampo e finisce per destabilizzare l’intera squadra. Senza contare che il ricorso in sé al trequartista – chiunque esso sia – va un po’ a intaccare gli equilibri di squadra, mancando giocatori in grado di destreggiarsi in una mediana a due. C’è poi la questione attacco: gli avanti non sono dei cecchini, ma è l’intera fase offensiva che non convince. Proprio il Foggia dell’anno scorso insegna che si può segnare, e tanto, anche senza avere un bomber implacabile. Ed è lì che si deve lavorare: sui movimenti senza palla, sugli inserimenti di mezzali e quinti, sul riempimento dell’area con più giocatori. Tutte situazioni che, al netto dei moduli, si fa fatica ancora a vedere. Ma il tempo è dalla sua parte. 
 

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