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"Per tutto questo schifo che ci circonda", la Nord diserta le gare casalinghe: "Centro della curva vuota fino a fine stagione"

Con un lungo post gli ultras della curva intitolata alla memoria di Franco Mancini hanno motivato la scelta: dai risultati sul campo all'immobilismo della società, fino all'azione della nuova Amministrazione comunale e delle istituzioni locali

Una forma di protesta contro "tutto questo schifo che ci circonda", dai risultati sul campo all'immobilismo della società, fino all'azione della nuova Amministrazione comunale "rea e complice anch'essa di un ennesima chiusura dello stadio Zaccheria" passando per le istituzioni locali e al loro "accanimento" contro gli ultras. Sono le motivazioni dietro alla decisione della Curva Nord di disertare le gare casalinghe, lasciando vacante il centro della curva. L'annuncio è arrivato ieri sera, a mezzo social, proprio mentre il Foggia cadeva rovinosamente in quel di Giugliano.

Con un lungo post gli ultras della curva intitolata alla memoria di Franco Mancini hanno motivato la scelta, facendo una ricostruzione dell'ultimo periodo, a partire dai giorni immediatamente successivi alla finale playoff persa contro il Lecco: "Abbiamo cominciato questo campionato con l'amaro in bocca, per una mancata promozione e per una stagione che si apprestava a partire certamente non con le migliori premesse, dipese esclusivamente da una società che aveva deciso anzitempo di tirare i remi in barca". Gli ultras lamentano l'assenza di imprenditori e/o cordate disposte seriamente a prendere in mano le redini del club: "Abbiamo sperato arrivasse qualcuno innamorato pazzo del Foggia Calcio, qualcuno magari deluso dalla sconfitta di Lecco, che per orgoglio potesse subentrare ad una società "dimissionaria" con una programmazione seria che questa città certamente merita. Invece ci siamo accorti di vivere in un poema Leopardiano in cui speranza e illusioni vengono distrutti dall'amara realtà: nessun imprenditore, nessuna cordata locale, solo chiacchiere di giornali e amanti dei social".

Da qui la decisione di temporeggiare: "In quel momento, come un pugile messo all'angolo, abbiamo deciso di continuare ad incassare, a prendere la strada più difficile, a prepararci a vivere mesi di tormentata agonia, lasciando in ogni caso fosse sempre il campo il giudice supremo".

Si fa riferimento all'incontro avvenuto in estate con il patron, che ribadì ai gruppi organizzati quel che aveva dichiarato in conferenza stampa, ovvero un campionato dignitoso: "Ci promise che sarebbe stata comunque una stagione dignitosa e che avremmo tranquillamente centrato l'obiettivo dei play-off nella speranza (nostra) che con l'insediarsi della nuova giunta comunale si fosse riusciti a mettere attorno allo stesso tavolo soggetti solidi con progetti solidi. Abbiamo ancora una volta cercato di agire per il bene e abbiamo dato fiducia a tutti, la stessa fiducia che oggi ci ritorna come un boomerang che ci colpisce, ci disarma e ci obbliga a fare delle scelte difficili, dolorose ma necessarie".

I risultati sul campo, però, non sono stati quelli auspicati. A quel punto, parte l'affondo contro società, Amministrazione, istituzioni e imprenditoria locale: "Traditi e delusi da chi poco meno di un mese fa pensava di cedere le quote societarie a quattro azzeccagarbugli privi di qualsivoglia qualità nel poter fare calcio qui a Foggia, amareggiati dalla nuova amministrazione comunale rea e complice anch'essa di un' ennesima chiusura dello stadio Zaccheria, arrabbiati con le istituzioni locali che si preoccupano soltanto di garantire l'ordine pubblico durante le gare del Foggia calcio, accanendosi con noi Ultras con misure assurde ed incomprensibili ma che poi lasciano che la nostra città viva nel disordine più totale, disorientati nel prendere atto ancora una volta che non vi sia alcun soggetto locale che possa garantire un progetto sportivo ambizioso".

Non manca l'attacco anche a "perbenisti che si ergono a nostri giudici tramite i social, che sparlano di noi senza minimamente conoscere i nostri stati d'animo e le nostre motivazioni". Tutto ciò è alla base della decisione di lasciare la curva vacante per le gare casalinghe: "Quantomeno fino a fine stagione. Dopo di che, valuteremo la nostra posizione qualora ci dovessero essere progetti ambiziosi che noi tifosi rossoneri meritiamo e inoltre, conditio sine qua non, è che certa gentaglia resti sempre lontano dal Foggia Calcio. A buon intenditor poche parole".

Non manca il pensiero al gruppo squadra: "Resteremo comunque sempre vigili sull'andamento del campo - aggiungono - perché il nostro intento è quello di salvare la categoria. Pertanto, chi indosserà quella maglia lo faccia sempre con onore e rispetto. La nostra presenza sarà comunque garantita in trasferta in quelle in cui ci sarà data la possibilità di andare. Chi non vuol giocare a queste condizioni, chi sente il peso della maglia, chi non è pronto a subire queste pressioni può tranquillamente farsi da parte perché da questo momento non ci sarà più tolleranza per nessuno. Lasceremo a voi perbenisti, videomaker, ansiosi sociali che utilizzate Facebook per timore di essere esclusi da certi contesti, di tirare la carretta. Vediamo quanto siete bravi a fare il 'bene' del Foggia; noi resteremo alla finestra a guardare".

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