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L'INTERVISTA - Cavaliere ai commissari: "Aprite alla città". Su Iaccarino "uomo di Emiliano": "Operazione di trasformismo inaccettabile se vera"

Sulle indiscrezioni di Iaccarino "uomo di Emiliano" per tentare di formare un governo di salute pubblica per salvare Landella, Pippo Cavaliere precisa: "Non so fino a che punto sia vera, Emiliano non me ne ha mai parlato, ma se lo fosse sarebbe una operazione di trasformismo inaccettabile". L'ex candidato sindaco sottolinea il ruolo delle opposizioni e le denunce sue e del Pd che hanno portato allo scioglimento del Comune di Foggia per infiltrazioni mafiose: "Ci siamo comportati con fermezza e coerenza"

Alla domanda se si ricandiderà o meno a sindaco, Pippo Cavaliere glissa con un “non credo”, ma non lo esclude del tutto. Sempre che il Partito Democratico non abbia già in mente altro. L’ingegnere, tuttavia, non si è sentito scaricato, men che meno nel momento più difficile: “Non ho avuto questa sensazione”

Ritiene invece di escludere, o forse lo spera, che nell’estate 2020, a ridosso delle elezioni regionali, Michele Emiliano possa aver effettivamente chiesto a Leonardo Iaccarino di sondare il terreno per la formazione di un governo di salute pubblica nel tentativo di salvare Franco Landella.

Altrimenti, ammette, ci troveremmo di fronte ad “una operazione di trasformismo inaccettabile”.

Fresco di nomina, prestigiosa, da parte del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, quale membro del comitato di solidarietà per le vittime di estorsione e usura, Cavaliere difende il lavoro dell’opposizione in Consiglio comunale, “di grande fermezza e coerenza”.

Ed evidenzia l’importanza delle denunce e degli esposti presentati rispetto al contenuto della relazione che ha accompagnato lo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose: “Alcuni pilastri su cui si fonda quella relazione afferiscono a denunce precise e circostanziate, nostre. Cosa avremmo potuto fare di più?

Centrosinistra e centrodestra oggi a Foggia? “La differenza è abissale”

L'intervista a Pippo Cavaliere del direttore Massimiliano Nardella

Cavaliere, Le faccio a brucia pelo la domanda sul governo di salute pubblica che qualcuno aveva provato a realizzare per tenere in piedi la stagione di Landella. Lo ricordiamo, sulla scorta anche delle elezioni regionali e quindi dell’opportunità di garantirsi un consenso elettorale. Lei sapeva qualcosa a riguardo?

Si, lo sapevo perché Lia Azzarone mi aveva informato immediatamente della richiesta pervenuta nell’incontro con Di Pasqua e Iaccarino, ma siccome ne avevamo già parlato, era chiaro che quella ipotesi non sarebbe stata perseguibile. E infatti è stata respinta immediatamente

Ingegnere il punto però è un altro, vale a dire che secondo Iaccarino lui sarebbe stato indicato da Michele Emiliano quale suo uomo per portare a compimento questa trattativa del ‘governissimo’, salvando quindi Landella, con la rassicurazione di un occhio di riguardo nel caso in cui l'ex presidente del Consiglio comunale avesse manifestato l’intenzione un domani di candidarsi a sindaco. Siamo nell’estate 2020. Al netto di Iaccarino, Emiliano Le aveva mai parlato di questa ipotesi?

Ricordo di averlo sentito più volte ad agosto, ma non c’è stata una occasione in cui lui abbia fatto riferimento ad una ipotesi del genere.

Se però le affermazioni di Iaccarino su Emiliano corrispondessero al vero (sostiene finanche di conservare audio e messaggi), da capo dell’opposizione qual è stato prima del commissariamento, come  definirebbe questa manovra?

“Una operazione di trasformismo inaccettabile”

Nei suoi confronti poi, Lei che è amico di Emiliano, capo dell’opposizione, ex candidato sindaco…

Non so fino a che punto sia vera, ma se lo fosse sarebbe una di quelle operazioni di trasformismo che stanno inquinando la politica locale, nazionale. Quindi, inaccettabile.

Cavaliere quando ha letto questa cosa, ci dica la verità, come l’ha presa?

Sono rimasto meravigliato obiettivamente

Lei ha sempre messo un punto fermo sul ruolo dell’opposizione anche e soprattutto dopo quella leggerezza che qualcuno non Le ha ancora perdonato. Per Lei quindi l’opposizione ha svolto un buon lavoro?

Si, in questi due anni si è comportata con fermezza e coerenza. Lo dicono i fatti, a partire dal “no” di Azzarone. Poi non si è verificata la candidatura della cognata del sindaco Landella. Nel periodo più rissoso ci è stata offerta la presidenza del Consiglio e abbiamo rifiutato. E ancora, per marcare una distanza netta tra noi e il Consiglio comunale, al vicepresidente Giulio Scapato abbiamo chiesto di dimettersi e lo ha fatto.

Null’altro?

C’è un altro elemento. Nel mese di marzo (2021), poco prima dell’insediamento della commissione d’accesso, Landella ha chiesto a me se ci fossero le condizioni per creare un governissimo di salute pubblica. Risposi di no, poi solo per scrupolo informai anche i consiglieri comunali di minoranza dell'esito dell'incontro.

Cavaliere, Lei ha sempre rivendicato il fatto di aver denunciato delle cose gravi, alcune delle quali hanno trovato conferma nella relazione sullo scioglimento del Comune di Foggia per infiltrazioni mafiose. Ci può spiegare cosa ha o avete denunciato?

Abbiamo denunciato e messo per iscritto che i seggi elettorali erano stati presidiati dalla criminalità, il voto di scambio, la questione degli alloggi popolari. L’atteggiamento delle opposizioni in questo contesto è stato di grande fermezza. Alcuni pilastri su cui si fonda quella relazione afferiscono a denunce precise e circostanziate, nostre. Cosa avremmo potuto fare di più?

Però qualcuno pensa che Lei si sia perso in un bicchiere d’acqua quando Iaccarino si era lasciato andare a certe confidenze...

Sul punto ho chiarito. Guardi, io ero andato come capo dell’opposizione per chiedergli di dimettersi per l’immagine che stava venendo fuori dalla città, poi se qualcuno ci ha speculato su....

Quindi, Foggia come ne è uscita?

Quello che è successo è devastante. Abbiamo subito un danno di immagine straordinario, notevole. Chissà se non si possa promuovere una class action nei confronti di chi è stato responsabile di questo declino.

Cosa cancellerebbe con un tratto di penna?

Tutto quello che è successo negli ultimi anni. Anche quello che sta venendo fuori sul piano politico è devastante.

Ecco, appunto, che periodo è per i partiti e i movimenti a Foggia?

Con molta amarezza noto un certo silenzio.

E il lavoro dei commissari come lo valuta?

Capisco difficoltà e diffidenze dei commissari di interloquire con attori e protagonisti di questa città. E’ difficile ed è difficile farlo anche da persone che non conoscono la città. Auspico che i commissari si aprano ad un confronto con i partiti, i sindacati, le associazioni di categoria e l’associazionismo

Anche perché come spesso Lei ama ricordare, in una delle sue ultime uscite, l’allora presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, aveva definito Foggia ‘Città del volontariato”

Esatto. Queste persone che lavorano per il bene comune possono essere un punto di riferimento per i commissari. Auspico una apertura, ritengo che dopo un periodo di assestamento possa esserci una apertura.

Perché è davvero importante che questo avvenga e al più presto?

La cosa più difficile, anche in relazione alla sproporzione che c’è tra le risorse economiche e la gravità del problema, è il sociale. Bisogna recidere i rami secchi ma questo lo si può fare solo nelle ipotesi in cui si dà ascolto alle esigenze della gente, alle persone che sono stati dimenticate dallo Stato. Il sociale, per dirla alla don Ciotti, non è un costo ma un investimento. Vanno combattute la povertà educativa e la dispersione scolastica, perché solo in questo modo possiamo recidere i legami tra la povera gente e la criminalità

Secondo Lei in questi anni, prima del 2017, la Capitanata ha pagato più l’assenza dello Stato o le colpe della politica?

La politica ha pensato ad altro.

Lo Stato, come ha sottolineato anche Lei in questa nostra conversazione, dall’indomani di quel drammatico 9 agosto 2017 sta facendo la propria parte. Ora cosa serve?

Una rivoluzione culturale. Noi cittadini dobbiamo capire che lo Stato siamo noi. Oggi non possiamo più accusarlo di inadempienza perché significherebbe accusare noi stessi.

Cavaliere, sotto i riflettori dell’antimafia sono finite questioni di altre stagioni. Se il centrodestra ha dato il colpo di grazia, è innegabile anche che il centrosinistra abbia determinato o rappresentato la stagione del semi-dissesto finanziario. Che differenza può maturare nell’opinione pubblica se poi, chi per un motivo, chi per un altro, si è stati tutti responsabili di qualcosa?

Quelli di Mongelli sono stati cinque anni di lacrime e sangue in cui evidentemente il sindaco, all’inizio della sua consiliatura in cui io non ero presente in quanto sono subentrato negli ultimi due anni, ha preso contezza dello sperpero di denaro pubblico.

Però prima di Mongelli c’era il centrosinistra

Si, ma prima ancora ci sono stati due governi di centrodestra

Così l'opinione pubblica fa fatica a distinguere tra centrosinistra e centrodestra

Effettivamente è così, tant’è che le ultime consultazioni elettorali ci consegnano il dato preoccupante dell’astensionismo. Così la gente non crede più in nessuno e non fa più distinzioni.

Quindi, secondo Lei che differenza c'è tra centrodestra e centrosinistra a Foggia?

La differenza negli ultimi dieci anni, da Mongelli in poi, è abissale. Un osservatore attento giunge a questa conclusione. Il cittadino comune, probabilmente, è disincantato di fronte a questi scenari.

Mi perdoni ingegnere, ma che credibilità pretende di avere il centrosinistra se uno come Iaccarino - che aveva partecipato alle primarie da sindaco con il centrodestra - avrebbe potuto rappresentarvi in virtù di un presunto accordo. E vi stava rappresentando ugualmente sostenendo un candidato del centrosinistra? Non ritiene che l'idea che ogni politico sia per tutti i partiti e tutte le stagioni, sia un’idea maturata in città anche perché il centrosinistra non è riuscito a marcare questa differenza come forse avrebbe dovuto? Le faccio l'esempio delle Amministrative 2019, quando al ballottaggio la sua coalizione ha incassato l’ok di esponenti del centrodestra e prima ancora nelle sue liste c’erano candidati che erano stati con Landella cinque anni prima. Con il senno di poi è possibile che siano stati fatti degli errori e che oggi li stia pagando la città?

Nel caso dei candidati del centrodestra che ci avevano sostenuto al ballottaggio, parliamo di persone che hanno dimostrato di saper affrontare le questioni amministrative con cognizione di causa. Poi, le confermo che non avrei alcuna difficoltà a sedermi a tavolino con una persona ideologicamente diversa dalla mia purché dimostri serietà, correttezza e ampie visioni.

Tanto da farne una coalizione? Sarebbe opportuno se dalla prossima tornata elettorale ciascuno resti nel proprio perimetro così da agevolare il compito dei cittadini, consentendogli di fare scelte nette e più consapevoli. Definire questo perimetro potrebbe ridare credibilità quantomeno alla politica, non crede?

In una elezione politica è irrinunciabile. E’ diverso per il voto amministrativo

Allora Le chiedo cosa rappresentano oggi il centrosinistra e il centrodestra nella Regione dove pare che tutto sia possibile

E’ innegabile che dei paletti vadano messi. Certo, per una questione di chiarezza e trasparenza sì. 

Cavaliere secondo Lei su Foggia sono maturi i tempi per una alleanza giallorossa?

Se c’è un accordo sui programmi sì. Un'alleanza certa, cristallina, trasparente sì.

Lei è un civico?

Non sono iscritto a nessun partito

Si sente più vicino al PD o al M5S?

Tra i due al Partito Democratico

Elezioni 2024, Cavaliere si ricandida a sindaco

Non credo

Non lo esclude però

Oggi non mi ricandiderei

Probabilmente perché è venuta a mancare la fiducia del Pd in Cavaliere?

Non ne abbiamo mai parlato.

Le riformulo la domanda. Secondo Lei l’avrebbero riproposta oppure ha avuto la percezione di essere stato scaricato?

Questa sensazione non l’ho mai avuta in virtù del rapporto di stima e di fiducia che ho sempre avuto con il PD. Non saprei dire se per loro queste siano ancora condizioni necessarie per ripropormi. Non ne abbiamo mai parlato. Concludo dicendo che non mi sono sentito scaricato.

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