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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca Apricena

Femminicidio Frino, acquisiti nel fascicolo verbali e prime testimonianze. La famiglia: "L'attesa è straziante"

Imputato nel procedimento è il marito della donna, il 56enne Angelo Di Lella. Slitta a marzo, invece, la testimonianza della figlia maggiore della vittima e imputato, costituitasi parte civile con le sorelle attraverso l’avvocato Ermenegildo Russo

Prosegue davanti alla Corte d’Assise di Foggia il processo per il femminicidio della 44enne Giovanna Frino, uccisa a colpi di pistola dal marito Angelo Di Lella, 56enne di Apricena. L’uomo, ex guardia giurata, è accusato di omicidio aggravato dalla premeditazione e maltrattamenti.

Questa mattina, con il favore delle parti, sono stati acquisiti i verbali dei rilievi, perquisizioni e sequestri operati dai carabinieri sul luogo del delitto, comprensivi delle annotazioni di servizio, nonché le testimonianze rese agli inquirenti da tre condomini che, per primi, intervennero nell’appartamento di via Saragat, ad Apricena. Tutto il materiale raccolto, quindi, confluirà nel fascicolo processuale.

Slitta, invece, a marzo la testimonianza della figlia maggiore di vittima e imputato: la ragazza, minorenne all’epoca dei fatti, si è costituita parte civile nel procedimento insieme alle due sorelle minori, tutte rappresentate dall’avvocato Ermenegildo Russo. La ragazza era in casa quando il padre uccise con più colpi di pistola la madre. “La scelta di costituirsi parte civile nel processo contro il loro padre è stata una scelta dolorosa ma molto sentita" commenta l’avvocato Russo. "E, soprattutto, rappresenta un segnale importante: le ragazze saranno parte del processo e vedranno lo Stato che risponde, attraverso la Corte di Assise riunita per decidere la sorte di un padre che ha ucciso la loro madre”.

Presente in aula sia l’imputato (difeso dall’avvocato Antonio Gabrieli) che i familiari della vittima, in gran parte costituitisi parte civile attraverso l’avvocato Nicola Marro, insieme alle associazioni di tutela e difesa delle donne, Impegno Donna e Filo d’Arianna. Il processo, quindi, proseguirà con l’udienza fissata per il 1° marzo. Nel complesso, sono una ventina i nomi dei testi inseriti, nel complesso, nelle liste indicate dalla pubblica accusa (pm Mongielli), difesa e parti civili. “L’attesa è straziante”, hanno commentato a margine dell’udienza i familiari di Giovanna.

LA VICENDA | Il fatto di sangue è avvenuto lo scorso 16 dicembre, intorno alle 12, nell’appartamento di via Saragat, dove la coppia - sposata da circa 20 anni - viveva con le tre figlie, una delle quali presente in casa perché influenzata. La donna è stata uccisa con tre colpi di pistola al petto, esplosi con una calibro 9, legalmente detenuta dall'uomo. Secondo quanto accertato, anche tramite la testimonianza di alcuni vicini e conoscenze, i litigi tra i due erano sempre più frequenti, alimentati dalla gelosia dell’uomo e dallo stato di ‘prostrazione psicologica’ derivante alla perdita del lavoro dell’uomo, ex guardia giurata che faticava a trovare una nuova occupazione. Subito dopo il fatto, l’uomo si è barricato in casa, arrendendosi solo dopo una ‘trattativa’ durata circa 15 minuti, ingaggiata con il maresciallo della stazione di Apricena, che ha convinto l’uomo ad aprire la porta. Di Lella non ha mai confessato l'omicidio. Dinanzi al gip per l'interrogatorio di garanzia, l'uomo si avvalse della facoltà di non rispondere. 

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