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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca

Omicidio Di Rienzo, presentata istanza di scarcerazione per il 17enne reo-confesso: a casa o in comunità

Il caso dinanzi al Tribunale della Libertà: la difesa del minore ha avanzato la richiesta per ottenere in prima istanza la permanenza in casa o, in subordine, il collocamento in comunità

E’ stata depositata dinanzi al Tribunale della Libertà l’istanza di scarcerazione per il 17enne reo-confesso, arrestato dalla squadra mobile di Foggia per l’omicidio del 21enne Nicola Di Rienzo, avvenuto nel pomeriggio dello scorso 27 novembre nel parco ‘Rosa Rosa’ di via Saragat.

Negli scorsi giorni, la difesa del minore (avv. Carlo Alberto Mari) ha avanzato la richiesta per ottenere in prima istanza la permanenza in casa o, in subordine, il collocamento in comunità. Questo in virtù di una sorta di ‘legittima difesa’ invocata dal minore che, secondo quanto dichiarato agli inquirenti della Procura dei Minorenni di Bari, era minacciato dal 21enne. Nel corso della sua confessione, inoltre, il minore ha dichiarato che non era sua intenzione uccidere Di Rienzo, ma solo intimorirlo mostrando l’arma al rivale, che si era presentato all’appuntamento con un tirapugni e una lama nascosti negli slip. Il caso verrà discusso il prossimo giovedì.

Intanto, proseguono le indagini della polizia per ricostruire l’accaduto e i rapporti tra i due giovani. Secondo gli inquirenti, infatti, il movente del delitto è da rintracciare in questioni economiche e “attriti riguardanti la gestione di traffici illeciti”. Vittime e reo-confesso, è emerso, si conoscevano bene: secondo la versione resa dal minore, infatti, insieme avrebbero commesso furti e scippi in città, fino a quando il 17enne avrebbe manifestato la volontà di cambiare vita. Ma il 21enne non gli avrebbe creduto e avrebbe minacciato lui e i suoi familiari: “Voleva che rubassi per lui altrimenti gli avrei dovuto dare 500 euro al mese”, ha spiegato. Insomma, una sorta di ‘tassa’ da versare mensilmente per continuare ad operare in autonomia, ritengono gli inquirenti.

Si tratta, ovviamente, di una versione dei fatti che dovrà trovare puntuali riscontri nelle indagini della polizia. I due, secondo una prima ricostruzione dell’accaduto, domenica pomeriggio si erano dati appuntamento in zona Camporeale: è nata subito una violenta discussione e il 17enne avrebbe mostrato la pistola "solo per intimorire"; Di Rienzo avrebbe quindi tentato di disarmare il minore ingaggiando un inseguimento nel parco, dove sono stati esplosi i colpi - 5 tutti nella ragione del torace e della schiena - che lo hanno ucciso sul colpo. Al momento non è stata ancora recuperata l'arma utilizzata per il delitto. Agli inquirenti spetta ora il compito di riscontrare la versione fornita dal minore (ritenuto “già ben inserito in un contesto dedito alla commissione di reati”) e chiarire se all’appuntamento terminato nel sangue erano presenti altre persone e in che veste.

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