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Cronaca

Processo 'Game Over' alla mafia foggiana: attesa per l'esame dei fratelli Pino e Ciro Francavilla

Questa mattina, a Bari, l'udienza relativa al processo abbreviato chiesto e ottenuto da 61 imputati. Nelle prossime udienze i fratelli Francavilla verranno esaminati e contro-esaminati, rispettivamente da pubblico ministero e difesa, in merito ad alcune posizioni

Accolte le richieste di rito abbreviato per 61 indagati coinvolti nell’operazione ‘Game Over’ che ha messo in ginocchio le batterie della Società Foggiana, portando all’arresto di 75 persone (il video).

Il procedimento si è sdoppiato in due filoni, uno incardinato a Foggia, con 14 imputati pronti al dibattimento; l’altro in corso dinanzi al gup del Tribunale di Bari con 61 persone alla sbarra. Nell’udienza di questa mattina, si è discusso dell’acquisizione dei verbali delle dichiarazioni rese dai due collaboratori di giustizia, Ciro e Pino Francavilla, che solo poche settimane fa hanno manifestato la volontà di “cambiare vita” e iniziare a collaborare con la giustizia.

Acquisizione di materiale sostenuta dalla maggior parte delle difese, ma non unanime. Poiché tra gli avvocati difensori c’è stato chi ne ha eccepito l’inutilizzabilità, nelle prossime due udienze (già calendarizzate) i fratelli Francavilla verranno esaminati e contro-esaminati, rispettivamente da pubblico ministero e difesa, in merito ad alcune posizioni. C’è attesa, dunque, per le prossime due udienze, fissate al 23 febbraio e 1° marzo, e per le eventuali rivelazioni che ne potranno derivare.

La maxi operazione, lo ricordiamo, trae origine dal procedimento relativo all’omicidio di Roberto Tizzano e al contestuale ferimento di Roberto Bruno, entrambi esponenti di rilievo della batteria 'Moretti-Pellegrino-Lanza', attinti con colpi d’arma da fuoco il pomeriggio del 29 ottobre 2016 all'interno di un bar di via San Severo. Per l'agguato sono stati condannati, in via definitiva Patrizio Villani, Cosimo Damiano e Francesco Sinesi, tutti appartenenti alla batteria 'Sinesi-Francavilla'.

Dagli sviluppi investigativi, mediante l’uso massivo di attività tecniche, anche di ultima generazione, è stata possibile l'esecuzione di due importanti inchieste antimafia coordinate sempre dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, ovvero  'Decima Azione' e 'DecimaBis'. Settanta arresti insieme. 

L’operazione 'Game Over', invece,  si è focalizzata sulle fonti di guadagno illecite della struttura criminale, derivanti, secondo le indagini, da due canali: da una parte le estorsioni ai danni al tessuto imprenditoriale praticate con lo scopo di far confluire i proventi illeciti nella 'Cassa comune' utilizzata per il sostentamento, l’assistenza e la sopravvivenza del sodalizio mafioso; dall'altra il fiorente traffico di sostanze stupefacenti perpetrato con un sistema di regole aggressivo e minuzioso, che hanno garantito, ai vertici operativi del sodalizio coincidenti con i vertici delle batterie mafiose, la possibilità di un controllo capillare e di una posizione di monopolio nella vendita della cocaina  attraverso l’imposizione, pena di pesanti ritorsioni anche di natura armata, di commercializzare esclusivamente lo stupefacente fornita dal sodalizio.

La strategia criminale dei componenti dell’organizzazione presupponeva - come è risultato da talune conversazioni chiare ed esplicite - la sussistenza di un 'pactum sceleris', siglato dai capi storici dei clan componenti le batterie mafiose confederate nella 'Società Foggiana' (continua a leggere)

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