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Cronaca

Distrutto il campo di tulipani più grande della Puglia, il sogno di Giuseppe Savino infranto da una gelata: "Statemi vicino"

Il giovane agricoltore foggiano: "È dura la sera prima ringraziare per la bellezza e il giorno dopo non ritrovarsi più nulla. Benedico ogni cosa, anche questo momento nonostante sia molto duro da accettare"

Difficile immaginare una tale devastazione dato il sole di questa mattina. Ma il gelo della scorsa notte ha distrutto il campo di tulipani più grande della Puglia, quello del giovane agricoltore foggiano Giuseppe Savino.

Le immagini sono eloquenti. "Stanotte la gelata lo ha distrutto. Piango da un'ora nel campo ma devo arrendermi con un cuore pieno di gratitudine per ciò che questo campo ha rappresentato per tantissime persone", spiega Savino. "Domenica avremmo aperto, lunedì sarebbero partiti tulipani per altri ospedali".

"Spero che ogni fiore sia fiorito nei vostri cuori. È dura la sera prima ringraziare per la bellezza e il giorno dopo non ritrovarsi più nulla. Benedico ogni cosa, anche questo momento nonostante sia molto duro da accettare. Statemi vicino, devo ritrovare le forze", conclude.

Sul punto è interventa anche la Cia - Agricoltori Italiani della Puglia, che sta raccogliendo e verificando segnalazioni da tutte le province. "Un intero campo di tulipani, il primo e l’unico in tutta la Puglia, è andato completamente distrutto. E’ successo a Foggia, ma le gelate hanno colpito duro in tutta la regione e hanno riguardato ogni tipologia di coltura: vigneti, frutteti, ortaggi, seminativi, mandorleti e fiori sono stati pesantemente danneggiati e, in molti casi, i prossimi raccolti potrebbero essere in parte o del tutto compromessi", si legge nella nota stampa.

"Le gelate hanno colpito duro nel Barese, nella Bat, nel Foggiano, in provincia di Taranto, nel Brindisino e nel Leccese. E’ un disastro, un colpo al cuore”, ha dichiarato Raffaele Carrabba, presidente di CIA Agricoltori Italiani della Puglia. “Il colpo di coda di un inverno fuori tempo ha dato la mazzata finale al comparto primario, già messo alle corde dalle conseguenze della pandemia”. CIA Puglia ha scritto all’assessore regionale all’Agricoltura Donato Pentassuglia, al quale hanno chiesto di  “attivare i competenti uffici regionali per effettuare le necessarie perimetrazioni e delimitazioni delle aree danneggiate al fine di richiedere lo Stato di Calamità naturale. Il problema dei cambiamenti climatici e dei conseguenti danni al comparto agricolo da calamità atmosferiche, ormai da anni, sta compromettendo ulteriormente l’attività delle imprese agricole, anche a causa dei cronici ritardi legati ai riconoscimenti dei relativi ristori agli agricoltori".

"Occorre una riforma della legge, che risulta allo stato anacronistica e ormai inadeguata. Come è necesario costituire un fondo assicurativo per tutelare le aziende agricole dagli eventi naturali e dalle crisi di mercato, in parte coperto dalla fiscalità generale ed in parte dai fondi del Psr, per svincolare gli agricoltori sui rischi da assicurare e ridurre le franchigie.  Le chiediamo, pertanto, anche nella sua veste di Presidente della Commissione Politiche Agricole della Conferenza Stato-Regioni, di voler convocare a livello pugliese un tavolo di discussione sull’intera problematica evidenziata”. Sull’opportunità di interventi celeri si è espresso anche Dino Scanavino, presidente nazionale di CIA Agricoltori Italiani: “Il passaggio tra istituzioni regionali e centrali deve essere automatico per dare risposte che ormai conosciamo, come il riconoscimento dello stato di calamità naturale utile ad attivare i risarcimenti in tempi rapidi. Allo stesso tempo - ha aggiunto Scanavino - occorre, sul piano nazionale, spingere l’innovazione sul fronte degli strumenti di gestione del rischio che vanno adeguati prontamente ai cambiamenti climatici in atto, ma anche incentivare e aumentare il contributo a favore dell’assicurazione del raccolto, degli animali e delle piante, già presente in alcuni Psr, utilizzando i fondi della nuova Pac. Il PNRR -ha infine concluso Scanavino- guardi anche a questi eventi estremi e agli effetti drammatici che hanno sull’agricoltura che per affrontarli ha bisogno anche di innovazione e di risorse importanti da destinare a sistemi tecnologici di protezione delle colture”.

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