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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca San Nicandro Garganico

Il “capo” Marinacci, il figlio, il fido segretario, i procacciatori dei discenti e i compiacenti

Diplomi falsi a San Nicandro Garganico. Come funzionava il sistema con a "capo" Nicandro Marinacci, "un vero e proprio dominus chiamato ad avere l’ultima parola sia in relazione agli accordi contrattuali illeciti che rispetto alle modalità di svolgimento e gestione dell’attività illecita”

Il Centro Studi dell’Istituto Manzoni è la “vera e propria base operativa del sodalizio, definito "criminale”, costituito da Nicandro e Vincenzo Marinacci, padre e figlio, e dal fido segretario Roberto Melchionda, “veri perni e continui alimentatori di una rodata macchina del falso” evidenzia il Gip Antonio Sicuranza.. 

Conosciuto come un istituto scolastico e di formazione professionale, risulta attivo dal 1987, “sì che consente ai suoi sodali, nonché organizzatori, di poter contare su una solida, e pertanto assai efficiente, perciò assai più pericolosa, struttura organizzata per la collaudata macchina del falso” si legge.

Si ha prova del “programma criminoso” dal 2017. “Dietro la parvenza di un istituto scolastico (parificato) professionale, inesistente ed affermato da anni sul territorio locale, il sodalizio criminale ha costruito una vera e propria fabbrica del falso, pronta a formare documenti falsi di ogni sorta dietro il pagamento di lauti compensi, essendo inconfutabilmente emerso che, utilizzando lo schermo legale dell’istituto, è stata letteralmente prodotta una messe di certificati, diplomi abilitanti, titoli, attestazioni e diplomi di maturità, su commissione di soggetti interessati (disposti a pagare somme di denaro anche consistenti) a venire in possesso di falsi documenti attestanti inesistenti abilitazioni professionali (o.s.s. e o.s.s.s.) o 'anzianità di servizio' con il fine di vedersi assunti presso le pubbliche amministrazioni (strutture sanitarie e scolastiche perlopiù) o di incrementare i punteggi degli interessati nelle relative graduatorie pubbliche".

Secondo il Giudice per le Indagini Preliminari, “la societas sceleris in argomento si apprezza per la sua capacità operativa conclamata della certa redditività del ‘core business’ di natura truffaldina, capace di attrarre privati disposti a pagare somme anche consistenti pur di acquistare i titoli e le attestazioni falsi letteralmente fabbricati dal sodalizio, che insiste senza sosta nell’adottare lo stesso schema criminoso in ragione delle collaudate esperienze precedenti”.

Nicandro Marinacci è considerato il vertice dell’associazione, “un vero e proprio dominus chiamato ad avere l’ultima parola sia in relazione agli accordi contrattuali illeciti che rispetto alle modalità di svolgimento e gestione dell’attività illecita”.

Marinacci sarebbe quindi, non solo il fondatore dell’istituto, ma “un vero e proprio punto di riferimento per il sodalizio e per l’intera comunità locale, che fa a a lui riferimento per ottenere, dietro pagamento di compenso, ogni tipo di titolo, certificazione ed attestazione falsa o comunque 'agevolata' da percorsi formativi fittizi, illegittimi o comunque irregolari".

A un livello immediatamente sotto “il capo”, si collocherebbero il figlio Vincenzo e Roberto Melchionda. La moglie dell’ex deputato - la "cassiera" - è "chiamata in realtà non solo a custodire gli introiti delle attività illecite, ma anche ad avere rapporti con i procacciatori di discenti”. Quindi, “certamente intranea all’associazione, anche in virtù della consapevolezza desumibile dal vincolo familiare” secondo il Gip.

Vincenzo Marinacci è risultato essere invece il braccio destro del padre. Allo stato formale risulterebbe il responsabile. “E’ deputato a sostituirlo in tutte le relazioni illecite legate all’associazione, promozione dell’attività 'formativa', rapporti con procacciatori di discenti sul territorio, relazione con i discenti, rapporti con C.g. (incaricato di individuare istituti compiacenti per le ‘riqualifiche’), rapporti con i sodali che garantiscono false attestazioni A.t.a.".

“La sua stabile presenza ed attività all’interno della “fabbrica del falso” lo rende uno degli artefici della fortuna del sodalizio criminale. Lo stesso Marinacci, utilizzando la ditta individuale a lui intestata, diventa anche titolare formale della struttura organizzativa attraverso cui opera il sodalizio: l’istituto A. Marconi di San Nicandro Garganico. A differenza del fratello, mostra a più riprese coscienza e consapevolezza delle attività criminali poste in essere dal sodalizio, contribuendo nell’organizzazione e nello sviluppo delle stesse".

Roberto Melchionda “da anni è il fidato factotum della famiglia Marinacci, al punto da condividere gli scopi del sodalizio, contribuire all’organizzazione della struttura criminale nonché alla promozione dell’attività illecita. Fittiziamente assunto presso una ditta riferibile alla moglie di Marinacci, svolge stabilmente e da diversi anni la sua attività lavorativa al servizio dell’associazione. Non solo presta la sua opera professionale (anche e soprattutto per la falsificazione materiale dei titoli), ma promuove l’attività dell’associazione curando anche i rapporti con i privati acquirenti dei falsi titoli, con i procacciatori di discenti, nonché, in alcune circostanze, assumendo il ruolo di falso formatore, senza averne alcun titolo. La sua competenza tecnico-informatica risulta, in certi casi, imprescindibile per il sodalizio".

Ad un livello sottostante della struttura, si collocano i procacciatori di discenti, sui quali sembrerebbe che il sodalizio facesse affidamento. “Questi ultimi, dietro il pagamento di una provvigione predeterminata, si adoperano alla ricerca sul territorio di discenti disposti o ad iscriversi ai corsi professionali proposti dall’istituto A. Manzoni, ovvero – il più delle volte – di soggetti disposti ad acquistare titoli falsi di ogni genere (ben consapevoli della loro falsità”)".

Infine, ad un ulteriore livello di partecipazione, si collocano alcune figure che dietro pagamento dei compensi, fornivano al sodalizio la schermatura di legalità necessaria a formare le false attestazioni di servizio A.t.a., rivendute a privati compiacenti. Attraverso le società e gli istituti un tempo a loro riferibili, costituivano parte integrante di uno dei business più strutturato e remunerativo (probabilmente il più remunerativo a giudicare dalle cifre rilevate dalle intercettazioni) del sodalizio criminale".

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