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Domenica, 28 Aprile 2024
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Dimensionamento scolastico, a Lucera istituti non vogliono accorparsi. La dirigente Itet: "Inammissibile"

La dirigente scolastica dell'Itet Vittorio Emanuele III di Lucera, Laura Flagella, ha incontrato l'assessore regionale Sebastiano Leo. Intanto sono 998 le firme raccolte nella petizione online lanciata su Change.org da Ilaria di Benedetto a nome di 'Un gruppo di genitori dell’I.C. Bozzini-Fasani' per salvare l’Istituto comprensivo

Sul dimensionamento della rete scolastica in Puglia, e rispetto alle richieste della Regione Puglia al Comune di Lucera di una proposta sacrificale “alternativa” al dimensionamento dell’istituto comprensivo 'Bozzini-Fasani', che coinvolgerebbe ’Itet Vittorio Emanuele III, la dirigente Laura Flagella - che dirige il plesso da tre anni - si è recata a Bari per incontrare l’’assessore, Sebastiano Leo, al fine di portare alla sua attenzione le motivazioni "per le quali riteniamo inammissibile venga proposto, senza alcun reale vantaggio in ottica futura per la comunità lucerina, lo “scambio” tra i due istituti"

Perché, spiega, "esattamente di questo si tratta: di scambiare l’autonomia della 'Bozzini-Fasani' con quella dell’Itet e non certo perché il prossimo anno ci sarebbe, a priori, una nuova perdita di autonomia nella città di Lucera come mi è stato confermato questa mattina". 

Nel suo post su Facebook precisa: "Vale la pena di rammentare che l’alternativa, di cui asetticamente ed opportunisticamente si parla, si incarni, in realtà, in studentesse e studenti, personale docente e Ata, famiglie che non esiteranno a manifestare a gran voce tutto il proprio dissenso per quanto sta avvenendo. Auspico, inoltre, che gli amministratori, in piena coscienza, non intraprendano alcun dietrofront rispetto a quanto già deliberato".

Sulla proposta di Piano di dimensionamento scolastico della Regione Puglia, il 30 novembre la dirigente Itet si era espressa attraverso un comunicato stampa, chiarendo che seccondo quanto previsto dal Decreto n. 127 del 30/06/2023 del Ministro dell’istruzione e del merito, di concerto con il Ministro dell’economia e finanze, con cui sono stati esplicitati i criteri per definire l’organico dei dirigenti scolastici e dei Dsga e la loro distribuzione tra le regioni, la Regione Puglia ha definito un Piano di dimensionamento della rete scolastica per il prossimo triennio che prevede un taglio di 58 istituzioni scolastiche rispetto alle attuali nell’a.s. 2024/25, di ulteriori 4 nel 2025/26 e di altre 8 nell’a.s. 2026/27.

Sulla base dei dati della popolazione scolastica rilevati a livello regionale, nelle Linee di indirizzo emanate dalla Regione insieme al Piano è stato stabilito che:
“Sono oggetto di riorganizzazione le istituzioni scolastiche del primo ciclo (...) attive nei comuni che hanno una media di iscritti alle istituzioni scolastiche comunali inferiore a 925". “Considerata la prossimità della media di iscritti al parametro nazionale definito per il contingente (961), per l’a.s. 2024/25 non si propongono azioni di riorganizzazione per le istituzioni scolastiche del secondo ciclo”.

"In relazione a tali indicazioni, appare immediatamente evidente che il nostro Istituto non è coinvolto nel Piano di dimensionamento, mentre, al contrario, la scuola del 1° ciclo Bozzini Fasani di Lucera risulta tra quelle che dovrebbero perdere l’autonomia a partire dal prossimo anno. Di fronte alla comprensibile protesta da parte dell’Istituto a rischio soppressione, e del suo dirigente, in occasione di un incontro tenuto presso il Comune di Lucera con la referente della
Regione Puglia, qualcuno dei presenti ha ritenuto che la soluzione al problema fosse quella di offrire alla Regione una proposta ‘sacrificale’ alternativa, che prevedesse di salvaguardare l’autonomia dell’Istituto Bozzini Fasani in cambio di un accorpamento dei due Istituti superiori: l’Itet V. Emanuele III e il Convitto Bonghi. La proposta è stata suggerita (e continua ad essere suggerita da qualcuno) sulla base della considerazione che ‘tanto il destino del Vittorio Emanuele III è segnato’, e che quindi, a fronte del rischio di vedere ridotto di un’ulteriore autonomia il totale delle scuole di Lucera, tanto vale risolvere subito il problema offrendo in cambio della salvezza della Bozzini-Fasani la soppressione dell’Itet. Questa proposta non è mai stata concordata con questo istituto, e né mai questo Istituto ha dato parere favorevole a tale iniziativa o a iniziative simili, che segnerebbero la fine di un’istituzione storica per il territorio, che ha segnato in un secolo la storia culturale e professionale della città di Lucera, di cui proprio nel prossimo anno festeggeremo il centenario".

In Puglia si prevede una progressiva sparizione di ben 45 istituzioni scolastiche che si collocano tra i 500 e i 600 alunni, oltre alle 11 già collocate sotto i 500. Da una popolazione di 503.560 alunni nell'anno scolastico 2024/25 si prevede una discesa fino a 481.651 alunni nel 2026/27, ovvero quasi 22mila alunni in meno (-21.909). Allo stesso tempo, le istituzioni scolastiche normodimensionate con propri dirigenti scolastici e Dsga passerebbero dai 627 (previsti per il prossimo anno scolastico) a 557 nel 2026/27, con una riduzione di 71 unità, pari al 12%.

Queste le considerazioni di Flagella: Le linee guida prevedono espressamente che le scuole del secondo ciclo non siano interessate dal dimensionamento, anche in considerazione della circostanza che quelle del 1° ciclo sono nella Regione il doppio di quelle del 2° ciclo, e che le prime hanno un parametro medio di iscritti inferiore a quelle del secondo ciclo e molto più vicino al dato di riferimento nazionale.

Il Comune di Lucera, che secondo la protesta di alcuni, avrebbe dovuto farsi portavoce della proposta di accorpamento dei due Istituti superiori, non è competente sull’istruzione di secondo grado, e quindi non può deliberare su una proposta del genere.

Si dà frettolosamente per scontato che nell’a.s. 25/26 l’Itet venga accorpato ad altra scuola, ma in questa valutazione non si tiene conto delle seguenti circostanze: per l’anno scolastico considerato, al momento è previsto il taglio di sole altre 4 sedi, e non si capisce perché tra queste dovrebbe rientrare necessariamente l’Itet;.si cita spesso, nei commenti piuttosto estemporanei che sono stati fatti circolare sulla questione, ripresi anche in alcuni articoli di stampa, che i due Istituti superiori lucerini avrebbero meno di 600 studenti a testa, e per questo motivo sarebbero destinati comunque ad essere accorpati, come se quello dei 600 alunni fosse un parametro di riferimento ancora in vigore, cosa che invece non è, perché le nuove norme indicano come riferimento il dato medio degli iscritti a livello regionale, e quindi questa certezza dell’accorpamento è priva di fondamento; da qui al 2025, come già successo in passato, potrebbero cambiare le leggi, i parametri e le circostanze sulla base delle quali saranno prese le future decisioni sul dimensionamento della rete scolastica, che potrebbero consentire comunque all’Itet di mantenere la sua autonomia.

L’andamento delle iscrizioni per il nostro Istituto è in controtendenza rispetto agli ultimi anni, considerato che, nonostante il forte calo demografico del territorio, grazie a un’offerta formativa sempre più innovativa ed inclusiva, con l’inserimento di nuovi indirizzi di studio e curvature che hanno riscontrato notevole interesse da parte delle studentesse e degli studenti, e grazie al lavoro sinergico di tutti i docenti che si impegnano costantemente per creare un ambiente di studio accogliente e innovativo, per lo scorso anno sono state formate ben 3 classi in più, e l’ottimo lavoro svolto è stato riconosciuto anche da numerose attestazioni esterne, che vedono i nostri alunni vincitori di premi regionali e nazionali di notevole prestigio.

Da un’analisi dei dati delle scuole della Puglia, secondo quanto riportato nel Piano regionale, emerge la possibilità di proporre alla Regione criteri alternativi di scelta delle scuole a cui togliere l’autonomia, criteri che assumano un carattere di maggiore proporzionalità rispetto ai territori, alla popolazione e al numero delle scuole, come già evidenziato al Comune di Lucera, suggerendo quindi che la ‘battaglia’ (se tale deve essere) non deve essere affrontata come mera guerra fratricida tra due scuole dello stesso Comune, ma deve spostarsi sul piano politico regionale.

Intanto, questa mattina, al grido 'Giù le mani dall’Itet', gli studenti sono scesi in strada dopo la notizia trapelata che coinvolgerebbe ufficialmente, attraverso una bozza di delibera di Giunta, la 'Ragioneria' nel Piano di dimensionamento scolastico al vaglio della Regione Puglia. 

Intanto sono 998 le firme raccolte nella petizione online lanciata su Change.org da Ilaria di Benedetto a nome di 'Un gruppo di genitori dell’I.C. Bozzini-Fasani' per salvare l’Istituto comprensivo: “I sottoscritti, genitori e cittadini residenti nel quartiere 167 di Lucera, chiedono alla politica cittadina di trovare una soluzione alternativa a quanto ipotizzato dal piano di dimensionamento regionale che prevede la perdita dell’autonomia dell’ I.C. Bozzini-Fasani a partire dall’a.s. 2024/25”, esordisce la petizione. 

“Questa soluzione assurda che prevede l’accorpamento e la fusione dei plessi del nostro istituto con altre scuole della città produrrà danni enormi e avrà inevitabili ripercussioni sulla didattica. Ci chiediamo infatti come sarà possibile gestire istituti con oltre 1300 alunni dislocati in vari plessi della città”, spiegano i promotori. “Il prezzo più alto lo pagherà il plesso centrale di Via Raffaello (Scuola Gialla) che sarà privato di uffici amministrativi e di presidenza che saranno disponibili nel centro città. In sostanza la nostra scuola sarà privata dei punti di riferimento fondamentali a cui ci rivolgiamo noi genitori per la soluzione dei tanti problemi quotidiani che possono sorgere in una struttura con oltre 500 alunni nella fascia di età fra i tre e i quattordici anni.”

“Questa situazione produrrà sicuri disagi a noi cittadini che per qualsiasi tipo di istanza dovremmo raggiungere il centro della città, con i relativi costi e tempi di attesa che non potranno che aumentare. Tutti problemi che oggi sono risolti in maniera rapida e con poca burocrazia”, proseguono. “Siamo perfettamente consapevoli che se si dovesse realizzare l’infausto piano la scuola resterà comunque aperta, resta però il rischio che privandola di punti di riferimento le famiglie potrebbero fare altre scelte. Tutto questo rappresenterebbe un altro duro colpo per il nostro quartiere perché oltre alla scuola verrebbe meno anche l’economia che la presenza costante dei genitori genera in tutte le attività commerciali della zona.”

“Vorremmo infine far riflettere sul fatto che la scuola e la parrocchia rappresentano gli unici punti di aggregazione per i nostri figli. Anche rischiare di perderne solo uno rappresenterebbe un fatto di inaudita gravità”, è la preoccupazione espressa dagli autori dell’appello online. “Al danno potrebbe aggiungersi anche la beffa rappresentata dal fatto che dopo diversi anni sono ricominciati i lavori per la costruzione della palestra. Ci possiamo permettere anche il rischio di spendere soldi pubblici per un’opera che in pochi anni potrebbe restare deserta?”, aggiungono. 

“Chiediamo quindi al sindaco e alllìamministrazione comunale di fare proprie le nostre considerazioni e di praticare tutte le strade percorribili per trovare la soluzione al problema, offrendo alternative valide a agli uffici regionali”, conclude il testo.

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