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Il Foggia soffre, ma va avanti. Di Grazia e Curcio piegano la Turris

Finisce 2-0 per i rossoneri la prima gara dei playoff del girone C di serie C. Turris gagliarda nel primo tempo, con due pali colpiti. La squadra di Zeman, però, domina nella ripresa trovando il vantaggio al 32' e chiudendo i conti allo scadere. Mercoledì si torna in campo con l'Avelino

Qualche affanno di troppo, soprattutto nel primo tempo, ma il Foggia riesce a domare la Turris e a guadagnarsi il secondo turno dei playoff gironi. L'hanno decisa i cambi in corso di mister Zeman, il neoentrato Di Grazia e il capitano Curcio, spostato in mezzo dopo l'uscita di Ferrante. Due gol negli ultimi tredici minuti di gara, che hanno dato concretezza al dominio rossonero nella ripresa, fino a quel momento ancora piuttosto sterile. E ora, per effetto delle qualificazioni di Francavilla e Monopoli, i rossoneri dovranno vedersela con l'Avellino, al 'Partenio'. 

PRIMO TEMPO – C'è subito una sorpresa. Bomber Santaniello non c'è. Così Salvatore (vice dello squalificato Caneo) si affida a Longo come vertice avanzato del tridente, fiancheggiato da Leonetti e Giannone. L'altra sorpresa è il sistema di gioco della Turris. In teoria un 3-4-3, che però cambia di sovente aspetto in base alle situazioni di gioco. In particolare, quando il braccetto Varutti scivola sull'out per prendere in consegna Merola e dall'altra parte Ghislandi arretra, lo schieramento è quasi speculare a quello rossonero. Zeman si ripresenta con la formazione tipo, grazie ai recuperi di Di Pasquale in difesa e di Ferrante in avanti. C'è grande cornice di pubblico, lo 'Zaccheria' è sufficientemente rumoroso come ai bei tempi, ma il calore non è sufficiente a sciogliere la tensione. La Turris potrebbe già andare in vantaggio, quando Petermann perde palla sulla trequarti, Longo penetra dal lato corto dell'area e cerca di sorprendere sul primo palo Dalmasso, l'esterno del palo gli dice di no. I rossoneri sono padroni del possesso, non del gioco. Fioccano gli errori in costruzione. Petermann soffre la pressione dei due centrali e le saltuarie 'molestie' di Longo, il che inficia sulle idee e la qualità delle giocate. Non va meglio ai due compagni di reparto: e se Di Paolantonio si arrangia con l'accademia, Rocca è nella più classica delle giornate no. Con la mediana inceppata e impacciata il funzionamento delle catene sugli esterni è quasi compromesso. Non resta che affidarsi a giocate estemporanee, come quella con la quale Ferrante, al 18', sfiora il secondo palo con un fulmineo movimento da nove di alto livello. L'altra occasione per i rossoneri, ancora più clamorosa, arriva venti minuti dopo, sul solito asse Rizzo-Merola. Stavolta, però, l'inzuccata del 18 rossonero dà solo l'illusione del gol. Squilli, che avrebbero premiato i rossoneri oltre i propri meriti. Al di là degli episodi sfavorevoli (un potenziale rigore in chiusura di tempo, che l'arbitro converte in simulazione di Garattoni), la Turris gioca meglio e dà l'idea di poter far male, soprattutto quando le imbucate vanno a segno. Clamorosa quella in chiusura, con Leonetti che si presenta a tu per tu con Dalmasso spedendo la sfera sul palo. Il boato dello 'Zac' trasuda sollievo per la paura smorzata.

SECONDO TEMPO – Ci si accorge ben presto di essere di fronte a un'altra partita. Vuoi perché il Foggia alza il baricentro e prende fiducia, vuoi per l'evidente calo della Turris che non riesce più a tenere i ritmi del primo tempo. La maggiore intraprendenza dei rossoneri diventa presto dominio, che non trova però la certificazione del gol. Zeman attende il 22' per cambiare volto alla squadra. Dentro Garofalo per Rocca e Di Grazia per Ferrante. Poco prima, Salvatore aveva provato a ridare linfa ai suoi con gli innesti di Finardi e Pavone, senza grossi riscontri. Quelli che invece ottiene quasi subito mister Zeman. Curcio da falso nove riesce subito a incidere, sbucando con i tempi giusti alle spalle della difesa ospite e accomodando a Di Grazia i più facili e dolci degli appoggi. Uno a zero e prima gioia in campionato per l'esterno offensivo. Il gol tranquillizza i rossoneri, un po' meno Zeman. Anche perché la squadra sciupa una quantità industriale di ripartenze, alcune anche clamorose, esponendosi – contestualmente – a pericolose transizioni. Tanto che il boemo prende una decisione inconsueta, ovvero l'innesto di Girasole per Merola, chiudendo con la difesa a cinque. Scelta che precede di poco il gol punto esclamativo di Curcio. Altro tap in dopo un'azione avviata da Di Paolantonio e rifinita da Garofalo. Il cammino dei rossoneri prosegue. Mercoledì sarà di nuovo sfida con l'Avellino.

Foggia-Turris 2-0

FOGGIA (4-3-3) Dalmasso; Garattoni, Sciacca, Di Pasquale, Rizzo; Rocca (22'st Garofalo), Petermann (45'st Rizzo Pinna), Di Paolantonio; Merola (43'st Girasole), Ferrante (22'st Di Grazia), Curcio. A disposizione: Alastra, Rizzo Pinna, Vitali, Maselli, Turchetta, Tuzzo, Martino, Nicolao, Allenatore: Zeman

TURRIS (3-4-3) Perina; Manzi, Esempio, Varutti; Ghislandi (35'st Nunziante), Tascone, Bordo (18'st Finardi), Loreto (18'st Pavone); Giannone (35'st Nocerino), Longo, Leonetti (45'st D'Oriano). A disposizione: Abagnale, Colantuono, Zanoni, Lame, Rosolino, Iglio. Allenatore: Salvatore (Caneo squalificato).

ARBITRO: Monaldi di Macerata

ASSISTENTI: Bonomo di Milano – Pressato di Latina

QUARTO UFFICIALE: Luciani di Roma1

MARCATORI: 32'st Di Grazia (F), 43'st Curcio (F)

AMMONITI: Sciacca (F), Tascone (T), Garattoni (F), Curcio (F), Di Pasquale (F)

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