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Le pagelle di Messina-Foggia

Ottima prova della difesa e dei tre della mediana. Iacoponi determinante tra le linee, Frigerio segna il gol che vale i tre punti. Ancora in affanno Beretta

MESSINA (4-4-1-1) Fumagalli 6,5; Berto 5 (32’st Zuppel s.v.) Baldè 6 Ferrara 5 Celesia 5 (1’st Versienti 6); Grillo 6 Fofana 5 (1’st Fiorani 5,5) Mallamo 5,5 Ragusa 5,5; Balde 5,5 (28’st Curiale 5,5); Perez 5,5 (32’st Ortisi 5,5). A disposizione: Lewandowski, Konate, Ferrini, Salvo, Napoletano, Marino. Allenatore: Raciti 5,5

FOGGIA (3-5-2) Thiam 6; Leo 6 Kontek 6,5 Rizzo 6,5; Garattoni 6,5 Frigerio 7 Odjer 7 Schenetti 6,5 Costa 6 (28’st Bjarkason 6); Ogunseye 6 (22’st Beretta 5), Iacoponi 7 (42’st Peralta s.v.). A disposizione: Raccichini, Nobile, Markic, Battimelli, Capogna, Rutjens. Allenatore: Rossi 6,5
Arbitro: Di Marco 6,5

Assistenti: Spataru 6,5– Franco 6,5

Thiam 6 – Pomeriggio relativamente tranquillo dopo gli imbarazzi delle ultime settimane. Non corre rischi neppure quando Raciti riempie la squadra di punte e i cross dalle fasce aumentano. 

Leo 6 – Bada esclusivamente alla sostanza e fa bene, a giudicare dal patatrac che rischia di consumarsi nel primo tempo (il gol divorato da Fofana) per una palla che lui perde in fase di proposta. 

Kontek 6,5 – Non sbaglia praticamente nulla. Ha in parte vita facile per la pochezza offensiva e di idee del Messina. 

Rizzo 6,5 – Come per Leo, l’accompagnamento dell’azione non è troppo frequente. Dietro si fa rispettare e parecchio. C’è poco da fare, c’è un abisso tra una difesa con e una senza Rizzo. 

Garattoni 6,5 – Meno esplosivo del solito, ma ugualmente presente. L’innesto di Versienti richiede una più costante presenza a sostegno del terzetto difensivo e lui non se lo fa ripetere due volte. Raddoppia, spazza e – quando può – riparte. 

Frigerio 7 – Con Iacoponi che parte dietro, fa quello che dovrebbe fare una mezzala: scovare il pertugio e infilarcisi. Detto fatto. Inserimento perfetto a ricevere l’altrettanto perfetto suggerimento di Iacoponi, per la terza firma stagionale, la prima che (finalmente) porta i tre punti. 

Odjer 7 – Chiedergli le geometrie di Petermann sarebbe come pretendere una bistecca tomahawk in un ristorante vegano. Ma al di là delle battute, c’è un dato di fatto inconfutabile: quando gioca dal 1’ raramente sbaglia partita. Perché è giocatore intelligente, che sa quel che fare, quando e come farlo. A Messina non sbaglia una lettura e la squadra non perde mai le misure neppure quando la stanchezza rischia di allungarla. 

Schenetti 6,5 – Fumagalli gli nega il gol che avrebbe sbloccato la gara qualche minuto prima. Convincente, non tanto per la qualità delle giocate, quanto per l’attitudine mostrata nella fase di non possesso. Mai una pausa, sempre sul pezzo. Recupero prezioso. 

Costa 6 – Suo il primo tiro che scalda i guanti di Fumagalli. Costante la spinta nella prima frazione, cala alla distanza fino al cambio (28’st Bjarkason 6 – L’approccio è buono e sembra lasciar intuire quello che in parte si sapeva: da esterno ha meno freni inibitori, malgrado sia stato annunciato come mezzala. Ma non è di certo l’unica perplessità generata dal controverso mercato invernale).

Ogunseye 6 – Prezioso il lavoro di sponda, quando la squadra cerca di appoggiarsi su di lui per azionare gli inserimenti dei compagni. Piccola macchia:  una ripartenza che sciupa nella ripresa (22’st Beretta 5 – La speranza è che col passare delle settimane riacquisisca una condizione accettabile, per lo meno. Entra col piglio giusto, ma il fisico non asseconda le intenzioni. Perde quasi tutti gli scontri e manda alle ortiche un contropiede clamoroso con la difesa del Messina pressoché scoperta). 

Iacoponi 7 – Agisce a tutti gli effetti da sotto punta e tra le linee è pressoché immarcabile. Sfrutta bene gli spazi che il Messina gli concede, con la chicca dell’assist a Frigerio. Sbaglia ancora, di tanto in tanto, la scelta finale, ma è un dettaglio sul quale si può lavorare (42’st Peralta s.v.). 

Rossi 6,5 – La gara di Messina gli serviva per “fotografare” la squadra. Lo scatto non sarà quello di Helmut Newton, ma nemmeno di pessima qualità. Adesso, una settimana per iniziare a lavorare sul serio. L’inizio, tuttavia, è incoraggiante. 

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