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Boscaglia e "le idee chiare" che sul campo non si vedono. E che delusione i 'big'

Prestazione inguardabile di tutta la squadra. Nobile incolpevole sui gol, tutti gli altri no. E le scelte del mister lasciano a desiderare

Senza gioco, senza identità, senza mordente. La sfida tra Foggia e Pescara ha messo in evidenza solo le mancanze della squadra di Boscaglia. Difetti che il tempo e il lavoro non hanno contribuito a ridimensionare, tutt’altro.

Quella che avrebbe dovuto essere la partita del rilancio è diventata, invece, la partita che potrebbe mettere fine al progetto Boscaglia. Per una parte dei gruppi organizzati, il progetto Boscaglia è già terminato, come attestano i cori durante il match e la dura contestazione nel post-partita. Che dire di uno 0-4 maturato in casa? Si potrebbe scrivere un romanzo oppure restare in silenzio. Due modi ossimorici per dare la stessa risposta. Il Foggia di ieri è stato uno dei più brutti dell’ultimo decennio. Una squadra che, malgrado le richieste di tempo e gli appelli alla pazienza, non mostra alcun miglioramento, ma solo una totale incompiutezza. Una squadra che sembra essersi radunata ieri e non a fine luglio, a giudicare dalla totale assenza di collegamenti tra i reparti, di idee e di movimenti difensivi. Il tutto si abbina anche a una condizione atletica quanto meno rivedibile, palesata oltremodo dai ritmi ben più sostenuti del Pescara. Per inciso, la società abruzzese, durante il mercato ha cambiato più o meno quanto il Foggia. Eppure, è già una squadra. Evidentemente, anche con 18 giocatori nuovi, un barlume di identità è possibile conferirla dopo due mesi di lavoro.

Le pagelle dei rossoneri

FOGGIA (4-3-3) Nobile 6; Leo 4 Sciacca 4,5 Di Pasquale 4 Costa 4,5; Schenetti 4 Petermann 4 (37'st Frigerio s.v.) Di Noia 4 (37'st Odjer s.v.); Peralta 5 (1'st Tonin 4,5) Vuthaj 5,5 (37'st Ogunseye s.v.) D'Ursi 5 (23'st Papazov 4,5). A disposizione: Raccichini, Illuzzi, Garattoni, Malomo, Chierico, Peschetola, Nicolao, Iacoponi. Allenatore: Boscaglia 3,5

PESCARA (4-3-3) Plizzari s.v.; Cancellotti 7 Brosco 7 Boben 6,5 (34'st Kolaj s.v.) Milani 7; Gyabuaa 6,5 (25'st Palmiero 6) Kraja 7,5 Mora 7; Cuppone 6,5 (25'st Tupta 6) Lescano 7,5 (34'st Vergani 7) Desogus 6,5. A disposizione: Sommariva, Daniello, Kolaj, De Marino, Mehic, Crecco, Ingrosso, Saccani, Germinario. Allenatore: Colombo 7,5

Arbitro: Sala 6,5

Assistenti: Lencioni 6,5 – Feraboli 6,5

Nobile 6 – Subito chiamato agli straordinari su una bella inzuccata di Lescano. Ma la parata non va a referto, perché l’arbitro fischia fallo in attacco. Smanaccia su una conclusione di Desogus. Poi, c’è solo da raccogliere palloni in fondo al sacco. Le colpe sono da ricercare altrove.

Leo 4 – Non male il traversone per il colpo di testa di Vuthaj. Unico bagliore di una serata da blackout perpetuo. Si perde Lescano in occasione del primo gol, imbarazzante il posizionamento sul secondo.

Sciacca 4,5 – Ritrova la titolarità accanto al suo compagno di tante battaglie con Zeman in panchina. Chi lo avrebbe detto che con il boemo si soffrisse di meno.

Di Pasquale 4 – L’entrata su Cuppone è la perfetta fotografia di una serata ai limiti del parossismo. Da capitano non è accettabile. Il ‘bello’ è che, fino a quel momento, era stato uno dei pochissimi, se non l’unico a intravedere la sufficienza.

Costa 4,5 – Spinge tanto, come di consueto. Ma dietro è un disastro continuo. Cancellotti trova spazi che forse non ha mai avuto in tutta la carriera. Completamente fuori posizione nell’azione del terzo gol.

Schenetti 4 – Un po’ mezzala, un po’ trequartista. Un po’ di tutto che alla fine dà vita al niente. Dovrebbe essere il trascinatore tecnico della squadra, invece è il primo a sparire dalla contesa. Pessimo il contributo in fase passiva.

Petermann 4 – La palla persa nell’azione del primo gol è l’acme di una prestazione inguardabile. Come un geometra chiamato a fare i rilievi senza strumenti topografici. Vaga per il campo senza idee, mal supportato, peraltro, dai compagni (37'st Frigerio s.v.).

Di Noia 4 – Sempre titolare nelle prime cinque gare di campionato. A parte il discreto esordio, le successive prestazioni non giustificano le conferme. Attacca male e difende peggio. Boscaglia lo richiama sullo 0-3, dopo una pletora di errori e un rosso sfiorato per doppia ammonizione (37'st Odjer s.v.).

Peralta 5 – Conferma la sua totale inconsistenza, anche se non fa peggio dei compagni. Dura un tempo prima di farsi male (1'st Tonin 4,5 – Inizia incespicando su un pallone. Prologo di una serata da urlo… di Munch).

Vuthaj 5,5 – La sensazione è che, ancora una volta, Boscaglia abbia sbagliato a schierare il centravanti. Con una squadra che fa fatica a rifornire le punte, serve più un attaccante di manovra, lui non lo è. Eppure, si danna l’anima, prova a giocare anche spalle alla porta, pur non essendo troppo portato. Un adattamento a tratti mortificante (37'st Ogunseye s.v.).

D'Ursi 5 – Mezzo voto in più per la bella conclusione che, per poco, non porta avanti i suoi. Sarà l’unica giocata da ricordare. Sul resto, è meglio sorvolare (23'st Papazov 4,5 – Gettato nella mischia per coprire il buco lasciato da Di Pasquale. Non la partita migliore per esordire. E infatti pure lui va subito in bambola).

Boscaglia 3,5 – Ci perdoni la franchezza. Rispondendo in maniera piuttosto piccata, nella conferenza stampa della vigilia, ha asserito di avere le idee chiarissime. Delle due l’una: o bluffava (e certe scelte iniziali e in corsa qualche sospetto lo generano) oppure le idee chiare le ha davvero, ma non è stato fin qui capace di trasmetterle ai giocatori. L’80% dei quali (va detto) sono con lui da luglio, malgrado sembra siano arrivati a Foggia l’altro ieri. Ok la mancanza di amichevoli impegnative, ok il problema delle strutture, ma dopo due mesi di lavoro, aspettarsi qualcosa di più, qualcosa di meglio è quanto meno legittimo. Senza per forza essere tacciati di remare contro la squadra o capire poco di calcio. Ma le colpe andrebbero distribuite a tutta la squadra, a chi – per esperienza e curriculum – è stato preso per alzare il livello e che, fino a oggi, si è fatto notare più per le performance canore in ritiro.  

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