rotate-mobile
Domenica, 28 Aprile 2024
Calcio

Dall'inferno al paradiso, le accuse che diventano encomi: Pietro Perina e il destino che spetta ai "solitari" del calcio

Sul banco degli imputati per l'errore con il Sorrento, tra i grandi protagonisti nella sfida con la capolista Juve Stabia: "Dispiaciuto per l'errore, ma ho cercato di non pensarci. Il mio trasferimento a Foggia? Non ci ho pensato neanche un minuto prima di accettare"

Secondo il grande Eduardo Galeano il portiere era “un solitario condannato a guardare le partite da lontano”. E tra i tre pali che era chiamato a difendere attendeva “la sua fucilazione”.

Quello del portiere è da sempre stato un ruolo affascinante, per il suo precipuo compito, ma anche per quell’ossimoro insito nella sua essenza. Un uomo solo in quello che è da sempre il più celebre dei giochi di squadra. Malgrado il calcio contemporaneo abbia mutato le sue mansioni, con un coinvolgimento sempre maggiore nella costruzione della manovra – specie in chi pratica quella dal basso –, il portiere ha mantenuto intatte le sue antiche proprietà, a cominciare dalla solitudine.

La solitudine si compenetra nel gramo destino che spetta solo e soltanto al portiere. Da William ‘Fatty’ Foulke – il portiere dello Sheffield al quale fu dedicato uno dei primi cori offensivi dei tifosi avversari – a Donnarumma, nulla è cambiato, se non la scelta cromatica delle divise e la numerazione talvolta distante dalla tradizione. Il portiere sarà sempre il ruolo più delicato, il giocatore più soggetto alle critiche, l’elemento per il quale un errore può cancellare decine di prodezze salvifiche, a differenza dell’attaccante al quale basta un gol per rendere memorabile una prestazione anonima.

Ci sono passati tutti, persino un mostro sacro come Dino Zoff, sul banco degli imputati ai mondiali del ’78 per i gol presi contro Olanda e Brasile, tanto da indurre certa critica a suggerirne una visita oculistica o addirittura il ritiro. Quattro anni più tardi, da 40enne, avrebbe sollevato al cielo la terza coppa del Mondo, dopo aver salvato il risultato nell’epica sfida con lo strafavorito Brasile.

E che dire di Walter Zenga, miglior portiere del mondo nella sua epoca, eppure ricordato più per una celebre uscita a vuoto a Italia ’90, ritenuta la causa della eliminazione degli Azzurri contro l’Argentina di Maradona. O di Sarti, che oltre a rappresentare l’incipit di una celebre formazione/filastrocca, fu anche l’autore di una presa maldestra che costò uno scudetto all’Inter di Herrera nel 1967.

Beffardo il destino di Oliver Kahn: ai mondiali del 2002 con la sua Germania perse in finale contro il Brasile di Ronaldo, il quale realizzò il primo dei due gol proprio grazie a una presa difettosa del portiere teutonico, che la Fifa aveva già premiato come miglior portiere della rassegna iridata.

L'ampia premessa è doverosa, perché qualcosa di simile – seppur racchiuso in un contesto più modesto come quello della serie C – è accaduto a Pietro Perina. La papera sull’innocuo tiro di Capasso ha finito per costare 2 punti al Foggia contro il Sorrento. Ed è un dato di fatto. Epperò, sono in pochi a conferire la stessa importanza ai cinque interventi che avevano tenuto in piedi i suoi nella stessa gara, senza i quali, difficilmente i satanelli sarebbero usciti imbattuti.

Fortuna che il calcio regali nuove occasioni. Perina ne ha colto una al volo nella gara di domenica scorsa contro la capolista Juve Stabia. I due voli che hanno censurato l’acrobatica volée di Adorante e la velenosa ‘foglia morta’ di Mignanelli si sono rivelate fondamentali nell’economia della partita, in particolare il secondo intervento, giunto dopo il vantaggio firmato da Ercolani.

Alla fine, il Foggia ha festeggiato una vittoria fondamentale; e se il conseguimento della salvezza necessita ormai solo del conforto dell’aritmetica, da domenica sera il Foggia ha finalmente ritrovato la zona playoff: “Cose che capitano. Mi dispiace perché avremmo potuto portare a casa una vittoria sofferta e regalare una gioia ai tifosi. Nei giorni seguenti ho cercato di isolarmi, di non portarmi dietro l’errore perché se ci pensi troppo è dura allenarsi”, il commento dell’estremo difensore barese. Mentalità giusta, perché il calcio concede sempre una seconda possibilità. Nel suo caso, è arrivata a stretto giro: “Sapevamo che sarebbe stata dura, ma siamo riusciti a vincere davanti ai tanti tifosi”.

È arrivato a Foggia da Monopoli, dove il rendimento non era stato dei migliori. E, per la verità, neppure le prime prestazioni con i satanelli sono state indimenticabili: “È vero, ne ho presi alcuni evitabili, ma mi alleno sempre al massimo, lavoro con il preparatore dei portieri (Cicioni, ndr) per limare i dettagli”.

Come è accaduto ad altri compagni giunti a gennaio, non ci ha pensato su un attimo quando gli è stata prospettata la possibilità di approdare in Capitanata: “Già in passato c’erano stati degli interessamenti. Ho accettato subito anche se la situazione non era delle migliori, ma sapevo in che piazza sarei arrivato”.

Già, perché Perina è stato uno dei primi volti nuovi del mercato invernale, giunto quando a guidare la squadra c’era il duo Vacca-Coletti. Dopo il ritorno di Cudini la squadra ha dovuto fronteggiare altre cadute prima di ripartire. L’ultima, con la Turris, è stata la più dolorosa, ma anche decisiva per il rilancio: “Dopo Torre ci siamo chiusi nello spogliatoio e abbiamo parlato, non meritavamo di stare lì sotto. Sappiamo il valore della rosa e volevamo uscire al più presto da quella situazione. Stiamo lavorando duramente per regalarci delle gioie a noi e soprattutto ai tifosi”.

Da allora sono arrivati 16 punti in 7 partite, score che il Foggia è chiamato a ingrassare a partire dalla trasferta di Messina: “Può essere un bivio, ci teniamo a continuare questa striscia. Vincendo, si vive meglio la settimana, ci si allena con maggiore serenità. Andremo lì per fare la partita. A gennaio eravamo messi male, facendo filotto ci siamo tirati fuori. Tuttavia, il nostro obiettivo resta la salvezza. Poi, quello che verrà in più sarà tanto di guadagnato, non ci tireremmo indietro di certo”.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Dall'inferno al paradiso, le accuse che diventano encomi: Pietro Perina e il destino che spetta ai "solitari" del calcio

FoggiaToday è in caricamento