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La ‘Foggia Più’ di Angiola scala le classifiche: “Sogno una multinazionale da 1000 posti di lavoro”

L’ex deputato gioca d’anticipo e presenta la sua candidatura a sindaco. Già pronte due liste

“Foggia non dovrà essere più ultima: mi impegno, al termine di questi 5 anni, a farla risalire nella classifica del Sole24Ore di 30 posti”. È la promessa di Nunzio Angiola, deputato nella scorsa legislatura, che ha annunciato la sua candidatura a sindaco della città.

Non si può certo dire che il suo progetto non sia ambizioso, a giudicare dalle premesse. E se nel 2022 occupava il 104esimo posto su 107 province per qualità della vita, la Capitanata dovrebbe scalare la graduatoria fino al 74esimo posto al più nel 2029 (calcolando che si basa sui dati dell’anno precedente). Viene da chiedersi quale sarebbe la sua ricetta, ed è presto detto: “Abbiamo un’idea precisa sulle leve da azionare perché l’indice si fonda su un algoritmo”.

Da buon professore universitario di Economia Aziendale e dottore commercialista, si affida ai calcoli matematici. Poi, però, bisogna fare i conti anche con gli altri 60 comuni, perché la classifica viene stilata su scala provinciale.

Ma non è tutto, perché il suo sogno è portare a Foggia una multinazionale che possa assumere mille persone: “Girerò l’Europa per trovarla”. È arrivato con le idee chiare al Samì, dove ha presentato il suo progetto per Foggia e la sua idea di futuro. Frasi ad effetto, slogan e due liste già pronte, che recano i simboli delle due associazioni che ha creato nel giro di venti giorni: ‘Effetto Foggia’ e ‘Foggia 5.0’. 

Ha bruciato tutti sul tempo, non c’è che dire. In un mese e mezzo avrebbe già precettato sessanta persone. Si stava muovendo, ammetterà, già da novembre. Sta preparando addirittura la terza lista, ‘Angiola Sindaco’, con Federico II in filigrana. Fa i primi nomi, a titolo esemplificativo: Francesco Sollitto, direttore della struttura complessa di Chirurgia Toracica del Policlinico, è il primo main sponsor, vice presidente di Effetto Foggia; e poi, almeno a giudicare dai candidati che gli vengono in mente senza promemoria tra le mani, le liste sono infarcite di commercialisti, a partire dal presidente dell'Unione Giovani Dottori Commercialisti, Francesco Verderosa, e Angelo Carboni; ci sono anche Michele Della Penna, Nicola Monaco e il giovanissimo Francesco Gallo, 19 anni di Borgo Segezia.

In prima fila c’è l’ex sindaco di Rignano Garganico, Vito Di Carlo, pronto a supportarlo con le sue conoscenze perché “se risorge Foggia, risorge tutta la comunità”: ha incontrato l’ex parlamentare 12 anni fa e ripone “tanta fiducia in lui, persona retta e corretta”.

Sollitto vuole frenare la fuga dei cervelli al Nord e fornisce una definizione di quello che proporranno per la città: sarà “etico, giusto e razionale, e ciò che ci possiamo permettere”. Anche lui sogna in grande e il suo augurio è che fra cinque anni “Foggia sia Capitale della Cultura”. Suo padre è di Vieste, e ci tiene a rimarcarlo, anche perché sui natali e le appartenenze territoriali sono già partite le prime stroncature.

Lo stesso leader del raggruppamento civico è già finito nel tritacarne campanilista. “Non sono un figlio di questa terra, però vivo da 23 anni a Foggia – afferma Angiola ai microfoni di FoggiaToday - Mentre tanti scappano da Foggia, io sono la dimostrazione vivente che si può venire qui. C’è una frottola che stanno mettendo in giro, che io sia tarantino, quando sono semplicemente nato a Taranto. Adesso si metteranno in moto tante dinamiche per gettare discredito, al momento opportuno ci difenderemo”.

Carlo Russo, presidente di ‘Foggia 5.0’, lancia il suo appello per fare proseliti: “Seguiteci, ascoltateci, lavoriamo insieme”. Per lui “è arrivato il momento di aprire le persiane, dobbiamo riprenderci i nostri spazi”.

Michela Candela, altra rappresentante di ‘Effetto Foggia’, si presenta come un “mamma e casalinga che ha deciso di dedicare un po’ del suo tempo per recuperare un clima positivo nella città, perché c’è un’aria sempre depressa”. Suo figlio è candidato.

Angiola condensa nello slogan ‘Foggia Più’ il suo programma, perché “di segni meno ne abbiamo piene le scatole”. Finora, a sentire lui, c’è stata una mancanza di visione, e non risparmia nessuno: “Anche coloro che hanno fatto opposizione non si sono strappati le vesti. È mancata serietà, competenza e concretezza nella classe politica”.

Per rimettere in moto Foggia, al primo punto, ci sono più legalità e sicurezza. Vuole una città ‘più’ attrattiva per chiunque voglia investire, ‘più’ turistica, ‘più’ pulita (“Saremo dei cani da guardia”). Promette di rinverdire i fasti di un tempo e riportare la città a come i foggiani se la ricordano negli anni ’70 e ’80.

“Nessuna preclusione” qualora i partiti dovessero agganciarli: “Siamo aperti al confronto e al dialogo”. Ci sono già state interlocuzioni con associazioni e movimenti civici. “Non ci faremo stritolare nel tritacarne della contrapposizione ideologica”. Con Azione si è “fermato ai box” e ha detto a Calenda che occorre fare immediatamente un congresso. Non si pone il tema di un eventuale ritorno: i suoi lo vogliono civico. Si definisce un “socialista liberale”, si ispira a principi liberal democratici, “però non ho le preclusioni di taluni liberal democratici, che non vogliono dialogare con i Cinquestelle, con Fratelli d’Italia - afferma - io voglio uscire dagli steccati e dalla contrapposizione ideologica”.

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