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"Io candidato sindaco? Non potrei mai". L'auspicio di Vigilante: "E' il momento di una donna"

Il manager della sanità privata foggiana non lascerebbe mai le aziende che gestisce: "Fare il sindaco non è un hobby"

"In questa città noi abbiamo bisogno di un po' di umanità e di etica. Credo che qui ci voglia un po' di cuore in più, e un pizzico di generosità e rispetto". Magari sacrificando qualche super manager, sì, ma non Luca Vigilante, presidente della cooperativa Sanità Più e vice presidente di Universo Salute.

"Io sono un umilissimo manager che contribuisce a una gestione etica delle aziende che oggi rappresentano la provincia di Foggia penso in tutta la Puglia e forse anche in Italia e non potrei mai allontanarmi da quelle che sono le aziende, i beni e le attività dei miei figli. Sarei davvero un egoista, perché per fare il sindaco è necessario molto impegno, dedizione e non si possono ripartire, perché non è un hobby".

Il manager della sanità privata foggiana, del gruppo Telesforo, non vuole fare il sindaco e lo dice a chiare lettere, e non ha "la più pallida idea" di come mai sia stato tirato in ballo e l'ha vissuta addirittura come una piccola forma di violenza, "in una situazione calda come questa", e nonostante tutto quello che sta attraversando.

"Credo che la città contenga degli spiccati profili umani, etici e anche professionali - afferma oggi Luca Vigilante - Poi penso che a un certo punto un pluralismo di genere porterebbe anche dei benefici, laddove noi decidessimo magari, quantomeno, di valutare, immaginare, ipotizzare una donna per questo incarico fondamentale. Foggia non ha mai avuto una sindaca e, perché no, avvalersi anche della sensibilità, della professionalità di tante donne in gamba sarebbe il mio auspicio".

Nella famiglia di Luca Vigilante un sindaco c'è stato, per parte di moglie. È il genero di Paolo Telesforo che porta il nome del nonno, primo cittadino di Foggia dal 1948 al 1950.

Nel 2016, in occasione del restauro della statua di Vincenzo Lanza, il nipote ricordò la sua figura con un aneddoto che sembra vagamente presentare almeno un'analogia con le vessazioni subite oggi dal marito della figlia, vittima di attentati dinamitardi e intimidazioni: "Nel 1949, quando furono stanziati i fondi per ricostruire il Pronao della Villa distrutto dai bombardamenti - raccontò - fu pesantemente insultato e selvaggiamente malmenato per non essersi prestato a speculazioni e pressioni da parte di alcuni costruttori del nord Italia che volevano trasformare la villa in un albergo di lusso. Ciò nonostante, quel sindaco non arretrò di un passo".

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