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45 milioni destinati alla zona ASI, ma Foggia rischia di perderli. Perche?

Prima tappa del nuovo ‘Patto di Consultazione’: a tanto ammonta il valore degli 8 progetti che interessano l’area industriale foggiana, finanziati con fondi comunitari ed oggi a rischio evaporazione perché inutilizzati

Da un lato la Capitanata, Foggia in primis, tenta con le unghie e con i denti di vedersi destinare quei 14 milioni di euro di fondi Cipe stanziati per l’allungamento della pista dell’aeroporto Gino Lisa. Dall’altro la città rischia di perdere qualcosa come 45 milioni di euro stanziati (da tempo) e destinati alla zona ASI. 45 milioni di euro, 90 miliardi delle vecchie lire: a tanto ammonta il valore degli 8 progetti che interessano l’area industriale foggiana, finanziati  quasi tutti con fondi comunitari (FESR) ed oggi a rischio evaporazione perché inutilizzati.

Gli interventi sono fermi al palo. Qualcuno è stato avviato, nessuno completato. E questo nonostante l’importanza che rivestono per l’area industriale, sulla quale pende, tra l’altro, un inquietante rischio idraulico a causa delle esondazioni del Cervaro.

La messa in sicurezza idraulica, infatti, è tra i primi interventi che avrebbero dovuto attuarsi: 4milioni e mezzo di euro i fondi destinati all’Autorità di Bacino per interventi a monte del Cervaro. Nulla di fatto: il progetto definitivo è stato redatto ma le opere non sono mai state cantierizzate. Quindi i lavori di avanzamento della viabilità e di adeguamento idrico fognante, il secondo casello autostradale, gli impianti di depurazione e di videosorveglianza. 45 milioni di euro fermi al palo.

La domanda sorge spontanea, nell’indignazione generale. Quando i soldi ci sono ma non si spendono, le responsabilità di chi sono?  E’ questo l’interrogativo a cui si dovrà doverosamente dare una risposta nelle prossime settimane.

Un dossier che chiama in causa tutti gli enti coinvolti nella gestione e tutela dell’Asi saranno convocati a breve ad una tavola rotonda monotematica. “Lì dovranno darci le risposte” tuona Pino Lonigro, consigliere regionale e patron del movimento “Socialismo Dauno” che a più riprese oggi in conferenza stampa ha chiamato in causa l’Asi stessa (e dunque il suo presidente, Franco Mastroluca), e gli uffici tecnici di Comune e Provincia di Foggia.

E’ questa la prima tappa del nuovo ‘Patto di Consultazione’ siglato con altre forze politiche in vista delle prossime amministrative: aprire dei  fascicoli sui temi cruciali per la città per capire a che punto siamo e cosa blocca il completamento delle procedure. Con Socialismo Dauno anche il gruppo consiliare di Sel, i “Riformisti in campo” e la nuova associazione politica di Federico Iuppa, ex Psi e fino a qualche tempo fa vicesindaco con delega al Suap del Comune di Foggia.

E’ a lui che va la prima domanda: cosa ha bloccato, ad esempio, il completamento dell’iter amministrativo per l’ampliamento di altri 200 ettari della zona Asi, così come previsto dal Documento Preliminare Programmatico del 2006? Perché, al 2013, il consiglio comunale non si è mosso e si continua ad andare in variante in verde agricolo? Mistero. “Siamo qui per dare una scossa al sistema. Ciascun ente dovrà assumersi le proprie responsabilità”. Si vedrà.

Resta il dato, inquietante, di miliardi di vecchie lire ottenuti e non spesi. Mentre ci si è arrovellati (ed anche per tante tempo, rischiando finanche la stabilità governativa al Comune) su chi avrebbe dovuto sedere sulla prima poltrona del Consorzio (poi, dal Pd, riconfermato Mastroluca).

La radiografia delle responsabilità, tuttavia,  si allarga a centrosinistra e centrodestra, nessuno escluso. Tecnostrutture comprese. Mentre si apprendono i dati delle chiusure: su 44 aziende che insistono nell’area, 10 hanno chiuso i battenti o comunque non sono più operative. 

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