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Royalties eolico ai comuni salve fino al 2018. Sindaco di Biccari contento ma anche no: "Hanno vinto le società"

La Corte Costituzionale ha sancito la legittimità dei ristori previsti dalle convenzioni pattuite prima del 3 ottobre 2010. Il pronunciamento scaturisce da quattro contenziosi tra i comuni di Ordona, Serracapriola e Faeto e le aziende delle energie rinnovabili. La provincia di Foggia esulta ma il sindaco di Biccari non si unisce alla festa

I Comuni mettono in cassaforte le royalties dell'eolico fino al 31 dicembre 2018, ma le vecchie convenzioni pattuite prima del 3 ottobre 2010 dovranno essere riviste e adeguate alle prescrizioni delle linee guida ministeriali, con decorrenza 1 gennaio 2019.

Lo sancisce la sentenza n. 46 della Corte Costituzionale che si è pronunciata sulla legittimità dell'emendamento alla Legge di Bilancio 2019 teso a salvaguardare il riconoscimento agli enti locali di compensazioni e ristori previsti dalle convenzioni stipulate prima dell'entrata in vigore del decreto ministeriale del 10 settembre 2010 "Linee guida per l'autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili".

I dubbi di costituzionalità erano stati sollevati in quattro distinte controversie, tutte tra comuni della provincia di Foggia e società delle energie rinnovabili, che vedevano contrapposti Comune di Ordona e Parco Eolico Ordona più l'Anev (Associazione Nazionale Energia del Vento), Comune di Ordona ed Eurowind; Daunia Faeto srl, Daunia Wind srl e Comune di Faeto; Daunia Serracapriola s.r.l. e Daunia Wind s.r.l. contro il comune di Serracapriola. Il Consiglio di Stato aveva dichiarato rilevanti e non manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale dell’articolo 1, comma 953, della legge n.145/2018 e, in via incidentale, la Corte Costituzionale si è pronunciata e le ha rigettate.

I quesiti riguardavano per tutti i "proventi economici pattuiti dagli operatori del settore con gli enti locali, nel cui territorio insistono impianti alimentati da fonti rinnovabili, sulla base di accordi sottoscritti prima del 3 ottobre 2010": erano in discussione la previsione che i proventi restassero acquisiti ai bilanci degli enti locali e la conservazione di piena efficacia degli accordi.

La sentenza, in 24 pagine, è stata depositata il 23 marzo e ha sancito la legittimità dell'emendamento e, di conseguenza, delle misure patrimoniali di compensazione previste dagli accordi stipulati dalle parti.

Esulta il presidente della provincia di Foggia e sindaco di Candela Nicola Gatta: "Finalmente, dopo una decennale vertenza, i comuni dauni interessati dalla installazione di aerogeneratori, avranno la possibilità di usufruire dei ristori convenzionalmente pattuiti con le aziende del settore eolico. I bilanci di tali enti potranno così contare su quelle fondamentali risorse economiche a vantaggio delle proprie comunità". Ringrazia "chi ha contribuito al raggiungimento di questo importante risultato, presentando la proposta emendativa": gli onorevoli Nunzio Angiola, Maria Luisa Faro e Giorgio Lovecchio.

All'epoca, diversi comuni rischiavano il dissesto perché avevano iscritto in bilancio royalties che le società non versavano. Ha lavorato alacremente all'emendamento proprio il deputato di Azione Nunzio Angiola, che l'ha predisposto con il segretario generale della Provincia di Foggia e su sollecitazione di vari sindaci di Capitanata, tra cui lo stesso Nicola Gatta, Valentino Petruzzi (sindaco di Rocchetta Sant’Antonio), Giuseppe D’Onofrio (sindaco di Serracapriola), Luigi di Fiore (sindaco di Rignano Garganico). "La Corte Costituzionale oggi ci dà ragione", commenta l'onorevole Angiola, che per primo ha annunciato come fossero salvi i bilanci di centinaia di comuni italiani. "Esprimo grande soddisfazione per questa sentenza di portata storica che recepisce al 100% le previsioni del mio emendamento".

Il sindaco di Biccari Gianfilippo Mignogna non si unisce alla festa, per quanto una sentenza di senso contrario sarebbe stata catastrofica: "La sentenza salva le convenzioni che i Comuni hanno con le società, ma fino al 31 dicembre 2018. Mette in sicurezza i bilanci soprattutto per quegli enti che avevano dei 'buchi' perché le società avevano interrotto i pagamenti. E questo è l'aspetto positivo. Il prezzo che paghiamo, però, è altissimo, perché dal 1° gennaio 2019 le convenzioni devono essere ricondotte alla disciplina delle linee guida che è decisamente peggiorativa per i comuni. E questo varrà per sempre. Cioè, vale per tutta la restante durata delle convenzioni. Il Comune di Biccari, per esempio, ha una convenzione del 2006 che scade nel 2030: fino al 2018 abbiamo diritto alle royalties che sono state pattuite all'epoca, dopo no".

È una vittoria di Pirro. Ma, fondamentalmente, le società speravano di cavarsela senza versare neanche le somme pregresse. Mignogna non fatica a definirla una sentenza all'italiana: i comuni sono stati accontentati per il passato, ma per il futuro ha dato ragione ai colossi dell'energia del vento.

La Consulta ha dichiaratamente ritenuto ragionevole la scelta complessiva del legislatore finalizzata, da un lato, a garantire il mercato dell’energia da fonti rinnovabili, riallineando le condizioni degli operatori del settore, e dall’altro, a promuovere la tutela dell’ambiente e del paesaggio prescrivendo che le misure compensative siano, almeno in parte, specifiche, ossia di effettivo riequilibrio ambientale e territoriale, e non solo meramente monetarie, e siano comunque da considerare, ai fini fiscali, come costi nella determinazione del reddito d’impresa.

"Il ruolo dei comuni sarà sempre più marginale e sempre meno considerato anche dal punto di vista economico - afferma Mignogna - Secondo me, alla lunga, hanno vinto le società". Non vuole certo apparire come un bastian contrario ma incoraggia una riflessione in una visione di lungo periodo. E sostanzialmente, è orientato a pensare che i Comuni non vedranno più un euro quando le società pianteranno le loro pale.

"È giusto esultare perché io ad esempio posso recuperare 400 mila euro all'anno, in tutto 1 milione e 200 mila euro, ed è giusto essere contenti di questo risultato. Però, la sentenza ha certificato - e questa volta è una certificazione autorevole e definitiva - che anche per le convenzioni in essere comunque scatta la nuova normativa che è molto penalizzante per i comuni: non è automatico ottenere le royalties, possono essere previste misure compensative di carattere ambientale ma non economico e queste misure vanno decise in conferenza di servizi dalla Regione sentiti i Comuni, ma non possono essere disposte in maniera unilaterale dai Comuni. Quindi i Comuni, e di conseguenza le comunità locali, di fronte al grande fenomeno dell'eolico fanno un ulteriore passo indietro, cioè mettono in sicurezza i bilanci pregressi però in futuro avranno ancora meno voce in capitolo e ancora meno soldi. In prospettiva - conclude laconico Mignogna - hanno vinto le società".

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