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Economia

Qualità atenei, l'Università di Foggia scala la classifica de 'Il Sole 24 Ore'

Ancora un exploit nella Ricerca scientifica e un primato per le Borse di studio (ex aequo insieme a Bologna, Camerino, Ferrara e Firenze). Il rettore: "Passi in avanti grazie al contributo di tutti, ma si deve ancora migliorare"

Il quotidiano socio-economico Il Sole 24 Ore ha pubblicato la propria classifica sulla Qualità delle Università italiane, sia statali (61 quelle prese in analisi) che private (16). L'Università di Foggia ha confermato il proprio trend di costante crescita: un dato che ribadisce ancora una volta i decisi passi in avanti compiuti dall'Ateneo dauno, un dato che - al netto di qualsiasi interpretazione - si presta nell'immediato a due considerazioni di carattere generale: l'Università di Foggia conferma il proprio primato in Puglia, sfiorando clamorosamente quello dell'intero Mezzogiorno se non fosse stato per le performance migliori fatte registrare da Salerno e da Pescara-Chieti.

Ma solo entrando nel dettaglio degli indicatori utilizzati per la stesura della classifica del quotidiano di Confindustria, emerge nella sua interezza l'ottimo piazzamento riconosciuto all'Università di Foggia: il secondo grande riconoscimento, di questa natura, dopo quello certificato la scorsa estate dall'ANVUR (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca) che nella classifica VQR (Valutazione della qualità della ricerca) relativa al periodo 2004-2010 ha assegnato all'Ateneo dauno il 12° posto assoluto (tra gli Atenei di media grandezza, quelli con oltre 10mila studenti).

Ebbene l'Università di Foggia è risultata prima in assoluto (sebbene ex aequo con Bologna, Camerino, Ferrara e Firenze) nella classifica delle “Borse di studio”, ovvero nella percentuale dei percettori di borse di studio sul totale degli studenti idonei. Molta soddisfazione si registra anche per il 5° posto negli “Stage”, ritenuti ormai un elemento indispensabile per il completamento della formazione degli studenti che frequentano il nostro Ateneo; così come per il 14° posto nei “Fondi esterni”, cioè per la capacità di attrarre e spendere stanziamenti che sono extra ministeriali, una prerogativa sempre più importante che, in periodi molto delicati come questo, rappresenta il valore aggiunto per qualsiasi Ateneo; per il 16° nella “Valutazione della didattica” da parte degli studenti.

Grande soddisfazione soprattutto il 25° posto conseguito nella classifica della “Ricerca scientifica”, un dato davvero brillante poiché valutato su scala nazionale e quindi al cospetto di Atenei che presentano e coordinano ogni anno un numero di progetti scientifici al momento improponibile per il nostro. Tutto ciò, attraverso una media ponderata e l'utilizzo di indici moltiplicatori, ha portato al 34° posto della graduatoria generale de Il Sole 24 Ore: come detto il miglior risultato tra le Università della Puglia e uno dei migliori risultati tra le Università del Sud Italia, secondo solo a Salerno (23° posto nella graduatori generale) e a Pescara-Chieti (30°).

“Siamo molto soddisfatti per questa classifica – dichiara il rettore, Maurizio Ricci – che conferma il trend positivo che abbiamo intrapreso ormai da diversi anni. Questi dati, se posso permettermi, vanno letti sempre e comunque alla luce di una considerazione basica ma anche imprescindibile, cioè che l'Università di Foggia ha ottenuto la propria autonomia solo quindici anni fa. E che quindi, questa corsa a colmare sempre di più il divario qualitativo dagli altri Atenei italiani che possano vantare secoli di storia, rappresenta di fatto una vera e propria conquista“.

“Con questa ulteriore attestazione di una fonte autorevole come Il Sole24 Ore, dopo quella ufficiale dell'ANVUR, la nostra Università compie un deciso passo in avanti grazie soprattutto al prezioso contributo quotidianamente fornito da tutti”. Viceversa vanno analizzate meglio, alla luce anche delle condizioni socio-economiche e delle prerogative del territorio, le altre classifiche settoriali che peggiorano la media finale ma che rappresentano senza dubbio un deciso monito per il futuro: dalla mobilità straniera alla occupazione, tutte migliorabili.

Al tempo stesso però – prosegue il rettore – sono gli altri dati, quelli non propriamente positivi, che mi interessano di più. Si prenda ad esempio il dato sull'occupazione, noi possiamo formare i migliori scienziati di domani ma se il territorio non assorbe le loro capacità professionali allora il dato su cui interrogarsi forse è un altro, non quello, diciamo così, di natura accademica. Più in generale, siamo perfettamente consapevoli che di performance da migliorare ce ne sono, là dove dipende da noi lo faremo senz'altro e spero al più presto. Non possiamo cullarci sugli allori, soprattutto adesso che, più di una statistica, ufficiale o meno, ci ribadisce che la strada intrapresa è quella giusta”.

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