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Cronaca

Il piano di Francavilla per uccidere l'imprenditore: "Potente messaggio per riaffermare supremazia su Foggia"

Chi sono gli indagati del tentato omicidio dell'imprenditore di Foggia sventato dalla squadra mobile. Aggravante del metodo e della agevolazione mafiosa

Secondo il gip Maria Luisa Bencivenga, il piano messo in piedi da Emiliano Francavilla per far fuori un imprenditore di Foggia - poi sventato dalla squadra mobile la sera del 26 giugno - "va inquadrato in un contesto di lotta armata tipicamente mafiosa, volta a definire – con la forza – gli assetti di potere criminale sul territorio foggiano".

L’eliminazione fisica della vittima, infatti, avrebbe rappresentato “un potente messaggio volto a riaffermare la supremazia sul territorio del gruppo facente capo a Emiliano Francavilla, a seguito della sua scarcerazione e del suo rientro a Foggia. Anche le modalità plateali della condotta, realizzata da un vero e proprio commando con l’utilizzo di armi e nei pressi di un casello autostradale, notoriamente affollato la domenica sera d’estate in considerazione del rientro dai soggiorni di vacanza, le qualità personali della vittima, noto imprenditore foggiano attivo negli appalti pubblici”, convergono nel ritenere sussistente l’aggravante contestata del metodo e dell’agevolazione mafiosa.

E ancora, tanto anche sotto il profilo soggettivo dell’agevolazione, “atteso che appare indubbio come l’omicidio di F., che aveva osato non assecondare le pretese economiche della batteria, dopo avere ricevuto da loro ingenti somme di denaro, avrebbe rafforzato l’egemonia criminale del gruppo e inviato un messaggio univoco ad altri soggetti che si trovavano o si sarebbero trovati nelle medesime condizioni. Si tratta di soggetti aventi la disponibilità di armi, che in più occasioni hanno manifestato totale spregio nei confronti dell’incolumità personale della vittima, brutalmente definita quale birillo a cui sparare o come un dolore di denti da estirpare in modo da togliersi il pensiero” evidenzia il giudice per le indagini preliminari.

Chi sono gli indagati

Emiliano Francavilla, ritenuto al momento tra i vertici della consorteria mafiosa ‘Sinesi-Francavilla’, dopo un lungo periodo di carcerazione dovuto agli arresti riportati nelle operazioni antimafia ‘Baccus’, ‘Rodolfo’, ‘Blauer’ e ‘Corona’, “per le quali ha riportato sentenze di condanna per reati associativi passati in giudicato, attualmente è libero da qualsiasi obbligo e quindi in grado di riprendere il suo ruolo all’interno della batteria mafiosa di appartenenza, impartendo disposizioni ad ordini ai sottoposti in riferimento alle strategie criminali da adottare”. Nell’ambito di Blauer, operazione eseguita dai carabinieri il 22 giugno 2011, era emerso che Emiliano Francavilla, unitamente ai sodali, avesse offerto supporto per la latitanza del boss di Monte Sant’Angelo dell’epoca, Francesco Li Bergolis.

Michele Ragno “è sicuramente un esponente della consorteria mafiosa ‘Sinesi-Francavilla’, tanto che in occasione del tentato omicidio di Vito Lanza avvenuto il 17 ottobre 2015, viene ripreso da alcune telecamere mentre, pochi minuti prima del grave fatto di sangue, sale a bordo dell’auto dei killer. Nell’occasione, nei suoi confronti non sono stati raggiunti sufficienti elementi di reità”. Per quanto riguarda l’appartenenza alla batteria ‘Sinesi-Francavilla’, nelle carte dell’inchiesta viene evidenziato che Michele Ragno ha subito sentenza di condanna di primo grado nell’ambito del procedimento penale antimafia ‘Corona’.

Antonio e Mario Lanza sono stati tratti in arresto il 16 aprile 2019 per tentata estorsione commessa nei confronti di imprenditori agricoli. Inoltre, presso la loro abitazione di campagna, base logistica per la commissione dell’agguato omicidiario ai danni di F.A., dove alcuni esponenti della consorteria ‘Moretti-Pellegrino-Lanza’, “avevano deciso di compiere un agguato, erano soliti frequentare alcuni sodali del clan. Sono imparentati con il marito della sorella di Antonello ed Emiliano Francavilla”.

Giuseppe Sonnino “è un pluripregiudicato locale che annovera innumerevoli precedenti di polizia per reati contro il patrimonio, ma non è mai stati coinvolto in operazioni antimafia. Ciò nonostante l’attività tecnica espletata nell’ambito del procedimento sul tentato omicidio dell’imprenditore, ha cristallizzato la vicinanza di Sonnino a Emiliano Francavilla”.

Giovanni Consalvo “è legato da un rapporto sentimentale con la figlia di Emiliano Francavilla. Inoltre, annovera precedenti per reati contro il patrimonio”.

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