rotate-mobile
Cronaca

"Lo dovete uccidere...ah?". Così la mafia voleva far fuori l'imprenditore: "Ci togliamo il pensiero"

I nomi degli indagati per il tentato omicidio dell'imprenditore, sventato nei pressi del casello il 26 giugno. Le intercettazioni nelle carte del gip dell'ordinanza applicativa di misura cautelare.

Sono Emiliano Francavilla classe 1979, Antonio Lanza classe 1980, Mario Lanza classe 1957, Giovanni Consalvo classe 1991, Giuseppe Sonnino classe 1971 e Michele Ragno classe 1976, sei dei sette indagati per il tentato omicidio pluriaggravato e in concorso di un imprenditore, delitto sventato lunedì 26 giugno all’uscita del casello autostradale Foggia-Zona Industriale, dagli uomini della squadra mobile.

I sei - si legge nell'ordinanza applicativa di misura cautelare a firma del gip Marialuisa Bencivenga - “in concorso tra loro, agendo con premeditazione, compivano atti idonei diretti in modo non equivoco a cagionare la morte di F. A.", il quale, non avrebbe restituito quanto promesso a Francavilla, dal quale avrebbe ricevuto ingenti somme di denaro.

Tra gli indagati c'è anche S.D., dipendente della ditta dell'imprenditore, che su mandato di Emiliano Francavilla e di Michele Ragno, avrebbe installato un dispositivo Gps sull’auto del titolare, al fine di consentire a Francavilla e agli altri complici, di tracciarne movimenti e spostamenti della vittima.

Il 26 giugno, Emiliano Francavilla, unitamente ad Antonio Lanza e a Giuseppe Sonnino, a bordo di una Fiat 500 di colore rosso di provenienza delittuosa condotta da Sonnino, armati, avrebbero atteso il passaggio dell’autovettura della vittima nei pressi del casello autostradale della A14 Foggia-Zona Industriale, al fine di portare a termine l’azione delittuosa. Giovanni Consalvo e Mario Lanza avrebbero svolto il ruolo di “vedette”, posizionandosi presso un casolare abbandonato nelle vicinanze dell’agguato.

Francavilla, i Lanza, Sonnino e Consalvo, sono anche indagati per i reati di detenzione e porto illegale di armi, pluriaggravato in concorso, perché in concorso e previo concerto tra loro, al fine di commettere il delitto, detenevano illegalmente e portavano in luogo pubblico un numero imprecisato di armi da sparo. In un delle tante conversazioni captate dagli investigatori si sente anche la voce di un soggetto che a Francavilla chiede espressamente: “Lo dovete uccidere...ah?”.

Per il gip “appare chiara la natura del congegno da posizionare sulla vettura della vittima proprio dalle intercettazioni riportate”. E ancora, si legge, “dopo che Michele Ragno consegna ad Emiliano Francavilla il provento pari a 3mila euro derivante dalle cessioni di sostanza stupefacente a soggetti non identificati….,nonché dopo aver fatto riferimento alla tentata estorsione posta in essere dal Ragno nei confronti del ‘Pirata’, la conversazione si sposta sull’agguato omicidiario”.

Sempre per il giudice per le indagini preliminari, “emerge chiaramente trattarsi di un dispositivo per interrogare geo-localizzatore (peraltro Michele Ragno esorta Emiliano Francavilla a non interrogare continuamente il dispositivo posizionato, il quale potrebbe scaricarsi e quindi rendere più complessa la fase esecutiva dell’agguato omicidiario: “Però quello che ti voglio dire...non stare sempre….più invii...e più lui si può scaricare”….E quello è!...No...Giusto per vedere...Apposto...”

Gli investigatori sono risaliti alla vittima anche da un particolare, quando Francavilla dice: “No! ...sta a Brindisi sta…”. Effettivamente quel giorno F.A. si trovava a Brindisi. C'è anche il dettaglio della barca: “E allora la barca la compà!”. La vittima, effettivamente, aveva parcheggiato l’auto presso il porto turistico dove aveva ormeggiato la propria barca.

Secondo il Gip, la conversazione tra Ragno e Francavilla fornirebbe anche elementi di riscontro in merito all’individuazione del giorno. Emiliano: “...domenica sera…”. Michele: “...tu dici che si ritira prima delle sette…? E dal luogo in cui si sarebbe dovuto concretizzare l’omicidio. Emiliano: “...oppure vanno due con la macchina dello ‘zingaretto’ giù a casa sua...o giù là o in campagna...quando esce dal casello...quando esce dal casello ancora meglio….sopra la statale….”

Nelle carte dell’ordinanza applicativa di misura cautelare si legge anche che “la necessità di dover compiere l’omicidio domenica sera viene ribadita dal Francavilla che ribadisce la necessità di “togliersi il pensiero”. Emiliano: “Come viene...Hai capito perché...ci togliamo il pensiero!”. Così da di potersi continuare a dedicare agli affari per la consorteria mafiosa.

Michele: “Bravo!...Almeno facciamo le cose più importanti!”. Emiliano: “Poi mi dedico...mi rilasso con il cervello capito Miché!”. Michele: “E si..ci dedichiamo un poco alle cose più importanti”. Emiliano: “Organizziamo per le vacanze...ste cose qua! ...che devo chiamare anche a quello della Sardegna….”. Michele: “Bravo!...e se non ci vengono loro andiamo noi là”. Emiliano: “E vabbé...come non lo sai...prendiamo l’aereo e andiamo!..Facciamo il biglietto a Bari...scendiamo là...e andiamo a parlare!...Il giorno dopo ci ritiriamo”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Lo dovete uccidere...ah?". Così la mafia voleva far fuori l'imprenditore: "Ci togliamo il pensiero"

FoggiaToday è in caricamento