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Cronaca

L’ultimatum all’imprenditore, la denuncia alla Dia, il dipendente infedele e il piano mafioso: “Sparo proprio”

L'ammissione del dipendente infedele che ha installato il gps sull'auto dell'imprenditore finito nel mirino della mafia. 'ultimatum di Antonello Francavilla a Nettuno e i pizzini, il piano mafioso messo su da Emiliano Francavilla, il movente e le intercettazioni

Emergono nuovi dettagli sul tentato omicidio ai danni di un imprenditore di Foggia sventato dalla squadra mobile della questura del capoluogo dauno, la sera di domenica 26 giugno, nei pressi del casello autostradale della zona industriale. Un agguato in pieno stile mafioso, pianificato attraverso l’ausilio delle informazioni ottenute dal Gps installato sotto l’auto della vittima da un suo dipendente di fiducia, anch'egli indagato ma non ristretto in carcere. 

Nel marzo scorso l’imprenditore aveva denunciato agli uffici della Dia di Foggia, che da molti anni era vittima di estorsione da parte di Antonello Francavilla, il quale, un mese prima, a Nettuno, lo avrebbe minacciato puntandogli il coltello alla gola e dandogli un ultimatum di 15 giorni che sarebbe scaduto qualche giorno dopo l'agguato di cui l'esponente di spicco del clan rimase vittima con il figlio a Nettuno (leggi qui).

Già nell'agosto del 2021, tramite la moglie, il noto esponente del clan ristretto ai domiciliari, avrebbe consegnato una lettera/pizzino alla vittima, invitandolo con urgenza a recarsi da lui senza telefono e con un mezzo non suo. In una seconda lettera gli avrebbe chiesto la somma di almeno 50mila euro per soddisfare "sue necessità non rinviabili" e di "rientrare" di una somma verosimilmente riconducibile a un "pregresso finanziamento iniziale di 500mila euro in contanti".

Tuttavia, da una conversazione intercettata, tra Antonio Lanza ed Emiliano Francavilla, sarebbe emerso che quest’ultimo non conoscesse i dettagli dell'affare. Lanza: "...ma là secondo me...quei soldi che gli hanno prestato a quello devono essere proprio i soldi". Francavilla: "non lo so com'è il discorso lì"..."ma è a conoscenza del fatto che il fratello Antonello e Roberto Sinesi abbiano finanziato l'imprenditore destinatario dell'agguato al fine di acquistare dei terreni e che in cambio, oltre alla restituzione di parte dei soldi, avrebbe dovuto cedere un appartamento e un locale, quest'ultimo pagando direttamente il mutuo” si legge nell’ordinanza del gip.

In un'altra conversazione Francavilla dice: "è perché ha voluto fare il furbo, ha voluto fare...lui e il suocero...gli hanno dato i soldi in mano e capé....volevano fare l'investimento...i soldi e l'hanno presa in c....!". Nell'ordinanza applicativa di misura cautelare si legge anche che l’imprenditore si sarebbe sottratto al pagamento, provocando la reazione armata finalizzata all'omicidio da parte della consorteria criminale 'Sinesi-Francavilla'. "Risolviamo questo, risolviamo questo, che è più importante ragazzi".

In una ulteriore conversazione con Michele Ragno, Emiliano Francavilla gli riferisce anche il ruolo che avrebbe avuto all’interno del commando costituito per eliminare l’imprenditore: “Hai capito perché Michele...almeno domenica sera...sparo proprio…”. Per il gip è chiaro l’intento omicidiario. Francavilla Emiliano: “Allora...noi, hai visto l’altra volta che dovevi girare di qua...prendi questa qua..e ti giri un’altra volta...ok...a destra...quella che tu ha detto quella volta...no dovevamo fare quella strada...eh quella l’abbiamo vista...Prima che arrivi all’abitazione...come ti giri...ti chiamo...quindi spariamo al birillo e mi faccio trovare là...hai capito..e mi prendo la macchina...poi a lui te lo metti nella macchina con te…”

Dopo aver costituito il gruppo d’azione, Francavilla si sarebbe preoccupato di reperire quanto necessario per la commissione dell’omicidio, dando le direttive: “Un’ora e mezza saranno...il traffico che trovi oh! Là lo sai che bordello che sta oggi che tu non immagini...ti metti dietro dietro...lo fai entrare al Villaggio Artigiani...hai capito qual è il fatto….”

Ha ammesso le responsabilità in ordine ai fatti a lui contestati, il dipendente infedele: “Francavilla Emiliano e Michele Ragno dopo qualche giorno sono venuti a casa e mi hanno detto di installare il dispositivo Gps sull’auto di F. Io inizialmente non volevo montarlo ma poi a causa delle loro insistenze, dopo qualche giorno ho preso il Gps….e l’ho montato all’interno di una autovettura...perché Francavilla Emiliano diceva che doveva trovare F.A. e lo doveva uccidere. Questo lo ha detto esplicitamente Francavilla Emiliano. Francavilla e Ragno per farmi montare il Gps minacciavano di morte me e mio figlio. Chi mi minacciava erano Ragno Michele e Emiliano Francavilla, mentre Ragno parlava, faceva di sì con la testa".

L’installatore del Gps era un dipendente di fiducia del noto imprenditore, tanto che dopo aver denunciato il presunto tentativo di estorsione nei suoi confronti da parte di Antonello Francavilla, la vittima gli aveva lasciato il suo pick-up per un mesetto, le chiavi, il telecomando e il badge per inserire e disinserire l’antifurto. Quanto al movente – ha dichiarato in sede di interrogatorio - “Francavilla Antonello aveva prestato 600mila euro a F.A.. Questo è avvenuto quando F. ha costruito un palazzo, circa due anni fa. La notizia del prestito mi è stata detta da Ragno e Francavilla Emiliano sempre la domenica che sono stato portato presso la casa di campagna di Francavilla. A quello che so i soldi non sono stati restituiti da F.”

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