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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Lucera

Tangenti per prendere gli appalti sul rischio idrogeologico: avviso di conclusione indagini per Di Carlo e Sannicandro

Notificato l'avviso di conclusione delle indagini: 13 i soggetti indagati, a vario titolo, per le ipotesi delittuose di corruzione per atto contrario ai doveri d'ufficio e turbata libertà degli incanti, per fatti commessi nelle province di Bari e Foggia, fra il mese di settembre 2019 e il febbraio 2021

Notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a carico di 13 soggetti indagati, a vario titolo, per le ipotesi delittuose di corruzione per atto contrario ai doveri d'ufficio e turbata libertà degli incanti, per fatti commessi nelle province di Bari e Foggia, fra il mese di settembre 2019 e il febbraio 2021.

L’indagine è stata condotta dalla guardia di finanza e costituisce l’epilogo di un’articolata attività avviata nel 2020, che ha consentito di “disvelare un collaudato meccanismo di 'addomesticamento' e 'manipolazione' di procedure di gara inerenti a lavori eseguiti a Bari e in diversi comuni dei Monti Dauni”, grazie alla compiacenza di alcuni pubblici ufficiali, da cui si rileverebbe un “quadro inquietante di collusione e mercificazioni seriali della funzione pubblica”.

Negli scorsi giorni, quindi, i pm Claudio Pinto e Savina Toscani della Procura di Bari hanno chiuso le indagini a carico di Michele Campanella, di Orta Nova, e Donato Coppolella di Foggia; con loro, Antonio e Carmelisa Di Carlo (il primo agli arresti domiciliari, la seconda sottoposta ad obbligo di dimora), Antonio Ferrara e Bruno Maria Gregoretti (entrambi sottoposti a misura interdittiva per 12 mesi), Leonardo Panettieri e Roberto Polieri (sottoposti a misura interdittiva rispettivamente per 12 e 8 mesi). L’avviso è stato notificato, infine, a Rocco Rossi, di Anzano di Puglia, Raffaele Sannicandro detto Elio (misura interdittiva per il 12 mesi), Sergio Schiavone (arresti domiciliari per questa causa), Michele Tamborra e alla ‘F.lli Di Carlo Srl’ nella persona del legale rappresentante pro-tempore.

La mazzetta da 60mila euro per l'appalto da 1,4 milioni

In particolare, si legge nel documento, Sannicandro – nella qualità di soggetto attuatore per l’ufficio del Commissario straordinario delegato per l’attuazione degli interventi per la mitigazione mitigazione del rischio idrogeologico per la Regione Puglia – avrebbe “con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, ricevuto denaro dall'imprenditore Di Carlo Antonio, amministratore di fatto della F.lli Di Carlo S.r.l. e della ICG S.r.l da Schiavone Sergio, in qualità di intermediario tra i due, per una somma complessiva di almeno € 60.000 quale per corrispettivo per favorire le società nella partecipazione e nell'aggiudicazione nelle gare pubbliche” bandite dall'Ufficio del Commissario straordinario nel mese di novembre 2019 ed in particolare, con riferimento alla società F.lli di Carlo S.r.l. di Di Carlo Antonio, “garantendogli l'aggiudicazione dei lavori pubblici (appalto integrato per la progettazione esecutiva e realizzazione delle opere di mitigazione e prevenzione dal rischio idraulico) interessandosi personalmente con Borrelli Giorgio”, presidente della commissione di gara sull'andamento dei lavori della commissione e sulle modalità di assegnazione dei punteggi, “nonché incontrandolo privatamente nei giorni delle sedute di gara. In particolare - si legge nelle carte - Di Carlo Antonio e Schiavone Sergio incontravano in più occasioni il pubblico ufficiale in diversi bar e ristoranti per discutere dei lavori pubblici del dissesto ai quali erano interessati ad aggiudicarsi gli appalti. promettendo e consegnando denaro in contanti per essere favoriti nelle aggiudicazioni”.

"Ci abbiamo messo 5mila euro nella saccoccia..." 

IL 'METODO' CORRUTTIVO | Secondo l’accusa, in un breve arco temporale, sarebbe stata tessuta  una “fitta quanto articolata trama corruttiva”, con riferimento ad almeno cinque episodi, nei quali sarebbe stata accertata la consegna di 60mila euro al soggetto attuatore della struttura commissariale operante in Puglia, quale corrispettivo per garantire l’aggiudicazione di un appalto integrato concernente la realizzazione di lavori in bacini idrografici. Sarebbero stati, inoltre, consegnati 5mila euro a un componente della commissione giudicatrice del suddetto appalto, che avrebbe “alzato” artificiosamente il punteggio dell’impresa vincitrice; cinquemila euro a un funzionario della Regione Puglia per avere orientato le scelte e le decisioni sugli interventi da finanziare privilegiando gli enti locali rispetto ai quali vi era un interessamento del citato imprenditore all’affidamento di lavori.

Ancora, 36mila euro al componente della commissione giudicatrice di una gara, avente ad oggetto l’esecuzione di un intervento di adeguamento sismico in una scuola primaria, quale corrispettivo per l’attribuzione di un punteggio maggiore all’offerta tecnica presentata; 3mila euro a un Rup per ottenere l’affidamento di lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria del demanio idrico superficiale. La circostanza che il “corruttore” avvertisse, al contempo, la necessità di annotare le tangenti corrisposte ne attesterebbe, da un lato, la pluralità delle stesse, dall’altro la “normalità” della prassi delittuosa, tale da richiedere una vera e propria contabilizzazione al pari dei pagamenti leciti.

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