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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Scioglimento del Comune di Foggia "decisione sofferta". Vaccaro: "Non vedo reazione della società civile"

Il procuratore della Repubblica ha relazionato in un incontro dibattito: "La legislazione va migliorata"

“Quando ho partecipato come procuratore della Repubblica alle decisioni dello scioglimento che ha riguardato il mio Comune, ovviamente, è stata una decisione molto sofferta. Commissariare o sciogliere un Comune è una decisione forte, perché sai che vai ad impattare su una comunità e anche su quelle che sono state le scelte della comunità”. A rivelare il suo stato d’animo all'epoca del commissariamento che risale ormai a un anno fa, è il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Foggia, Ludovico Vaccaro, relazionando sul tema ‘La prevenzione ed il controllo dei fenomeni di infiltrazione mafiosa’, in un incontro-dibattito promosso lo scorso 30 giugno dall’Associazione Legali di Capitanata, guidata dall’avvocato Luigi Sorace, e dall’associazione Capitanata 2050, presieduta dall’ingegnere Giovanni Quarato, nella sala rosa del Palazzetto dell’Arte di Foggia. Quando si potranno leggere i verbali, che dopo un certo numero di anni non sono più secretati, “si percepirà – aggiunge il procuratore capo - la mia posizione di dolore per questa scelta, e non poteva essere diversamente da cittadino foggiano”.

Guardando alla disciplina in materia di scioglimento degli enti locali per infiltrazione mafiosa osserva che “la legislazione in materia va migliorata”: “C’è ancora tanto da studiare e migliorare la normativa, forse anche da precisare i contorni di questo intervento che, effettivamente, è molto forte, perché è un po’ una sospensione della democrazia”, afferma prendendo in prestito le parole dell’ingegner Quarato, ex consigliere comunale di opposizione. “È un terreno da esplorare sul piano giuridico però è uno strumento fondamentale, con cui si ostacola il tentativo della criminalità di inserirsi nella pubblica amministrazione e nell’economia a danno di tutti i cittadini”. Prova a stimolare la reazione dei foggiani, come aveva già fatto in un recente convegno dell’Università: “Qualsiasi scioglimento è sempre demolitivo, poco costruttivo: qui interviene la società civile, e io francamente non ho visto ancora nella comunità una capacità di reagire”.  

Attento a non scivolare nella politica, in risposta ad un intervento chiarisce: “Non parliamo mai di situazioni concrete, d’altra parte è vero sul piano generale che non c’è una parte cattiva e una parte buona e le indagini stesse hanno dimostrato anche una trasversalità tra maggioranza e minoranza”.

Insieme a lui, al tavolo dei relatori, c’era l’avvocato Giulio Treggiari, presidente della Camera penale di Capitanata. Anni fa, come osservato dallo stesso procuratore, sarebbe stato quasi impossibile vederli allo stesso tavolo. Eppure si confrontano molto spesso e su tanti temi si trovano d’accordo. Il penalista, a proposito della legislazione in materia, conviene con lui, specie rispetto agli automatismi che prevedono un controllo successivo. “A me è dispiaciuto in maniera terribile non solo che il mio Comune sia stato sciolto con quella motivazione – ha aggiunto - ma mi è ancora più dispiaciuto che la maggioranza della cittadinanza abbia gioito, io mi sento offeso da questa cosa e non capisco chi abbia gioito invece di pensare a come rimediare all’offesa che ci siamo auto procurati alla fine”. Vaccaro trova persino "folle" che qualcuno abbiamo gioito.

Nel corso dell’incontro si è parlato anche degli spazi giudiziari.  Senza volerlo, il procuratore è diventato ‘paladino’ di questa battaglia: “Questo circondario è uno dei pochi casi in Italia in cui è più grande della provincia, guarda caso la provincia della quarta mafia, con un tasso di criminalità assai elevato, quella che è stata considerata emergenza nazionale dal procuratore nazionale antimafia, una provincia con tante povertà, prima di tutto culturali e poi sociali ed economiche, che si traducono in una domanda di giustizia penale e civile maggiore”. Oggi nel Tribunale di Foggia pendono più di 12mila processi penali in attesa di giudizio. Non ci sono le aule per le udienze. “Nel Palazzo di Giustizia non ci possiamo muovere – ha raccontato Vaccaro - Abbiamo occupato i corridoi con gli armadi per mettere più persone nella stessa stanza, con buona pace anche delle norme di sicurezza, purtroppo è così”. Focalizza l’attenzione soprattutto sul problema della prossimità con la gente: “Le persone finiscono per sentire troppo lontani gli uffici giudiziari”. Gli stessi problemi valgono per la giustizia civile, aggiungerà Treggiari: con la chiusura dei tribunali, tutte le cause che si svolgevano nei comuni vicini sono confluite nell’imbuto del Tribunale di Foggia

Non confida in un ritorno dei tribunali soppressi o delle sezioni staccate (“Non lo faranno mai”), ma  con l’aumento delle competenze dei giudici di pace, che diventeranno sostanzialmente dei piccoli tribunali, “si potrà creare quella rete di giustizia di prossimità che servirà a garantire i territori”. Corte d’appello, ricorda, “significa anche sezione del Tar, sezione del Tribunale per i minorenni: noi abbiamo le nostre città piene di bande di piccoli malfattori”. Anche in questo caso, però, per quanto promette di continuare a lavorare per conseguire l’obiettivo, non si fa troppe illusioni: per lui è un treno perso negli anni ’80.

È il carico di lavoro a giustificare la revisione della geografia giudiziaria per il procuratore capo. Più del 50% del carico di lavoro della Corte d’appello di Bari arriva da Foggia. Dall’incontro dibattito arriva uno spunto: sollecitare l’Università ad uno studio, magari una tesi sperimentale, che possa misurare l'ambito, il numero degli abitanti e il carico di lavoro di tutte le Procure d’Italia, per avere dati scientifici a supporto della tesi. “Oggi è un miraggio - ammette - ma se è una battaglia giusta vale la pena combatterla”.

Una trentina le persone che hanno partecipato al dibattito in un caldo pomeriggio d'estate. “Una riflessione sulla legalità e sulla prevenzione dei fenomeni di infiltrazione mafiosa – ha detto Quarato – è ineludibile in questo momento, non solo a Foggia ma in tutto il territorio provinciale”.

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