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Cronaca Manfredonia

Omicidio Ciociola, figli ascoltati come testi. Il punto sulle finanze del padre: "Valutava investimenti"

Imputato nel procedimento è il 45enne Giuseppe Rendina. Il processo proseguirà a gennaio, quando verrà chiamata a deporre la compagna della vittima

Entra nel vivo il processo a carico di Giuseppe Rendina, 45enne di Trinitapoli, a giudizio dinanzi alla Corte d'Assise di Foggia (presidente Mario Talani), per l'omicidio Giuseppe Ciociola, agricoltore 59enne di Manfredonia, ucciso nel marzo 2022, in un casolare di campagna in località Alma Dannata, in agro di Zapponeta.

Questa mattina, in aula, sono stati ascoltati i primi due testi indicati nelle liste di pubblica accusa (pm Stella), in comune con le parti. Si tratta dei figli della vittima, Stefano e Anna Maria Ciociola che si sono già costituiti come parte civile nel procedimento, con l’avvocato Francesco Le Noci.

Le domande poste dalle parti si sono concentrate soprattutto nell’analisi della situazione economica del 59enne, in linea con la tesi della Procura che riconduce il fatto di sangue ad un prestito da onorare da parte dell’indagato. Entrambi i figli hanno confermato come, dopo anni di precarietà finanziaria, alcuni mesi prima dell’omicidio il padre aveva comunicato loro un miglioramento generale delle finanze, tanto da pensare ad un investimento immobiliare. Entrambi, inoltre, ha dichiarato alla Corte di non conoscere l’imputato, né di aver sentito il padre pronunciare il suo nome.

Il processo proseguirà a gennaio, quando verrà chiamata a deporre la compagna della vittima. Nel frattempo, si attende la trascrizione delle intercettazioni telefoniche e ambientali su cui fonda l’impianto accusatorio. L’incarico è stato già conferito al perito Aldo Gallo, che dovrà depositare la documentazione entro 8 settimane (salvo eventuali richieste di proroga).

Difeso dall’avvocato Francesco Paolo Ferragonio, Rendina (che è attualmente in attesa di giudizio dinanzi alla stessa Corte anche per il duplice omicidio di Gerardo e Pasquale Davide Cirillo), non ha mai confessato l’omicidio e, in fase di interrogatorio di garanzia, si era dichiarato innocente

La ricostruzione dell'omicidio

Le indagini degli inquirenti si erano concentrate sul luogo del delitto, ovvero il terreno con annesso casolare tra i comuni di Manfredonia e Zapponeta, dove i carabinieri di Manfredonia erano intervenuti a seguito del ritrovamento del corpo senza vita del bracciante agricolo. Secondo gli investigatori, l'assassino avrebbe esploso un colpo di pistola alla nuca della vittima, che in quel momento era appoggiata sul banco di lavoro.

Prima di andar via avrebbe coperto il corpo di Ciociola con un telo. Il movente del fatto di sangue sarebbe riconducibile a questioni economiche: nel 2021 l'agricoltore sarebbe risultato beneficiario di contributi pubblici destinati alle aziende in difficoltà per sanare le conseguenze della pandemia Covid-19, nonché di ulteriori somme derivanti da agevolazioni fiscali, per un totale di circa 500mila euro.

Rendina avrebbe ricevuto dalla vittima un prestito pari a circa 60mila euro da impiegare in un'attività di ristorazione. Tuttavia, per l'accusa, a seguito delle pressanti richieste di restituzione della somma prestata e dell'impossibilità di farvi fronte - avrebbe deciso di sbarazzarsi del suo finanziatore.

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