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Cronaca Orta Nova

Omicidio Andrea Gaeta: il reo-confesso Tammaro sceglie il rito abbreviato

Tale udienza, quindi, scalza quella già calendarizzata per il prossimo 14 aprile, dinanzi alla Corte d'Assise di Foggia, revocata d'ufficio. Nel procedimento penale non si costituiranno parte civile i genitori della vittima

Il 26enne Mirko Tammaro - reo-confesso per l'omicidio di Andrea Gaeta, avvenuto a Orta Nova, nel settembre scorso - comparirà a maggio dinanzi alla gup Roberta Di Maria per la definizione del rito abbreviato, richiesto dall'imputato attraverso il suo avvocato Antonello Decosmo.

Tale udienza, quindi, scalza quella già calendarizzata per il prossimo 14 aprile, dinanzi alla Corte d'Assise di Foggia, a seguito della richiesta di rito immediato chiesto dalla Procura. La richiesta di rito abbreviato da parte del 26enne era stata già anticipata da FoggiaToday, alla luce della richiesta di rinvio a giudizio, nella quale si contestava l'omicidio senza aggravanti. 

Nel procedimento penale, non si costituiranno parte civile i genitori della vittima, rappresentati dall'avvocato Michele Sodrio: "Sono sorpreso dalla scelta dei miei clienti, però la rispetto e ne prendo atto. Ci hanno tenuto a sottolineare che nessun avvocato sarà presente quale loro difensore, per cui il processo si svolgerà senza la presenza dei familiari come parti", aveva dichiarato sul punto il legale.

Il fatto, lo ricordiamo, avvenne nella notte tra il 2 e il 3 settembre scorsi, in via Saragat, a Orta Nova. Andrea Gaeta, figlio di Francesco, presunto boss di Orta Nova, è stato assassinato a colpi di pistola mentre era in auto. A premere più volte il grilletto è stato il 26enne Mirko Tammaro: i colpi, esplosi da distanza ravvicinata, non hanno lasciato scampo al 20enne. All’omicidio hanno assistito anche alcuni amici della vittima, che erano con lui in auto, al momento dell’agguato.

Sin da subito, infatti, le indagini dei carabinieri hanno seguito una pista ben precisa, che ha portato i militari all’arresto del 26enne. Il giovane, costituitosi nelle ore successive al fatto, è stato poi arrestato con l’accusa di omicidio volontario. Dietro l’omicidio, infatti, vi sarebbe la gelosia nutrita da Tammaro nei confronti di Gaeta, colpevole di aver passato la serata, in un bar del paese, con l’ex fidanzata del fermato e altri amici. Per tutta la serata, si legge nel decreto di fermo, “Tammaro aveva tempestato di telefonate” la ex, che era “visibilmente intimorita dall’uomo che le rivolgeva minacce di morte”.

La comitiva di amici si è quindi allontanata a bordo della Bmw di Gaeta ma è stata raggiunta da quella del 26enne, che “inizia a lampeggiare insistentemente pretendendo che Gaeta accostasse; una volta affiancata l’auto e notata la presenza dell’ex fidanzata”, Tammaro ha invitato Gaeta a uscire dall’abitacolo, “gli si avvicina e dopo aver estratto una pistola di colore scuro esplode 4-5 colpi di arma da fuoco”. Gaeta si rialza, riesce a far ripartire l’auto ma si accascia definitivamente sul volante, sotto lo sguardo attonito degli amici.

Il resto è ricostruito dalle indagini: il 26enne scappa da Orta Nova, si disfa dell’arma - una magnum 357 – lungo la Statale 16, all’altezza di San Ferdinando di Puglia, e si costituisce a Termoli.

La scia di sangue non si è fermata a quella notte: a un mese esatto dall'omicidio Gaeta, ignoti hanno assassinato il padre di Tammaro, il 55enne Gerardo Lorenzo, freddandolo con numerosi colpi di arma da fuoco in pieno giorno, davanti alla sua abitazione in via Salvo D'Acquisto. Secondo gli investigatori, la sua colpa sarebbe stata quella di aver indotto il figlio Mirko a costituirsi lontano dal paese.

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