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Cronaca

Morti sul lavoro, la Puglia nella 'zona rossa' del rischio. I numeri dell'emergenza: 41 decessi in sei mesi

Dall'inizio dell'anno, sono 538 le vittime sul lavoro registrate in Italia; di queste sono 444 quelle rilevate in occasione di lavoro, mentre 94 sono quelle decedute a causa di un incidente in itinere. Rispetto a fine maggio 2021, ci sono 104 vittime in più

L’emergenza morti bianche continua nonostante lo smart working e nonostante le attività produttive non siano ancora ripartite a pieno regime a causa dell’emergenza sanitaria.

E a finire in zona rossa nel primo semestre del 2021 con un’incidenza maggiore del 25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio pari a 19,4 morti ogni milione di lavoratori) sono le regioni Puglia, Campania, Basilicata, Umbria, Molise e Abruzzo.

Ultimo caso, nel Foggiano, il decesso dell'operaio viestano caduto dal mezzo per la raccolta dei rifiuti. Sul caso, la Procura di Foggia ha aperto un fascicolo di indagine, mentre lo Spesal dell'Asl aveva chiesto il sequestro del mezzo di lavoro.

In zona arancione figurano Lazio, Piemonte, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, mentre in zona gialla ci sono Calabria, Emilia Romagna, Veneto, Sicilia, Valle D’Aosta. Infine, in zona bianca, ecco Toscana, Lombardia, Sardegna, Liguria e Marche.

“Da esperti di sicurezza sul lavoro da quasi un trentennio, ribadiamo che questo è il rischio reale di morte sul lavoro nel nostro Paese", spiega Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Sicurezza Vega, "perché, è proprio attraverso il calcolo dell’incidenza della mortalità sulla popolazione lavorativa che si descrive con maggior precisione l’emergenza. Così accade, ad esempio, che sebbene la Lombardia risulti essere la regione con il maggior numero di infortuni mortali sul lavoro, faccia invece rilevare l’incidenza di mortalità tra le più basse del Paese. Risultato: la Lombardia è una delle regioni più sicure per i lavoratori e rimane in zona bianca.”

Con i numeri assoluti la Lombardia, come sempre, è la regione in cui si conta il maggior numero di vittime in occasione di lavoro a causa dell’elevato numero di lavoratori. Nel primo semestre 2021, in Lombardia si sono registrati 52 decessi. Seguono: Campania (49), Lazio (47), Puglia (41), Piemonte (38), Emilia Romagna (35), Veneto (32), Abruzzo (23), Sicilia (22), Toscana (21), Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia (12), Molise e Umbria (11), Calabria (9), Marche (8), Liguria e Basilicata (7), Sardegna (6), Valle D’Aosta (1). Nel report allegato il numero delle morti in occasione di lavoro provincia per provincia.

Nei primi sei mesi del 2021 sono 538 le vittime sul lavoro registrate in Italia; di queste sono 444 quelle rilevate in occasione di lavoro, mentre 94 sono quelle decedute a causa di un incidente in itinere. Rispetto a fine maggio 2021, ci sono 104 vittime in più. Il settore delle Costruzioni è quello che conta il maggior numero di lavoratori deceduti (51 dall’inizio dell’anno, 8 in più rispetto a maggio). Seguono: Attività Manifatturiere (41), Trasporto e Magazzinaggio (40 vittime da inizio anno), Commercio, Riparazione di autoveicoli e motocicli (31), Amministrazione Pubblica e Difesa (14), Sanità e Assistenza Sociale (13).

La fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 45 e i 64 anni (314 su un totale di 444). Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro nel primo semestre 2021 sono 40 su 444. Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro nei primi sei mesi del 2021 sono 58. Il lunedì continua ad essere il giorno in cui si è verificato il maggior numero di infortuni nei primi sei mesi dell’anno.

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