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Cronaca

Detenuto 34enne evade dal Tribunale di Foggia: la ricostruzione di Pilagatti

Il segretario nazionale del Sappe, il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria accusa: "La mancanza di un qualsiasi sistema di videosorveglianza sia nel reparto che nei locali attigui, non ha certo aiutato le ricerche"

Ancora nessuna notizia del detenuto Francesco Paolo Matrella, di Cerignola, evaso questa mattina da una delle celle situate nel sotterraneo del Tribunale di Foggia, dove era in attesa di giudizio.

La dinamica è ancora in fase di accertamento, ma sembra che verso le 10, l'uomo - definitivo per reati contro la persona, e con fine pena 2017 - avrebbe chiesto al poliziotto di guardia, di poter uscire dalla stanza per andare al bagno.

A ricostruire una possibile dinamica dell'accaduto è Federico Pilagatti, segretario nazionale del Sappe, il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. "Il detenuto era allocato con il fratello e non aveva manette, per cui dopo essere uscito dalla stanza sarebbe entrato nel bagno attiguo a quest’ultima. Nel frattempo sembrerebbe che il poliziotto in servizio sarebbe stato distolto da un altro detenuto, motivo per cui avrebbe per un attimo allentato la guardia sul detenuto evaso", spiega Pilagatti.

"Ci è stato riferito che in quel momento erano in corso i lavori di sostituzione della serratura della porta che dal reparto consente di uscire e raggiungere i locali adiacenti che vengono utilizzati come parcheggio per i mezzi della polizia penitenziaria. Appena resosi conto della accaduto, i poliziotti penitenziari presenti presso il reparto hanno dato subito l’allarme, e sono scattate le ricerche dell’evaso. La mancanza di un qualsiasi sistema di video sorveglianza sia nel reparto che nei locali attigui, non ha certo aiutato le ricerche dell’evaso".

Proprio il Sappe nei mesi scorsi, dopo aver effettuato una visita nei locali in cui è avvenuto il 'fattaccio' ed in quelli adiacenti, aveva denunciato tale circostanza, chiedendo all’amministrazione penitenziaria di adoperarsi affinchè venisse installato un adeguato circuito di video sorveglianza attraverso il montaggio di alcune telecamere.

"Non conoscendo l’effettiva dinamica dell’accaduto, non possiamo sbilanciarci più di tanto sulle effettive responsabilità su quanto accaduto, ma sicuramente il Sappe punta il dito sulla cattiva gestione del nucleo traduzione di Foggia, che va avanti da tempo e per cui abbiamo richiesto in più occasioni la rimozione dei responsabili".

Continua Pilagatti: "Tali denunce sono scaturite da alcuni gravi fatti accaduti denunciati all’amministrazione penitenziaria regionale, e nonostante ciò abbia creato spreco di uomini, risorse, e denaro pubblico, costringendo in più occasioni i poliziotti penitenziari di Foggia a lavorare in condizioni di grande pericolo, nessun provvedimento è mai stato preso. La preoccupazione del Sappe è sempre stata tanta, e l’episodio di oggi non ci coglie di sorpresa, poiché poteva accadere anche presso l’ospedale, o durante una traduzione".

"Anche perché i poliziotti sono sottoposti ad aggravio di lavoro che crea stanchezza fisica e psichica. Proprio per questo chiediamo che nel momento in cui verrà attivata l’ispezione dell’Amministrazione per la valutazione dell’accaduto, venga ascoltato ove riferirà di episodi e circostanze ben precise che avrebbero potuto avere conseguenze ancora più drammatiche di quanto accaduto in data odierna".

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