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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Manfredonia

Omicidio Paglione a Manfredonia: pena ridotta a 21 anni in appello per il reo confesso Biagio Cipparano

Il difensore Michele Sodrio e il sostituto procuratore Giannicola Sinisi hanno concordato una pena di 21 anni e 3 anni di reclusione. Resta comunque confermato l'impianto accusatorio della Procura di Foggia (pm Marina Gravina), anche per l'aggravante della premeditazione

Omicidio Paglione, pena ridotta in appello - da 24 a 21 anni - per il manfredoniano Biagio Cipparano. E' quanto stabilito questa mattina, in Corte d'Assise d'Appello a Bari (presidente Tafaro giudice a latere Gadaleta) al termine del processo di secondo grado a carico del 54enne Biagio Cipparano, imputato reo confesso dell'omicidio di Pasquale Paglione, consulente del lavoro, avvenuto il 5 febbraio del 2020 a Manfredonia, presso lo studio della vittima.

Il difensore Michele Sodrio e il sostituto procuratore generale Giannicola Sinisi hanno concordato una pena di anni 21 e mesi 3 di reclusione, quindi con una riduzione di quasi tre anni rispetto ai 24 anni stabiliti dalla corte d'assise di Foggia nella sentenza di primo grado. Resta comunque confermato l'impianto accusatorio della Procura di Foggia (pm Marina Gravina), anche per l'aggravante della premeditazione. L'imputato non era presente ed è attualmente ancora detenuto presso il carcere di Foggia.

"Credo che questa pena sia maggiormente giusta, tenuto conto che per l'omicidio è prevista la pena minima di 21 anni e che inizialmente Cipparano rischiava una condanna all'ergastolo, visto che gli era contestata la premeditazione", spiega l'avvocato Michele Sodrio. "Certo quando si è di fronte alla morte di una persona e ad una pena di oltre 21 anni di reclusione non si può mai dire di essere soddisfatti, ma credo che giustizia sia stata fatta, sia per la vittima ed i suoi familiari, sia per l'imputato, che ha avuto un giusto processo ed una pena proporzionata al gravissimo gesto che ha commesso, e che resta un buon padre di famiglia, onesto lavoratore per una vita intera, detenuto modello in tutti questi lunghi mesi di detenzione. Ha perso la ragione quel maledetto 5 febbraio, travolto dalla gelosia e dal rancore, ma non è certo un criminale incallito. Non faremo ricorso per cassazione al solo fine di allungare i tempi. Per noi la vicenda processuale si chiude qua", conclude.

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