rotate-mobile
Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Tentato omicidio in piazza Mercato, restano in carcere gli aggressori di Ennil: gli interrogatori e la difesa degli indagati

Per il pestaggio della notte del 24 giugno a Foggia, restano in carcere Luigi Cognetti, incensurato classe 2004 difeso dall'avv. Michela Scopece, Michele Gesualdo, classe 2003 assistito dall'avv. Ettore Censano, entrambi diciannovenni e l'amico 18enne classe 2004, Antonio Raffaele Palladino.

Il 1° agosto nel carcere di Foggia si sono tenuti gli interrogatori di garanzia dei tre ragazzi arrestati il 27 luglio scorso con l'accusa di tentato omicidio e rapina nei confronti di un 40enne originario del Marocco, vittima di un pestaggio di una "lesività inaudita" nel cuore di Piazza Mercato, la notte del 24 giugno, mentre in compagnia di un suo connazionale stava consumando una bevanda davanti a un locale.

Martedì scorso Luigi Cognetti, incensurato classe 2004 difeso dall'avv. Michela Scopece e Michele Gesualdo, classe 2003 assistito dall'avv. Ettore Censano, entrambi diciannovenni, hanno risposto alle domande del Gip Margherita Grippo. Diversamente, l'indagato 18enne classe 2004, Antonio Raffaele Palladino, difeso dal'avv. Vincenzo Paglia, si è avvalso della facoltà di non rispondere.

I tre sono reclusi in via delle Casermette, mentre gli altri due minori accusati di aver partecipato alla serie di percosse inflitte nei confronti del malcapitato, sono tuttora ristretti presso l'istituto Fornelli di Bari.

Le immagini video dell'aggressione

L'aggressione 'paramafiosa'

Il Gip ha definito 'paramafiosa' l'azione violenta della gang, "per evidenziare il fatto che è stata compiuta soltanto per poter affermare la fama criminale e il controllo sulla piazza" ha affermato ai microfoni di Foggiatoday il vicequestore Mario Grassia.

Nel corso di una conferenza stampa erano stati rivelati in anteprima le fasi dell'aggressione cristallizzate nelle carte dell'inchiesta e alcuni particolari inquietanti: vale a dire la sigaretta spenta sull'addome, gli sputi e il calcio in testa alla vittima rimasta esanime a terra: "Hanno continuato ad infierire".

"Addirittura, anche dopo essere stati allontanati da un passante intervenuto per interrompere l'azione delittuosa, ritornati alcuni minuti dopo, schiacciavano violentemente il capo della persona offesa sferrando plurimi calci 'a martello' al capo e al collo della persona offesa, mentre uno di essi lo sputava, un secondo gli spegneva la sigaretta sull'addome e un altro filmava l'accaduto con il proprio cellulare".

Per il Questore Ferdinando Rossi, l'episodio di Piazza Mercato ha "macchiato molto l'immagine della città, però è un episodio che è stato risolto in pochissimo tempo". Una risposta forte e arrivata in tempi rapidi, che secondo il numero uno della Questura, "deve essere un monito per chi può pensare di muoversi in maniera arrogante e violenta nelle piazze foggiane".

Rossi ha poi aggiunto: “Non possiamo prevenire atti di violenza di questo tipo, ma daremo immediatamente le nostre risposte, soprattutto grazie ai sistemi di videosorveglianza, che andranno sempre più implementati. La prevenzione di atti di violenza non può essere assoluta".

In conclusione, "piazza Mercato può essere vissuta con tranquillità e con sicurezza" ha assicurato il numero uno di via Gramsci, che per provare a fermare gli innumerevoli episodi di violenza che si verificano in centro, ma anche in periferia, ha chiesto l'aiuto agli esercenti commerciali e alla società civile.

Le gravi ferite riportate dal 40enne

Ennil era arrivato in città alcuni giorni prima in cerca di lavoro, quindi, non conosceva nessuno degli aggressori. Quella notte era seduto davanti a un locale a bere qualcosa, ma nel giro di pochi minuti si è ritrovato supino e indifeso al centro della piazza. Trasportato in codice rosso presso il pronto soccorso del Policlinico Riuniti di Foggia, al suo arrivo gli è stato diagnosticato un 'trauma cranico-facciale' e disposto il ricovero presso il reparto di Neurochirurgia. 

L'esame tac al quale è stato sottoposto qualche ora dopo ha rivelato "la presenza di emorragia subaracnoidea in sede frontale bilaterale ed esile ematoma in sede interemisferica associate a sfumata ipotensiva frontale bilaterale con focolai contusivi", oltre che di plurime fratture del condilo occipitale destro, della branca orizzontale della mandibola sinistra e della squama occipitale sinistra. Referto confermato da un ulteriore esame tac eseguito il giorno successivo.

Nell'ordinanza si legge che la gravità delle lesioni riscontrate sul paziente ha indotto i sanitari a mantenere la prognosi riservata e ad evidenziare un pericolo 'quad vitam' del paziente. Il 29 dello stesso mese, Ennil è stato trasportato presso l'ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo e il 3 luglio sottoposto ad un'altra tac cranio-encefalica dagli esiti uguali alle precedenti.

Il 5 luglio il ferito è stato sottoposto ad un primo intervento chirurgico per ridurre le fratture multiple del massiccio facciale, al termine del quale è stata sciolta e definita una prognosi di 45 giorni "visto il bloccaggio intermascellare rigido e la necessità di subire ulteriore intervento in elezione fra circa 4 settimane". 

L'accusa di tentato omicidio

Secondo l'ordinanza del Giudice per le Indagini Preliminari, Ennil non sarebbe deceduto innanzitutto per la resistenza inizialmente opposta ai colpi inferti e poi per il successivo intervento "tardivo ma probabilmente fondamentale" di alcuni passanti, nello specifico di un commerciante intervenuto per interrompere il pestaggio quando la vittima, inerme e priva di conoscenza da oramai alcuni minuti, veniva colpita ripetutamente da calci e pugni.

"Fatto aggravato perché commesso col concorso delle circostanze di cui all'art. 61, nn.1 e 4, del codice penale, avendo i concorrenti agito per motivi abbietti, rappresentati dalla sola volontà di prevaricazione della persona offesa ed affermazione della loro fama criminale, nonché adoperando sevizie - quali lo sputare la persona offesa e spegnere una sigaretta sul suo costato allorquando giaceva inerme a terra - e con crudeltà".

Nelle carte dell'ordinanza, il Gip elenca i motivi per i quali si configurerebbe il reato di tentato omicidio, a partire dalle zone attinte dai colpi assestati - capo, nuca, torace, costato, anca, collo, volto - vale a dire "tutti settori esposti e posti a protezione di organi massimamente vitali".

Il Gip sottolinea "l'elevatissimo numero dei pugni", dei calci e dei colpi ricevuti dalla vittima; "la straordinaria e impressionante intensità dei colpi" ricavabile dalla visione dei filmanti della videosorveglianza; "l'imponente ripetitività dei colpi assestati (numerosissimi in pochi secondi)" e "gli esiti degli accertamenti medico-sanitari effettuati dalla vittima".

In ultimo, rimarca "l'assenza di qualsivoglia forza respingente proveniente dall'Ennil, inerme e in stato di semi-incoscenza".

Il ruolo dei tre indagati

L'ordinanza del Gip dedica un paragrafo al ruolo che gli indagati avrebbero avuto durante la violenza.

Antonio Raffaele Palladino sarebbe rimasto coinvolto nei primissimi istanti della rissa: è colui che avrebbe trascinato la vittima al centro della piazza colpendola ripetutamente fino a farla cadere per terra.  Quando Ennil è caduto per la seconda volta per via dei pugni e dei calci ricevuti da un altro minore e da Cognetti, gli avrebbe assestato un violentissimo calcio alle spalle. Successivamente si sarebbe resto protagonista di una raffica di pugni al capo e di un calcio alla testa "di inaudita intensità". Non pago di ciò, qualche secondo dopo si sarebbe avvicinato a Ennil schiacciandogli il capo con un calcio 'a martello' per due volte. Poi avrebbe ripreso la vittima con il proprio cellulare, "con intento ridicolizzante" e da ultimo, con gesto di estremo disprezzo, avrebbe sferrato un calcio a mezz'altezza colpendo Ennil in pieno volto.

Luigi Cognetti avrebbe partecipato a tutta la fase iniziale e centrale dell'aggressione, trascinando la vittima al centro della piazza. Avrebbe scaraventato Ennil a terra con un calcio dopo che questi era riuscito a rialzarsi. Poi, dopo il brutale episodio, sull'addome del quarantenne esanime a terra, avrebbe spento una sigaretta.

Michele Gesualdo avrebbe preso parte a tutta la fase iniziale e centrale dell'aggressione, trascinando la vittima al centro della piazza, mostrando negli istanti successivi all'aggressione, particolare indifferenza nei suoi riguardi, allorché i correi continuavano ad infierire su Ennil e a porgli in essere atti umilianti e degradanti. Inoltre, Gesualdo, si sarebbe intrattenuto a pochi centimetri dalla vittima dopo aver ricevuto le prime cure, senza però intervenire in alcun modo.

La difesa dell'avvocato di Palladino

Secondo l'avv. Vincenzo Paglia, legale difensore di Palladino, ci sarebbero delle anomalie rispetto ai due capi d'imputazione, a partire dall'accusa più grave di tentato omicidio, reato che a suo dire sarebbe stato formulato soltanto sulla base delle immagini video, mentre la documentazione medica non avrebbe riscontrato il rischio della perdita della vita.

L'avvocato sottolinea come il ferito, nella stessa nottata, presso il Policlinico Riuniti di Foggia, si sia sottoposto ad un primo ascolto a sommarie informazioni testimoniali. "Ciò ha comportato in modo evidente la insussistenza del pericolo di vita" evidenzia.

Questa l'osservazione che l'avv. Paglia (che nel frattempo ha impugnato l'ordinanza al Tribunale delle Libertà di Bari), farà in sede di Riesame: "Da un punto medico-scientifico non vi erano e non vi sono gli elementi per configurare il tentativo di omicidio".

Anche sulla rapina consumata, il legale sottolinea come il reato sia stato configurato sulla scorta delle sole dichiarazioni della vittima, che al suo assistito avrebbe chiesto con insistenza della droga. Da qui - secondo la versione di Palladino - l'alterco e la violenta aggressione. Inoltre, l'altro reato di rapina - per l'avv. Paglia - non si evincerebbe dalle immagini: "C'è una forte contraddizione anche negli atti processuali, si parla di aggressione immotivata e poi contemporaneamente si parla di rapina di una collanina d'argento. C'è un contrasto di motivazioni".  

La linea difensiva sarà quindi quella di far derubricare il reato di tentato omicidio in lesioni personali, se gravi o di gravissima entità, questo lo stabilirà il percorso clinico: "Nel frattempo ho chiesto la misura meno gravosa degli arresti domiciliari anche con braccialetto".

avvocato paglia-3

La difesa dell'avvocato di Cognetti

A Foggiatoday l'avv. Michela Scopece, legale difensore di Cognetti, dichiara: "Il mio assistito ha risposto alle domande del Gip. Ha chiarito di essere intervenuto in difesa di un suo amico e che il suo intervento si è limitato alla fase iniziale della contestata aggressione. Ha anche precisato che nulla è stato sottratto al ragazzo rimasto ferito". Rigettata la richiesta di sostituzione della misura dal carcere agli arresti domiciliari, l'avvocatessa di Foggia farà richiesta di Riesame.

avvocato michela scopece

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Tentato omicidio in piazza Mercato, restano in carcere gli aggressori di Ennil: gli interrogatori e la difesa degli indagati

FoggiaToday è in caricamento