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Cronaca San Nicandro Garganico

Allevatore aggredito da un cinghiale sul Gargano, salvo per miracolo grazie ai maremmani

Ultimatum del sindaco di San Nicandro Garganico Matteo Vocale pronto a forme di protesta alla luce dei ritardi per l’avvio della caccia selettiva

È riuscito a mettersi in salvo solo grazie all’intervento dei cani l’allevatore aggredito giovedì scorso da un cinghiale nelle campagne del Gargano.

L’uomo ha riportato parecchie ferite e sono stati necessari 15 punti di sutura. L’ennesimo segnale dell’emergenza cinghiali arriva da San Nicandro Garganico.  

È stata la figlia del malcapitato a raccontare l’episodio: gli allevatori “non sono più liberi di portare le mucche al pascolo senza essere aggrediti”, ha scritto sui social per riaccendere i riflettori.

“Per far sì che qualcuno prenda provvedimenti, cosa dobbiamo aspettare? Che scappi il morto?”, è l’interrogativo che ha lanciato soprattutto alle istituzioni.

Non si è fatta attendere la reazione del sindaco Matteo Vocale, pronto a cambiare registro, considerate le lungaggini burocratiche e le promesse disattese.

“Un anno e mezzo fa, su sollecitazione dei sindaci di San Nicandro Garganico, Cagnano Varano e Lesina a nome dei sindaci del Gargano, il prefetto di Foggia ha istituito un tavolo tecnico permanente, con l'intento di mettere insieme tutte le parti in causa (Regione Puglia, Parco Nazionale del Gargano, Asl, Atc, Provincia, Anas e altri) e arrivare in tempi brevi alle procedure per le soluzioni del problema cinghiali – ricorda il primo cittadino - Nonostante i sindaci abbiano finora tenuto sempre la ‘corda tesa’ sul problema e il prefetto sia sempre stato disponibile e puntuale a tirare le fila e nonostante ad ogni aggiornamento del tavolo l'avvio della caccia selettiva (la soluzione più ‘immediata’) sembrava imminente, è evidente che la burocrazia continua ad averla vinta e ad oggi pare siamo bloccati nell'ennesima impasse di rimpalli tra gli enti”.

Il problema, osserva, ormai è insostenibile e i ritardi non hanno più giustificazioni. “È solo l'ultimo degli episodi, che questa volta poteva finire nell'ennesima tragedia, dopo gli incidenti stradali e i danni alle colture per decine di migliaia di euro delle settimane, dei mesi e degli anni finora trascorsi. Lunedì – annuncia il sindaco Matteo Vocale - solleciterò nuovamente un incontro in Prefettura, con un chiaro ultimatum: la pazienza e la disponibilità a dialogare con gli Enti al tavolo, non potranno che trasformarsi in protesta”.

Ormai, gli ungulati si aggirano indisturbati anche intorno alle abitazioni. Esattamente due anni fa, sulla Statale 693, in agro di San Nicandro Garganico, nell’impatto della sua auto con un branco di cinghiali, ha perso la vita l’imprenditore di Lesina Luigi Turco. E negli ultimi mesi sono state sfiorate altre tragedie sulla strada delle Saline e sulla Superstrada

Si è fatta sentire anche la senatrice di Fratelli d’Italia Anna Maria Fallucchi: “Benché il Governo sull’emergenza cinghiali sia prontamente intervenuto, con strumenti ad hoc, dal canto suo la Regione Puglia ha messo in campo azioni di contrasto finora poco efficaci. Abbiamo perso Luigi Turco, moltissimi allevatori aggrediti, campi devastati, recinzioni e strumentazione distrutti. L’emergenza cinghiali in Puglia non si ferma, anzi, è evidente che quanto fatto fino ad ora dall’amministrazione regionale non sta portando risultati. Gli allevatori, gli agricoltori, sopratutto perché più esposti, ma non solo, qualsiasi cittadino, non può rischiare quotidianamente di perdere la vita o di rimanere ferito o di veder, nel ‘migliore dei casi’, distrutto il proprio lavoro. Tutelare la vita e il lavoro deve essere sempre la priorità. Ho presentato un’interrogazione parlamentare sulla situazione in Puglia – ricorda la senatrice -, ma credo sia necessario pensare ad iniziative normative che intervengano in modo mirato e portino alla riduzione e alla conseguente risoluzione del problema”.

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