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Domenica, 28 Aprile 2024
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In Puglia è caos scuola: il Tar boccia la linea Emiliano-Lopalco, famiglie disorientate e nuova ordinanza in arrivo

I giudici amministrativi rilevano il disallineamento tra il Dpcm e il provvedimento della Regione che ha chiuso gli istituti di ogni ordine e grado, ad eccezione dei servizi per l'infanzia. Ora si attende un nuovo dispositivo

Il Tar della Puglia ha accolto il ricorso presentato dal Codacons di Lecce e da un gruppo di genitori e ha sospeso, in via cautelare, l'esecutività dell'ordinanza del Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano del 28 ottobre con cui è stata disposta la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado, ad eccezione dei servizi per l'infanzia. La camera di consiglio per la trattazione del giudizio cautelare collegiale è stata fissata dal presidente della terza sezione, Orazio Ciliberti, al 3 dicembre.

Nelle motivazioni, il Tribunale amministrativo regionale rileva che l'ordinanza "interferisce, in modo non coerente, con l’organizzazione differenziata dei servizi scolastici disposta dal sopravvenuto Dpcm 3 novembre 2020 il quale colloca la Puglia tra le aree a media criticità (cosiddetta 'zona arancione') e che persino per le aree ad alta criticità (cosiddette “zone rosse”) prevede la didattica in presenza nelle scuole elementari".

E secondo i giudici amministrativi, "dalla motivazione del provvedimento impugnato non emergono ragioni particolari per le quali la Regione Puglia non debba allinearsi alle decisioni nazionali".

Infine, "come dedotto dai ricorrenti, vi sono in Puglia molte scuole e molti studenti non sufficientemente attrezzati per la didattica digitale a distanza, di guisa che l’esecuzione del provvedimento impugnato si traduce in una sostanziale interruzione delle attività didattiche e dei servizi all’utenza scolastica".

A conferire carattere di urgenza alla misura cautelare è proprio il "rilevato profilo di inadeguatezza del sistema scolastico pugliese ad attivare subito la Dad".

Nei primi due punti delle motivazioni si rileva il disallineamento tra Dpcm e ordinanza regionale, lo stesso conflitto istituzionale che avevano evidenziato i sindacati nel tavolo regionale convocato con urgenza ieri dall'Ufficio Scolastico Regione dopo le pressanti sollecitazioni delle organizzazioni.

A mezzanotte, il presidente Emiliano aveva trasmesso una comunicazione telegrafica al direttore generale dell'Usr Anna Cammalleri e ai dirigenti scolastici di tutte le istituzioni scolastiche della Puglia: "Nelle more dell'adozione di specifica ordinanza in via di pubblicazione che entrerà in vigore lunedì 9 novembre, le scuole dovranno attenersi al modello organizzativo in essere anche al fine di non disorientare l'utenza".

I sindacati avevano chiesto chiarezza e l'avevano spuntata, non senza difficoltà. "La questione che abbiamo posto è stata il metodo, in primo luogo, perché Emiliano aveva emanato l'ordinanza senza sentire le parti sindacali - spiega il segretario provinciale Flc Cgil Angelo Basta che riferisce l'esito dell'incontro a cui hanno partecipato i rappresentanti regionali - Il problema è di interpretazione, perché loro dicono che l'ordinanza, essendo più restrittiva, poteva avere ancora valenza ma comunque è stata emanata nell'alveo di un precedente Dpcm. Si è generata nella scuola una prevedibile confusione e incertezza, scaricata, a nostro modo di vedere, sempre sui dirigenti e lavoratori, con le famiglie disorientate che non sapevano se dovevano portare i propri figli a scuola oppure no".

La percezione, almeno fino a prima che si pronunciasse il Tar, era che si volesse mantenere l'impianto restrittivo. "Noi non siamo per la didattica in presenza a prescindere - precisa Angelo Basta - è chiaro che vogliamo tutelare il lavoro in sicurezza e da parte nostra ci sarà sempre la richiesta di lavorare in presenza in sicurezza". Se la Regione dovesse fornire dati e spiegazioni che impongono di adottare una strategia che preveda misure più restrittive, insomma, non salirebbero certo sulle barricate. "Ma è opportuno dare le giuste responsabilità a tutti: se il problema è l'affollamento dei mezzi o non è più possibile fare correttamente il tracciamento, che si chiamino le cose per nome e non si scarichino i problemi sulla scuola".

Il Tar ora imprime, di fatto, una accelerata alla nuova ordinanza. Nelle scuole intanto continuano ad arrivare i banchi monoposto. Una beffa con le classi vuote. "Da subito ho detto di non chiamarla didattica a distanza ma didattica di emergenza", dice oggi il segretario della Flc Cgil Foggia. Sarebbe stato diverso se fosse stata percepita come una soluzione tampone, piuttosto che come un'alternativa, "pensando davvero ad una didattica integrata" e, ad esempio, potenziando la rete Internet in tutte le scuole. "Oggi avrei potuto benissimo fare lezione con metà classe in presenza collegato con l'altra metà degli studenti che poteva partecipare online. Se si dovesse fare in tutte le classi, forse pochissime scuole ci riuscirebbero - osserva Angelo Basta - Sembra banale, ma non è stato fatto. Quando noi lamentiamo il mancato coinvolgimento, non lo diciamo perché spetti a noi la decisione di tornare o meno a scuola. ma perché confrontandoci possiamo fornire certamente un feedback di quella che è la realtà nelle scuole, rispetto a chi questo mondo forse lo immagina soltanto"

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