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Consigliere comunale 'allontana' i cani dal sagrato della Chiesa di San Pio: "Non è un canile"

Ha fatto discutere il post con il quale il consigliere comunale di San Giovanni Rotondo Gaetano Cusenza ha chiesto al sindaco di emanare una ordinanza che limiti la presenza di randagi sul sagrato della chiesa 'Santa Maria delle Grazie'

Esattamente un anno fa (il 28 luglio ricorrerà il primo anniversario) Galak, il cane che accompagnava i turisti nella zona del Convento dei Cappuccini a San Giovanni Rotondo venne trovato riverso a terra, senza vita. La grossa chiazza di sangue presente vicino all’addome rivelò le brutali cause della morte: qualcuno lo uccise a fucilate. La vicenda scatenò la reazione delle associazioni ambientaliste, oltre che dei semplici cittadini, tutti accomunati dal dolore e dall’indignazione. “Si fa fatica a immaginare come mai un cane così buono, così mansueto, “il cane del pellegrino”, possa essere morto violentemente”, commentò il sindaco di San Giovanni Rotondo Michele Crisetti.

La triste storia di Galak è tornata subito in auge nei pensieri di molti, in seguito ad alcune dichiarazioni pubblicate su Facebook dal consigliere comunale di maggioranza Gaetano Cusenza. Oggetto del post, la richiesta di una ‘Zcl’, ovvero Zona a cani limitati, nei pressi del sagrato della Chiesa.

Secondo Cusenza, infatti, la presenza dei cani con relativi sacchetti di cibo, ciotole per l’acqua e residui di croccantini, andrebbero a minare il decoro della zona. “Il grande architetto Renzo Piano ha definito il sagrato della chiesa di San Pio ‘Chiesa a cielo aperto’. Bisogna essere consapevoli che il sagrato di una chiesa è esso stesso chiesa. Non è corretto tenere sul sagrato di Santa Maria delle Grazie molti cani con bustoni, recipienti, vasi per l’acqua. Il sagrato non è un canile, ma una chiesa”, le sue parole. Per corroborare il proprio pensiero, si è affidato anche a un raffronto con altri luoghi di culto: “A Lourdes, sul sagrato della basilica, è vietato fumare e addirittura parlare”. Poi l’appello al sindaco: “Sindaco, visto che lei ha fatto un'ordinanza (che sta creando disagi e danni giorno dopo giorno) per limitare il traffico, le consiglio di fare un'altra Ordinanza per la ZCL, cioè per la Zona a Cani Limitati”.

Chiarisce che la richiesta non è mossa d  un presunto scarso amore per i cani: “Ho sempre avuto cani. Ora ho un boxer meraviglioso, si chiama Alan”. Puntualizzazione che, però, non è bastata a stemperare il profondo disappunto di numerosi cittadini che hanno commentato il post.

C’è chi richiama proprio la tragica fine di Galak: “È stato ammazzato proprio perché dava fastidio a qualcuno. Mi fa “piacere” leggere da questi commenti che non è servita a nulla la morte di quel povero cane. Il paese della tolleranza zero cani”. In mezzo ai tanti commenti di indignazione, spunta anche chi sta dalla parte di Cusenza richiamando le condizioni igieniche precarie di Corso Umberto e Piazza Padre Pio “piene della pipi dei cani. Si sente una puzza incredibile”. Appunto al quale c’è chi replica evidenziando il comportamento incivile di molti ragazzi che frequentano la zona: “Almeno la m…a di cane è biodegradabile”.

La replica di Cusenza arriva sempre tra i commenti: “Il mio post vuole dire che i cani devono essere accuditi, ma basta farlo 10 metri più su. Non sul sagrato della chiesa". "I cani sono una meraviglia, ma i luoghi vanno rispettati. Tutto nella vita deve andare al suo posto. I cani sono veramente degli animali eccezionali, affettuosi, importanti, ma non per questo possono stare in ogni posto", scrive a chi sostiene che sarebbe preferibile auspicare "una civile e pacifica convivenza con i randagi rimasti", che gli risponde nuovamente richiamando le mancate sterilizzazioni come una delle cause principali della proliferazione di randagi: "Il posto adatto a loro non è sicuramente il canile. Adozioni se ne sono fatte e se ne fanno fin troppe ma non sono mai abbastanza perché la mamma dei cretini (e non mi riferisco alle cagne) è sempre incinta (rattristiamoci di questo a questo punto). Ergo, quei cani stanno bene dove stanno".

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