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Domenica, 28 Aprile 2024
Politica San Marco in Lamis

Sul Consorzio di Bonifica Montana del Gargano sindaci e governance ai ferri corti: "Modo arrogante di gestirlo"

Incidente diplomatico tra la governance e i Comuni del comprensorio. Dialogo e rapporti interrotti. Le dichiarazioni del sindaco di San Marco in Lamis Michele Merla

Il Consorzio di Bonifica Montana del Gargano sarebbe pronto a vendere la sede operativa di viale Colombo a Foggia e a traslocare a Cagnano Varano, ma Michele Merla, sindaco di San Marco in Lamis, comune che ospita le sede legale, promette battaglia. Non è mai stato interpellato e tutti i sindaci del comprensorio non sono stati coinvolti nella scelta.

Il trasferimento risponderebbe all’esigenza di razionalizzare e contenere i costi. Ogni anno, gli uffici tecnici e amministrativi dell’ente, comportano una spesa di 40mila euro, ai quali si aggiungono i rimborsi per le trasferte del personale sul Gargano.

La delocalizzazione, però, non è stata in alcun modo concordata con il sindaco del comune sede legale del Consorzio, che si trova in località Borgo Celano, e non è stato chiesto alcun parere ai sindaci sull’opportunità di spostare la sede a Cagnano o in altro comune. Merla annuncia che impugnerà la delibera.  

Ma a far letteralmente saltare dalla sedia i sindaci del comprensorio è la proposta di costituzione di una società in house, approvata dal Consiglio di amministrazione. La società dovrebbe gestire l’attività di riscossione dei contributi di bonifica, occuparsi dei servizi di ingegneria e di progettazione di opere pubbliche, gestire direttamente esercizio e manutenzioni delle opere e degli impianti del Consorzio, fornire supporto e assistenza legale.

La Flai Cgil ha proclamato a dicembre lo stato di agitazione e teme che la nuova società in house possa pregiudicare la tenuta occupazionale dell’ente di bonifica. Anche il sindacato ha lamentato il mancato coinvolgimento di lavoratori e lavoratrici e ha chiesto un incontro urgente all’assessore regionale all’Agricoltura Donato Pentassuglia.

Gli amministratori locali non comprendono l’utilità dell’operazione. Il cortocircuito tra l’attuale governance del Consorzio di Bonifica Montana del Gargano e i sindaci del comprensorio è ormai acclarato.

Le comunicazioni sono interrotte da un po’. Non c’è dialogo. “Il rapporto con i sindaci non è mai decollato”, osserva Merla. Se con il vice presidente Antonio Michele Tabacco non c’è mai stato particolare feeling, con il presidente Michele Palmieri, inizialmente, era stato avviato un discorso di collaborazione. “Poi, è successo qualcosa che sinceramente non riusciamo a capire”, afferma il sindaco di San Marco in Lamis.

Pare che alcuni sindaci non si siano presentati ad una riunione convocata dal presidente Palmieri. “Può succedere”, fa notare Merla. Talvolta, capita anche per concomitanti motivi istituzionali. Ma, da quella volta, Palmieri avrebbe deciso di tagliare i ponti. Si sarebbe consumato allora l'incidente diplomatico. 

Sarebbero saltati anche i rapporti con la struttura tecnica del Consorzio di Bonifica. E se prima i Comuni lavoravano insieme al Consorzio a progetti per la salvaguardia del territorio, ora sembra che dall’alto sia stato impartito un contrordine.

Ha suscitato perplessità anche la scelta di un direttore unico che viene dal Molise, l’ingegnere Massimiliano Capezzuto, direttore Unico del Consorzio di Bonifica della Piana di Venafro. Si tratta di un incarico a scavalco. Anche in questo caso, la Flai Cgil era intervenuta, prima della sottoscrizione della convenzione, per chiedere l’annullamento della nomina.

Nel ‘cahier de doléance’ dei sindaci compare, inoltre, l’iscrizione a ruolo dei tributi per le opere di bonifica, anche in questo caso, senza alcun coinvolgimento degli enti locali. Non ci sarebbe stata alcuna assemblea o fase di ascolto. Comuni come San Marco in Lamis pagano circa 60mila euro, altri come Carpino, Monte Sant’Angelo e Ischitella pagheranno oltre 100mila euro.

I sindaci, prima che i tributi fossero iscritti a ruolo avrebbero voluto discuterne con la Regione, che impone il contributo, affinché si procedesse ad una verifica preventiva delle manutenzioni di canali e attraversamenti. “Noi non possiamo pagare un tributo se non è stato offerto un servizio, e questa era la richiesta”, spiega Merla.

Un mesetto fa, i sindaci hanno nominato un nuovo rappresentate dei Comuni nel Cda: si tratta del collega di San Giovanni Rotondo Michele Crisetti. È subentrata alla vice sindaca di Carpino, Caterina Foresta, che si era dimessa per lasciare il posto al rappresentante di un altro Comune, dopo le obiezioni formulate dagli altri amministratori del comprensorio. Presidente, vicepresidente e consigliera rappresentate degli enti locali erano, infatti, tutti di Carpino.

Il sindaco di San Giovanni Rotondo, nuovo rappresentante degli enti locali all'interno del Consiglio di amministrazione del Consorzio, appena nominato, aveva chiesto un rinvio tecnico dell’ultima riunione del Cda, per poter approfondire gli argomenti all’ordine del giorno, ma non gli è stato concesso.

“A noi questa situazione non piace”, afferma oggi il sindaco Merla. I sindaci chiederanno un incontro al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, per discutere dell'iscrizione al ruolo dei tributi, ma esporranno anche le loro doglianze sulla governance.

“Per noi, è un modo arrogante di gestire il Consorzio. Siamo intervenuti sul Parco nazionale del Gargano e abbiamo trovato una soluzione, siamo intervenuti per il Gal, sempre colloquiando con gli enti, e la stessa cosa – conclude Merla - faremo per il Consorzio”.

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